Febbraio 2016, D’Ambra e Pirozzi erano disgustati dalla politica locale (volevano dimettersi da consiglieri comunali): ora si sono lanciati di nuovo a capofitto nell'agone elettorale calvizzanese
D'Ambra e Pirozzi |
“Non voglio sapere più
niente della politica e non mi dimetto per non far subentrare in Consiglio
comunale il primo dei non eletti”.
E’ quanto affermato da Michele D’ambra, consigliere di
minoranza, persona disponibile sul piano umano, sempre con il sorriso sulla
bocca, molto noto in città (lavora all’ufficio postale di Calvizzano) e con
gran seguito elettorale. Parole pronunciate in un momento di rabbia (ne è
testimone il consigliere comunale di maggioranza Lorenzo Grasso), per cui è
probabile che l’ex assessore ai tempi di Granata sindaco, in seguito suo grande
oppositore, potrebbe fare marcia indietro. Intanto, noi ne prendiamo atto. Ma
cosa avrebbe indotto il D’Ambra a esternare davanti a un giornalista una
dichiarazione che sicuramente non passerà inosservata? Perché sarebbe
intenzionato a gettare la spugna? Teme qualcuno? La cosa certa è che in due
anni e otto mesi di consiliatura il D’Ambra ha partecipato a pochissimi
consigli comunali (alle Commissioni consiliari, invece, sì) e non ha mai aperto
bocca. Ha il timore che il sindaco Salatiello (deceduto a luglio 2017),
profondo conoscitore dei trascorsi politici-amministrativi di qualsiasi
consigliere comunale, possa cantargliele pubblicamente, ricordandogli qualche
episodio infelice del passato?
Pure l’ex sindaco Giacomo Pirozzi sarebbe stufo
della politica e pure lui pare non abbia ancora rassegnato le dimissioni per
non far subentrare in Consiglio comunale il primo dei non eletti Giuseppe
Scimia, il medico aversano con studio a Calvizzano. Sicuramente non per un
fatto personale, ma perché è notorio che Scimia è molto vicino politicamente al
sindaco Salatiello. Insomma, la cosa comincia a farsi seria, poiché anche Biagio
Sequino, il più battagliero e propositivo dei consiglieri comunali di
opposizione, qualche mese fa dichiarò al nostro blog di essere disgustato dalla
politica locale, perché a Calvizzano si vogliono far fuori gli avversari con
strumenti impropri unicamente per bloccarli. Aggiunse di non candidarsi più, ma
di continuare a fare opposizione per il resto del suo mandato, solamente per
rispetto dei 1200 cittadini che lo hanno votato. A tutto questo va annoverato
che i Fratelli d’Italia, passati alla storia come i recordman dei
manifesti, pare siano anche loro caduti in letargo: non si vedono e non si
sentono più.
Una riflessione a questo punto è d’uopo. L’opposizione non c’è e
questo rappresenta un grave vulnus alla democrazia. Angela De Vito,
da sola e alla sua prima esperienza di consigliere comunale, non può certamente
fronteggiare la corazzata Salatiello, tra l’altro fortificatasi dopo appena un
mese di consiliatura anche dal passaggio di Flora Del Prete dai
banchi dell’opposizione a quelli della maggioranza. Salatiello non fa contare
nessuno e anche per questo motivo si sarebbe creato diversi nemici interni che,
però, non hanno il coraggio di uscire allo scoperto. E qui occorrerebbe
un’altra seria riflessione. La cosa più grave è che, nonostante manchino poco
più di due anni alle prossime amministrative, non spunti ancora un nuovo
personaggio da lanciare nell’agone elettorale e farlo perlomeno competere con
l’attuale sindaco, ormai tranquillissimo perché, come lui stesso spesso
afferma, dall’altro lato c’è il nulla.