Calvizzano, personaggi di un tempo: “Zuccarella” e la sua mitica merceria compaiono nel romanzo di prossima uscita di Giorgio Zapparella
Raffaella Liccardo, detta Zuccarella, era del 1920 |
Tratto dal libro “Il
bambino dalle ginocchia sbucciate” non ancora pubblicato
…‹‹Forse hai ragione…
sarà meglio entrare in classe ora.››
Prima di raggiungere
l’ingresso della scuola, però, notai che alcune nostre amichette stavano
facendo acquisti nella merceria di “Zuccarella”, nei pressi della
piazzetta; tra di loro c’era anche Silvia, l’amore proibito di Gigio.
‹‹’Giorno››, salutammo
noi maschi in coro.
Dalla merceria uscì
“Zuccarella”: non so se la chiamassero così perché era una persona dolce o
perché era una brava pasticcera. La donna mi invitò gentilmente a prendere ciò
che volevo perché mia madre l’aveva autorizzata a fornirmi di tutto ciò che mi
serviva. Mi imbarazzai e arrossii, così la salutai ringraziandola e mi avviai a
testa bassa verso la scuola, tra gli sfottò dei miei compagni: pensai che era
una pessima giornata!
Nella orribile Calvizzano anni ’70, dove in piazza “Umberto I” non c’era la piazza (infatti il loco è ancora denominato “Mmiez ‘a via”), ma solo uno spiazzo per parcheggiare quelle bruttissime 128, A112, Simca, Prinz e Audi Nsu e qualche pacchiana Pallas che arrivavano con il muso fino alla porta del tuo negozio e fino a sfiorare la tua mitica vetrinetta orizzontale, dove tante volte mi sono perso da bambino, nell’incertezza di come spendere la mia 50 lire: il dilemma era tra le rotelline di liquirizia, i ciù-ciù o le big babol, noi maschietti andavano pazzi anche per i chewing gum a forma di sigarette nelle scatoline che simulavano i pacchetti.
Il negozio di “Annuccia
(‘a ciucciarella)”, quello di “Zuccarella”
e l’edicola di “Peppino o’ Pricipal”: tre bugicattoli, ma per noi bambini dell’epoca
che uscivano da scuola “a piedi”…. Si perché forse adesso qualcuno non ci
crederà, ma all’epoca si tornava a casa a piedi, attiravano più di quanto lo
possa fare adesso Mc Donald’s ai bambini di oggi.