Calvizzano, casse comunali all’asciutto a causa di gestioni allegre del passato: il disavanzo ammonta a circa 17milioni e mezzo di euro, occorrono perlomeno 25 anni per uscire fuori dall’impasse
Vignetta: fonte Teleradio-News
Dalla lettura del rendiconto di gestione 2019 (bilancio consuntivo, quello 2019 non è stato ancora pubblicato) emergono dati impietosi: il disavanzo di amministrazione da ripianare ammonta a 17milioni 459mila970,23 euro. Sostanzialmente contiene tre disavanzi accumulati negli anni pregressi per un totale di 18milioni145mila822,42 euro, il cui ripiano comporta l’esborso di una somma annua di 702mila142,53 euro.
Soldi che potevano essere spesi per offrire servizi alla città.
Vediamo nel dettaglio i tre disavanzi. Il primo: 8milioni195mila051 euro,
venne fuori dal riaccertamento dei residui (debiti e crediti) 2015, approvati
con delibera di Consiglio n.20 del 13/07/2015. Il ripiano è ripartito in 30
anni attraverso una quota di accantonamento annua di 327mila802,05 euro.
5 quote già sono state accantonate. Il secondo: 8milioni486mila233,26
euro, disavanzo da Fondo Anticipazione Liquidità che è stato oggetto di
ripiano con determinazione del 26/04/2014 del responsabile del Servizio
Finanziario, con quote annue variabili fino al 2045 da 270mila865 euro
(quella accantonata nel 2020, nel 2021 ammonta a 276mila704,63 euro) a
un massimo di 440mila654,72 euro (anno 2042).
Il terzo: un milione464mila537,81 euro (maggiori accantonamenti
Fondo crediti di dubbia esigibilità) da ripianare in 15 anni con quote di
97mila635,67 euro annue a partire dall’esercizio finanziario
2021. Poi bisogna pagare le rate dei mutui contratti
negli anni passati con la Cassa Depositi e Prestiti, le tranche annuali da
liquidare agli Enti che hanno transatto i loro crediti con il Comune, tra cui
Acqua Campania (rata annuale di circa 159mila euro) e Consorzio cimiteriale
Mugnano-Calvizzano (rata annuale di 41mila106,75 euro). Alla fine restano
le briciole per programmare nuovi servizi da offrire alla collettività. Ma alla
maggior parte dei cittadini non importano queste cose, anche a coloro che si sciacquavano la bocca con la
parola “cambiamento”.