Il post del parroco di Calvizzano don Ciro infiamma il dibattito politico sociale e religioso: “Basta calunnie, sono un prete libero”



“Cerco con la mia vita sempre di DIFENDERE e promuovere questo PAESE in tutti i SENSI ma spero davvero di non dovermi ricredere e pensare di lasciare STARE...Dio mi custodisca...

Il post
“Ho dato la vita per la CHIESA di DIO e spesso mi ritrovo a dover dare spiegazioni particolarmente nel periodo delle CAMPAGNE ELETTORALI, dove tutti diventano ONESTI e CRISTIANI.. qualche altra lettera con calunnie me l'aspetto come nelle politiche precedenti....
SONO un PRETE LIBERO non FURBO ma INTELLIGENTE che cammina con dignità con chiunque incontra.. Voglio passeggiare con Giosy ed Emanuele Nastro ( lista Pirozzi), con Ivano e Giulio Idrotech con Oscar e Giovanni Buonanno dell’ altra lista...personalmente non ho alcun interesse personale ma di certo chi sarà SINDACO dovrà provvedere seriamente alle esigenze di tanti fratelli indigenti, perché in questi mesi sono stato troppo SOLO a cercare di ridare speranza ai veri poveri....dunque a chi ha da dirmi qualcosa venga da vicino non fuori ai soliti bar e dimostrerò quanto sarò felice di lasciare posto così scomodo e triste...cerco con la mia vita sempre di DIFENDERE e promuovere questo PAESE in tutti i SENSI ma spero davvero di non dovermi ricredere e pensare di lasciare STARE...Dio mi custodisca...

“Il partito della parrocchia non esiste”

Il parroco non può essere “incriminato” di parteggiare (né di sponsorizzare) per una formazione piuttosto che per un’altra, per il semplice motivo che da che mondo è mondo e da che storia è storia, nelle realtà comunitarie delle dimensioni di Calvizzano, non è il parroco (soprattutto quando è del calibro carismatico di don Ciro), ad avere bisogno dei politici, ma viceversa.
Non ci giriamo intorno, don Ciro non ha bisogno di accreditarsi  in una parte visto che è egli stesso l’unico punto di riferimento credibile del paese, l’unico elemento che non si sposta in una bussola è la stella polare e don Ciro per Calvizzano questo è e non in quanto sacerdote, sarebbe ingiusta questa lettura, sia verso la sua persona, sia verso i calvizzanesi che non meritano di essere tacciati a branco di pecore clericali.
Don Ciro il carisma se lo è guadagnato sul campo con la coerenza per ciò che professa e l’impegno nel sociale, cose niente affatto scontate e che non si acquisiscono d’ufficio insieme all’ordinazione sacerdotale.
Quindi sarebbe deleterio trascinarlo negli inciuci da bar o, peggio, in calunniose allusioni, non bisogna dimenticare che sotto questo aspetto ha già dato.
Del resto quale sarebbe la “colpa”? Che un gruppo di persone, che quotidianamente respira il suo carisma, si sia ritrovato a condividere un progetto per il futuro di Calvizzano? Ma se è questo il presupposto, più che di colpa non si dovrebbe parlare di logica conseguenza per chi ha spinto in modo palese, alla luce del sole ad impegnarsi nel civile, cioè nella Politica con la P maiuscola? Tra l’altro coerentemente in linea con il capo spirituale dei cattolici Papa Francesco? Allora perché tutto ciò deve essere inteso, strumentalmente, come chiusura agli altri e non invece come apertura a tutti?
La credibilità del parroco è tale che qualsivoglia schieramento si presenterà nell’agone elettorale, fossero pure cento, una buona parte dei suoi componenti saranno suoi estimatori, convinti, in cuor loro, che non saranno mai rinnegati.
Quindi, “inciuciatori” professionisti ATTENZIONE, rischiate di far allontanare per causa di livello massimo di schifo raggiunto,  l’unico elemento di coesione sociale che questo paese ha avuto negli ultimi 30 anni.
E questo non ricadrà sulla sua persona, visto che non avrà problemi di approdo in altri lidi più meritevoli, ma sulla intera comunità, soprattutto negli ultimi, negli emarginati, nei derelitti. Cioè in quella parte debole di cui la politica locale si è sempre altamente fregata e che in questi ultimi anni ha trovato sempre sostegno (l’unico) affollando i locali della Caritas e della segreteria parrocchiale, un posto che certa gente frequenta solo in determinati periodi pre-elettorali.


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