Incarichi piani di recupero, ennesima pagina oscura della politica maranese: furono impegnati 500mila euro. “Un’altra spartizione politica”, secondo l’ex consigliere comunale Albano
Agli inizi del 2012 ci fu una grossa polemica in Consiglio comunale sui
cosiddetti Piani di recupero. La questione venne sollevata dal capogruppo
dell’Udc dell’epoca, Pasquale Albano, per il quale i soldi impegnati per pagare
i professionisti incaricati (tutti appartenenti, secondo Albano, a “parrocchie”
ben precise), estrapolati dai residui della legge 219/81 (interventi per le
popolazioni colpite dal sisma dell’80), potevano essere impegnati diversamente
e in modo più utile, a esempio per ristrutturare le scuole della città.
Dure furono anche le critiche del consigliere di minoranza Bertini, che
subito rincarò la dose: “Gli incarichi per la redazione dei progetti di
recupero sono tutti vestiti tagliati e cuciti su misura”.
Andiamo con ordine e proviamo a ricostruire la vicenda dall’inizio. Con
delibera di giunta 26 del 13 aprile 2011, la giunta Perrotta (composta
esclusivamente da tecnici poiché l’ex sindaco aveva appena azzerato quella
politica) incaricò il dirigente dell’epoca dell’Ufficio tecnico, Gennaro
Pitocchi, di procedere alla stesura dei Piani di recupero, utilizzando 500mila
dei 2milioni e mezzo di euro ancora disponibili della legge 219, non erogata ai
privati per esaurimento della graduatoria degli aventi titolo.
Ricordiamo che, per Piani di recupero, si intendono quegli interventi di
riqualificazione del patrimonio edilizio e urbanistico delle zone che non
possono essere oggetto di trasformazione edilizia. Il dirigente dell’Area
tecnica, con determina 250 del 15 aprile 2011, individuò gli immobili da
recuperare su cui costruire i progetti. Tra rinvii e atti sbagliati, la gara
informale (vale a dire l’invito ai professionisti iscritti all’albo di fiducia
del Comune) venne indetta il 27 maggio, di venerdì, attraverso le determine
320-321-322-323-324-325. Il termine ultimo per presentare le offerte fu fissato
al lunedì 30 maggio. Alle ore 18.00, sempre del 30 maggio, giorno del ballottaggio
tra Scotto e Cavallo, la commissione composta da Pitocchi e dai tecnici
Ferriello (ora è dirigente al Comune di Carinaro) e Graziano (trasferito in
altro Comune), procedette all’apertura delle buste e all’aggiudicazione degli
incarichi. Il piano di recupero zona B1 fu aggiudicato all’architetto Biagio
Sgariglia (unica offerta pervenuta), che presentò il 2% di ribasso su un
importo a base d’asta di 65mila euro, oltre iva e cassa. Il Piano di recupero zona
A1 fu aggiudicato alla Seteco Engineering di Aversa (unica offerta) con 2,50%
su un importo a base d’asta di 80mila euro, oltre iva e cassa. Il Piano di
recupero delle masserie del Prg fu aggiudicato all’architetto Sara Ravezzi di
via Ranucci a Marano (unica offerta) con 2,50% di ribasso su un importo a base
d’asta di 80mila euro oltre iva e cassa. Il Piano del verde villa del Ciaurro
fu aggiudicato alla ditta Progetto verde (unica offerta) con l’1,50% di ribasso
su un importo a base d’asta di 80mila euro, oltre iva e cassa. Lo studio
geologico delle aree interessate dal programma “Più Europa” fu aggiudicato
all’architetto Stefania Pontillo di Caserta (unica offerta pervenuta) con il
2,50% su un importo a base d’asta di 55mila euro, oltre iva e cassa. L’unico
Piano di recupero non aggiudicato fu quello della zona A2, che era l’unico che
nella lettera d’invito ai professionisti indicava quale termine ultimo di
presentazione delle domande il giorno 23 maggio, cioè una data sbagliata,
addirittura precedente al giorno di invio delle lettere (27 maggio).
Perché, comunque, tutta quella fretta di procedere all’assegnazione delle
gare prima che si insediasse la nuova amministrazione? Questo fu il principale
interrogativo che sorse di fronte a tutta la vicenda. Ma non fu l’unico. Con
determina dirigenziale 37 dell’ufficio tecnico (24 gennaio 2011) veniva bandito
l’avviso di selezione per approntare una nuova graduatoria dalla quale
attingere professionisti ai quali affidare ulteriori incarichi (progettazione,
direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza, collaudo tecnico
amministrativo, collaudo in corso d’opera) pe rimporti inferiori ai 100mila
euro. Con determina 72 del tre febbraio 2011 veniva approvata la nuova
graduatoria con 114 tecnici di fiducia. Graduatorie da aggiornare ogni tre
mesi: il 30 aprile, il 31 luglio, il 31 ottobre…
Con determina 262 del 4 maggio 2011, veniva aggiornato l’albo con altri 21
tecnici. Altro interrogativo. Visto che l’atto di indirizzo per la redazione
dei Piani di recupero venne prodotto dalla giunta il 13 aprile 2011, perché si
aspettò il 10 maggio per mandare le lettere d’invito (poi per un errore
spostate al 27 maggio) ai tecnici? Si sarebbe dovuto aspettare la nuova
graduatoria dove, guarda caso, c’erano due vincitori della gara informale?.
Al di là dei dubbi, l’assegnazione dei lavori ai professionisti vincitori
del bando, in ogni caso, vennero fatte con determine 578-579-580-581-582 del 2
dicembre 2011, firmate dall’ing. Antonio Granata, il professionista qualianese
chiamato da Mario Cavallo (all’epoca sindaco di Marano) per dirigere l’Ufficio
tecnico. E qui c’è un’altra domanda. Come mai Granata, che sapeva già di andare
via di lì a pochi giorni per i noti problemi dell’ente strutturalmente
deficitario, si prese la responsabilità di assegnare incarichi così scomodi,
viste le critiche e le accuse che l’opposizione montò? Annunciò,
infatti, di inviare tutti i fascicoli inerenti l’uso dei fondi post-terremoto
alla Corte dei Conti. Lo fece?
“Mi risulta – afferma Biagio Sgariglia – di essere
stato l’unico a non aver presentato la fattura”.
Atti di liquidazione non sono mai stati pubblicati all’albo pretorio
online, a meno che non ci sia sfuggito. In ogni caso, a distanza di anni
resterebbero ancora tante zone d’ombra da schiarire.