Marano, tra misteri e occulto ecco la città del paranormale



Marano, città dei misteri e dell’occulto. Uno dei più noti riguarda via Corre di Sotto, in passato una strada abitualmente  frequentata da coppie alla ricerca di intimità, ma che è anche al centro di un’antica e misteriosa leggenda. Si narra, infatti, che una bambina di appena due anni sia caduta da un vecchio ponte della zona e che, da allora, la scena si ripeta puntualmente allo scoccare della mezzanotte. A quest’ora, si udirebbe nella zona un tonfo, accompagnato da un urlo da far accapponare la pelle.
Una donna anziana del posto alcuni anni fa raccontò al cronista del periodico "L’attesa" di ricordare la tragedia; all’epoca lei era piccola, ma ammise che si sarebbe potuto trattare di un aneddoto che i genitori le raccontavano per spaventarla quando combinava qualche marachella. Via Corree di Sotto è nota nel mondo del paranormale anche per altre vicende: per tanti anni si è parlato di messe nere celebrate nella zona, perché vennero trovate strane tavolette raffiguranti simboli demoniaci, monetine e fantocci di pezza. L’ultima vicenda della quale ne parlano in tanti, risale al 2001 ed è quella di un barbone che compariva di notte e scompariva di giorno, nella cabina dell’Enel capace di contenere appena un cane di media altezza. Le vicende dell’occulto che hanno come centro la città di Marano non finiscono qui.
Nel libro “Fantasmi a Napoli”, la scrittrice Annamaria Ghedina scrive: “A via San Rocco c’è una costruzione a tre piani abbandonata, dove è impossibile abitare perché infestata da spiriti dispettosi…A Castel Guerra, lungo la provinciale Marano- Pianura…una più che centenaria abitazione è da vari anni oggetto di superstizione: la credenza popolare la vuole abitata dagli spiriti che appaiono in determinati orari”.
La Ghedina parla anche di una scuola di Marano infestata da fantasmi, poiché sarebbe stata costruita proprio sul posto dove sarebbero morte alcune persone. Una ventina di anni fa si sparse la voce che in una villa di Città Giardino, accadevano fenomeni strani, che qualcuno attribuiva alla sicura presenza di qualche fantasma, o meglio del “monaciello”, vecchio retaggio della subcultura napoletana. In passato, si è parlato spesso del monaciello anche  in una masseria semi-abbandonata di via Marano-Quarto, nei pressi della Cesina. Un altro fenomeno a cui, ancora oggi, messuno riesce a dare una spiegazione è la presunta apparizione, di sera, in via Marano-Pianura, di un coniglio bianco proprio sul posto dove tanti anni fa un uomo uccise il fratello. E poi c’è la storia della donna maranese, che ha fatto il giro di mezzo mondo, incuriosendo perfino i professionisti dell’occulto giapponesi. Il suo corpo era pieno di aghi e spilli: li aveva perfino negli occhi. Fu operata ben 14 volte, ma senza alcun risultato. Ogni volta gli aghi si moltiplicavano, martoriando il corpo dell’esile donna che, quando iniziò il fenomeno, aveva solo 39 anni. La medicina ufficiale aveva provato di tutto, ma non aveva potuto far niente davanti al rigenerarsi di quella diavoleria. Fu chiesto allora l’intervento di Gennaro Brianti (deceduto una quindicina di anni fa), un operatore napoletano dell’occulto che risolse il caso. Secondo Brianti era stata una fattura la causa di tutti quei mali. L’altro fenomeno che ha destato scalpore (ne abbiamo parlato recentemente in un articolo dedicato alla figura di don Mimì Galluccio) era quello che accadeva tutti i giorni  nel cortile della chiesa San Ludovico d’Angiò, dopo la morte del prete buono. I famosi cani (tutti morti) di don Mimì ogni giorno ( a mezzogiorno e alle diciotto in punto) , quando le campane, dopo i rintocchi che scandivano l’ora, intonavano l’Ave di Lourdes, iniziavano a ululare rivolgendo lo sguardo al cielo, smettendo solo sull’ultima nota. Per i fedeli si trattava di un miracolo perché c’era la mano dal cielo della buonanima di don Mimì; per altri, invece, era una pura coincidenza.

           


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