Marano, gli approfondimenti di calvizzanoweb. Errori del passato, l’esempio “illuminante” della storia della Beghelli: una tegola da 645 mila euro
Sono stati già emessi due mandati a favore della Beghelli: uno di 250mila euro, l’altro di 44mila408 euro; la residua somma di 350mila euro è confluita nella massa passiva (debiti) di competenza dell’OSL (Organismo straordinario di liquidazione). Non furono ascoltati i buoni consigli di Luigi De Biase, storico dirigente del Settore Affari Generali, per un periodo anche responsabile a interim del comparto Lavori pubblici, in quiescenza da qualche anno
La storia della Beghelli è emblematica di un percorso che non poteva non
produrre guasti senza fine: la ripercorriamo sinteticamente per punti
cronologici.
Un mondo di luci a
costo zero
1. Su proposta dell’ing. Bruno Gagliardi, ex dirigente
dell’area Ambiente, nominato ai tempi dell’amministrazione Perrotta “energy
manager”, la Giunta Comunale, con delibera 69 del 20.5.2010,
decide di aderire al progetto “un mondo di luci a costo zero” presentato dalla
Beghelli. Trattandosi di una tecnologia esclusiva non viene esperita nessuna
gara a evidenza pubblica e si procede con l’affidamento mediante procedura
negoziata senza pubblicazione del bando (ai sensi dell’art. 57, comma 2 del
D.Lgs 12/4/2006 n.163) di servizio integrato di illuminazione a risparmio
energetico. Determina di affidamento
adottata senza i visti di regolarità contabile e senza copertura finanziaria.
2. Il progetto prevede la sostituzione di corpi
illuminanti tradizionali con altri del tipo “a LED” che abbassano sensibilmente
i consumi e prevede che la Beghelli fornisca, installi e ne curi la
manutenzione, anticipandone tutti i costi, una quantità di corpi
illuminanti, ristorandosi con il 90% del risparmio ottenuto dal Comune che
godrà del restante 10%
3. Il 22 luglio 2010 viene firmato il contratto che
prevede la sostituzione di 2877 corpi illuminanti per un costo complessivo di
617.220 euro più iva, più i costi degli apparecchi (praticamente ogni lampadina
viene a costare 214,53 euro contro un costo di mercato di poco inferiore ai 20
euro) cifra che è considerata “corrispettivo minimo” Il costo è comprensivo
degli interessi (circa 270.000 euro) per le somme anticipate spalmate nei 15
anni del servizio. Le clausole più significative sono:
a. La durata quindicennale
b. Dell’importo risparmiato il 90% va a ristoro
della Beghelli che emetterà la fattura corrispondente a cadenza bimestrale
mentre il 10% resta al Comune
c. Qualora il risparmio realizzato risulti inferiore
a quello previsto come “corrispettivo minimo” il Comune verserà una differenza
a conguaglio che verrà fatturata semestralmente
d. Il ritardato pagamento di due rate bimestrali
comporterà la rescissione contrattuale in danno al Comune e l’obbligo al
pagamento dell’intera fornitura detratti solo gli importi pagati e con il
calcolo degli interessi valutati con uno spread di 7 punti sull’interesse
nominale BCE
4. Alla scadenza dei 15 anni e ad avvenuto pagamento
dell’intero corrispettivo minimo gli apparecchi diventano di proprietà comunale
5. Nella delibera di giunta 69/2010 si attesta “che
il progetto non comporta alcun impegno di spesa” e il dirigente dell’area
finanziaria appone il proprio parere favorevole annotando: “visto che non c’è
impegno di spesa”. Si tratterebbe di un errore che il Comune avrebbe pagato
caro e amaro perché non è la Beghelli intestataria del contratto ENEL ma il
Comune che provvede al pagamento utilizzando i risparmi ottenuti; è chiaro che
andava prevista comunque la spesa in uscita e andava inserita a fronte una
posta in entrata.
6. La Beghelli emette le prime fatture ma il
Comune non paga perché non essendo previsto nessun impegno di spesa ogni
pagamento sarebbe stato un debito fuori bilancio
7. Nessuno provvede a rettificare la delibera
assumendo l’impegno di spesa e le fatture non pagate assommano a
marzo 2012 a 44mila938,54 euro.
8. Con lettera del 19.11.2012 la
Beghelli dichiara la rescissione contrattuale e intima il pagamento
di 692mila330,50 euro, oltre interessi di mora.
9. Il Tribunale di Bologna, il 21 marzo 2013, emette
un decreto ingiuntivo per l’intera somma che viene notificato al Comune di
Marano il 9 maggio dello stesso anno.
10. Il Comune si oppone, incaricando l’Avv. Griffo della difesa;
nell’udienza che si tiene nel mese di
dicembre il Tribunale dà la provvisoria esecutività per gli importi delle
fatture non pagate (40.224 euro).
11. Durante il contenzioso, il tribunale di Bologna convoca le parti in data 15/06/2016 per
esperire un tentativo di conciliazione, durante il quale, sentito il CTU,
accertato il risparmio energetico registrato dalla Beghelli, il giudice
stabilisce di riconoscere alla Beghelli la somma di 370mila euro oltre iva da
pagare in 4 rate. La proposta rimane valida fino al 31/07/ 2016, ai sensi dell’art.
1329 del codice civile.
12. La Beghelli, con nota prot. Del 21/07/2016, trasmette tale proposta all’Ente
che, però, non la riscontra. Conseguentemente il tribunale di Bologna, con
sentenza n.1039/2017, condanna il Comune di Marano al pagamento in favore della
Beghelli di 747mila937,27 euro, oltre spese legali pari a 33mila066 euro, oltre
rimborso CTU di 7mila458,21 euro.
13. Successivamente, i dirigenti dell’Area Economica Finanziaria e Lavori
Pubblici del Comune, consapevoli della grave situazione economica dell’Ente,
ritengono di perseguire la via della trattativa con la Beghelli, atteso anche
che un ulteriore ricorso avrebbe comunque visto soccombere l’Ente con ulteriore
aggravio di spese.
14. L’ulteriore proposta transattiva, accolta dalla Beghelli, prevede il
pagamento di 645mila euro omnicomprensivo, da pagarsi nel triennio 2018/2020.
Ad oggi risultano essere stati emessi due mandati a favore della Beghelli: uno
di 250mila euro, l’altro di 44mila408 euro nell’anno 2018. La residua somma,
essendo il Comune in stato di dissesto finanziario, è confluita nella massa
passiva di competenza dell’OSL (Organismo Straordinario di Liquidazione).
Tutto accadde ai tempi dell’amministrazione Perrotta. E si stava preparando
anche il bis, con un identico contratto con la Gelbison Electronics che non
venne più firmato, grazie anche all’intervento duro in Consiglio dell’opposizione
dell’epoca.
E’ così che sarebbero stati curati gli interessi di Marano?