Marano, altre statue di epoca romana furono portate alla luce in località Pendine

 

Nel 1955, nel terreno di De Martino, nella località “Pendine”, alla via Scassacasa n.1 il colono Domenico Manco portò alla luce altre tre statue in marmo italico. Dapprima esse furono trasportate a Pozzuoli ed all’epoca del bradisismo a Pozzuoli del ’70 furono trasferite anch’esse nei depositi del Museo Archeologico di Napoli nella stanza a fianco dei coniugi Dama. Anche queste – scrive Savanelli nel suo libro su Marano – siamo stati in grado di fotografare in esclusiva grazie all’interessamento dei dott. Vecchio e Russo della Sovrintendenza di Napoli e Caserta. Originariamente non superavano il metro di altezza. Tutte e tre ci sono pervenute prive di teste , piedi e braccia; qualcuna anche di gamba. Tutte rappresentano giovani nudi, ed uno di essi ha anche annodato sul petto la leontèa (mantello fatto con pelle di leone). Originariamente abbellivano un ninfèo adibito, in seguito, ad oratorio cristiano.

La prima statua rappresenta il corpo di un giovane scolpito sul modello policletèo (Policlete fu l’inventore della “posa” con un piede teso e l’altro a riposo che più di ogni altro accentua i movimenti dei fianchi del soggetto).

La ben evidente parte terminale della citata leontea annodata sul petto farebbe immediatamente pensare che possa trattarsi di Ercole tra le cui fatiche ci fu l’uccisione, appunto, di un feroce leone. Ma i tratti non sono vigorosi né i muscoli marcati per cui è più giusto pensare ad un satiro o fauno. Il pezzo conservato al museo è alto cm 76.

La seconda statua, della stessa grandezza, risente, invece, degli influssi di Prassitele. Infatti è evidente, nel moncone di braccio destro che si porta in alto, l’influsso di tale autore che scolpì un identico soggetto che col braccio in alto regge il grappolo d’uva mentre con l’altro tiene Dionisio.

E esiste, per la verità, con la stessa movenza, un’altra tipologia ove c’è Bacco che versa da bere ad una pantera ai suoi piedi.

La terza statua, invece, per lo stile policletèo e per i tratti vigorosi con i quali è stata rappresentata, pur senza mantello di leone sulle spalle, fa sicuramente pensare a quell’Ercole che prima non ci sentivamo di distinguere dall’altra statua. Ed è, infatti, certamente Ercole.

 Foto delle tre statue  





      

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