Febbraio 2016, D’Ambra e Pirozzi erano disgustati dalla politica locale (volevano dimettersi da consiglieri comunali): ora si sono lanciati di nuovo a capofitto nell'agone elettorale calvizzanese

D'Ambra e Pirozzi
Riproponiamo l’articolo pubblicato da calvizzanoweb l’8 febbraio 2016: "bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro", cit. Tucidide (431-404 A.C.)

Non voglio sapere più niente della politica e non mi dimetto per non far subentrare in Consiglio comunale il primo dei non eletti”.
E’ quanto affermato da Michele D’ambra, consigliere di minoranza, persona disponibile sul piano umano, sempre con il sorriso sulla bocca, molto noto in città (lavora all’ufficio postale di Calvizzano) e con gran seguito elettorale. Parole pronunciate in un momento di rabbia (ne è testimone il consigliere comunale di maggioranza Lorenzo Grasso), per cui è probabile che l’ex assessore ai tempi di Granata sindaco, in seguito suo grande oppositore, potrebbe fare marcia indietro. Intanto, noi ne prendiamo atto. Ma cosa avrebbe indotto il D’Ambra a esternare davanti a un giornalista una dichiarazione che sicuramente non passerà inosservata? Perché sarebbe intenzionato a gettare la spugna? Teme qualcuno? La cosa certa è che in due anni e otto mesi di consiliatura il D’Ambra ha partecipato a pochissimi consigli comunali (alle Commissioni consiliari, invece, sì) e non ha mai aperto bocca. Ha il timore che il sindaco Salatiello (deceduto a luglio 2017), profondo conoscitore dei trascorsi politici-amministrativi di qualsiasi consigliere comunale, possa cantargliele pubblicamente, ricordandogli qualche episodio infelice del passato? 
Pure l’ex sindaco Giacomo Pirozzi sarebbe stufo della politica e pure lui pare non abbia ancora rassegnato le dimissioni per non far subentrare in Consiglio comunale il primo dei non eletti Giuseppe Scimia, il medico aversano con studio a Calvizzano. Sicuramente non per un fatto personale, ma perché è notorio che Scimia è molto vicino politicamente al sindaco Salatiello. Insomma, la cosa comincia a farsi seria, poiché anche Biagio Sequino, il più battagliero e propositivo dei consiglieri comunali di opposizione, qualche mese fa dichiarò al nostro blog di essere disgustato dalla politica locale, perché a Calvizzano si vogliono far fuori gli avversari con strumenti impropri unicamente per bloccarli. Aggiunse di non candidarsi più, ma di continuare a fare opposizione per il resto del suo mandato, solamente per rispetto dei 1200 cittadini che lo hanno votato. A tutto questo va annoverato che i Fratelli d’Italia, passati alla storia come i recordman dei manifesti, pare siano anche loro caduti in letargo: non si vedono e non si sentono più.
Una riflessione a questo punto è d’uopo. L’opposizione non c’è e questo rappresenta un grave vulnus alla democrazia. Angela De Vito, da sola e alla sua prima esperienza di consigliere comunale, non può certamente fronteggiare la corazzata Salatiello, tra l’altro fortificatasi dopo appena un mese di consiliatura anche dal passaggio di Flora Del Prete dai banchi dell’opposizione a quelli della maggioranza. Salatiello non fa contare nessuno e anche per questo motivo si sarebbe creato diversi nemici interni che, però, non hanno il coraggio di uscire allo scoperto. E qui occorrerebbe un’altra seria riflessione. La cosa più grave è che, nonostante manchino poco più di due anni  alle prossime amministrative, non spunti ancora un nuovo personaggio da lanciare nell’agone elettorale e farlo perlomeno competere con l’attuale sindaco, ormai tranquillissimo perché, come lui stesso spesso  afferma, dall’altro lato c’è il nulla.

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