Calvizzano, l’ “isola” maledetta: una telenovela iniziata nel 2010 e destinata a durare

 


Spesi oltre 400 mila euro per un'"isola" che ancora non c'è. Il Centro raccolta è pronto dal 2010 ma non è stato mai aperto al pubblico, segno che abbiamo avuto una classe politico-dirigenziale incapace e un’opposizione blanda e impercettibile che non ha mai denunciato lo sperpero di denaro pubblico. E siccome il sito non è ancora conforme ai dettami della legge, nella gara d’appalto per l’affidamento quinquennale del ciclo dei rifiuti, in corso presso la SUA, non è contemplata la sua gestione. Intanto, sono stati spesi fior di quattrini per smaltire i rifiuti speciali sversati per anni nell’area esterna al Centro di località San Pietro, dove era prevista una telecamera  nell’ambito del  programma “Terra dei Fuochi”, stralciata poi dal progetto, perché in quella zona non arrivava  il segnale irradiato dal ripetitore centrale ubicato a Qualiano, e senza che nessun politico o amministratore facesse sentire la propria voce

 La gara d’appalto per la realizzazione dell’isola ecologica fu bandita nel 2010, durante l’amministrazione Granata. Furono utilizzati i circa 270mila euro di finanziamenti in conto capitale (a fondo perduto) erogati dalla Provincia a titolo di premialità, per l’elevato indice di raccolta differenziata raggiunto da Calvizzano (all’epoca risultò Comune del comprensorio giuglianese con la percentuale di differenziata più alta). Parallelamente partì l’operazione di impossessamento dell’area, attraverso una lunga e complessa transazione con i proprietari dei terreni che si risolse positivamente, dopo una querelle lunga 30 anni. L’isola fu arredata con attrezzature acquistate con un'altra premialità della Provincia di 67mila euro circa. Altri  86mila390 euro  sono stati spesi in poco più di un anno dall’ex amministrazione andata a casa per scioglimento del Consiglio comunale. Il calcolo è semplice. Circa 38mila 500 euro sono serviti per i lavori di messa a norma (boh?); 5mila470 euro (comprensivi di iva) è costato l’impianto semaforico inutile per la regolamentazione del senso unico alternato in via San Pietro; circa8mila500 euro, tra prestazione iva e cassa professionale, rappresentano la parcella del geometra Crescenzo Corcione, incaricato per gli adempimenti finalizzati al conseguimento dell’autorizzazione da parte dell’ATO2 allo scarico delle acque reflue nella fognatura pubblica; 5mila470 euro sono stati impegnati per lavori di manutenzione  affidati alla ditta De Vito. 15 mila euro, oltre iva e cassa professionale, ancora da corrispondere al prof. Renato Cristiano per la redazione della variante urbanistica, resasi necessaria  perché la piattaforma ecologica era stata concepita in un’area agricola dell’ex piano regolatore, anziché in una zona F, cioè destinata ad attrezzature pubbliche. Variante che non è più servita perché i Commissari straordinari hanno approvato definitivamente il nuovo puc modificando la destinazione dell’area. 13mila453 euro (12mila230 euro oltre iva al 10%),  liquidati all’Idro-Tech per lavori di adeguamento del sistema di smaltimento delle acque reflue. A tutt’oggi si parla ancora di adeguamento al D.M. del 13-05-2009    

Mai rispettate le date di apertura   

Nel piano finanziario tari 2015 venne data per certa l’apertura della piattaforma ecologica al primo luglio 2015. Poi spostata per ben altre quattro volte: primo luglio 2016, 3 ottobre 2016, primo febbraio 2017,  primo novembre 2017. La prossima? La conosce solo Frate Indovino.

 

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