Bollette Tari: su chi graveranno gli sconti previsti per le attività commerciali bloccate dal lockdown?



Sulla tariffa rifiuti il decretone tace, nonostante la richiesta di Arera di finanziare con almeno 400 milioni gli sconti previsti per le attività commerciali bloccate dal lockdown. La stessa Autorità che disciplina il metodo tariffario, ha infatti introdotto una regola che impone di ridurre  la quota variabile in proporzione ai giorni di chiusura imposti per legge e suggerisce sconti analoghi per chi ha chiuso per scelta e non per obbligo. Nel primo caso, i Comuni dovrebbero individuare il periodo di chiusura utenza per utenza (come?), nel secondo, invece, dovrebbero essere gli utenti ad autocertificare il tutto. Ma senza fondi aggiuntivi, come scrive giustamente il noto quotidiano economico finanziario “Il Sole 24 Ore”, gli sconti rischiano di aumentare le bollette degli altri utenti, per garantire la “copertura integrale dei costi” imposta dalle regole.

Come funziona il meccanismo del pagamento della tari
Copertura integrale dei costi significa che se un Comune spende cento per il servizio del ciclo integrato dei rifiuti (raccolta rifiuti, spazzamento, differenziata eccetera), deve, attraverso le bollette, recuperare 100 (qui non c’entrano evasione ed elusione che sono fenomeni peggiorativi dei ricavi). Se le agevolazioni, comprese quelle riferite ai negozi chiusi a causa della pandemia, costano al Comune 20, per ottenere come totale sempre 100, o vanno finanziate con soldi del bilancio dell’Ente, oppure con fondi aggiuntivi della Regione o dello Stato (gli almeno 400milioni chiesti da Arera) . Al contrario, si rischia di scaricare i 20 delle agevolazioni sulle altre utenze (domestiche e commerciali) che vedranno le bollette aumentate.      


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