Il 5 maggio ricorre il 20esimo anniversario dalla fondazione di “Medicina 2000”, la cooperativa dei Medici di famiglia di Marano: cosa è cambiato da allora?
L’ex presidente Neola, buonanima, era
uomo di destra, il vicepresidente Aprea, uomo di sinistra: i due, autentici
galantuomini, nonostante avessero idee politiche opposte, si stimavano a
vicenda e andavano anche molto d’accordo sul piano professionale
Da sinistra: Aprea e Neola |
Riproponiamo l’articolo pubblicato all’epoca
del periodico “L’attesa”
Per offrire una migliore assistenza sanitaria (in
particolare a coloro che vivono una situazione di disagio sociale) senza costi
aggiuntivi per i pazienti, circa 30 medici e pediatri di base di Marano hanno
costituito la cooperativa “Medicina 2000”. Presidente della neonata
organizzazione (che non ha scopi di lucro) è Vincenzo Neola, molto conosciuto a
Marano, non solo in quanto medico, ma anche quale consigliere comunale di An.
“La nostra cooperative – dice – non è nata
per scopi elettorali né per alcun altro fine politico-clientelare: tra i soci
ci sono medici di ogni estrazione partitica e alcuni che non vogliono nemmeno
sentire nominare la parola politica; per noi conta solo migliorare i servizi a
favore dell’utenza e creare nuove occasioni di lavoro”.
Può farci un esempio concreto?
“Tantissimi anziani – chiarisce Neola – incontrano
enormi difficoltà nel recarsi allo studio del proprio medico curante per
procurarsi una semplice ricetta; difficoltà che aumentano se il vecchietto è
solo ed ammalato e non può recarsi in farmacia. La cooperativa potrebbe fornire
questo servizio, affidandosi a volontari che verrebbero regolarmente pagati,
oppure ad agenzie tipo “pony express”.
Si prevedono anche i collegamenti in rete tra i vari
studi e la gestione computerizzata dei pazienti, il che significa che tutti i
medici dovranno munirsi di computer (c’è ancora chi compila le ricette a mano).
Il collegamento in rete consentirà a ognuno di loro di conoscere la situazione
clinica del paziente che in quel momento sta visitando.
“Avere a disposizione i dati clinici di circa
30mila persone – afferma Giuseppe Aprea, vicepresidente di Medicina 2000 – significa
avere la possibilità di effettuare un’indagine epidemiologica sula
popolazione”.
Tutti questi servizi comportano dei costi: su chi
graverebbero?
“Avendo lo status di cooperativa – aggiunge
Aprea – possiamo chiedere i finanziamenti previsti dallo Stato e dalla
Regione per associazioni senza scopi di lucro; inoltre, sicuramente un Comune
come Marano, sensibile alle problematiche del disagio sociale, troverà dei
finanziamenti per i servizi che forniremo. Ma questo è un discorso secondario:
anche se dobbiamo autotassarci, noi andiamo avanti per la nostra strada,
tentando di fare cose che al nord sono all’ordine del giorno da anni”.
La situazione odierna
Oggi le cose sono cambiate totalmente, in quanto è cambiato il
concetto di medicina generale: sia lo Stato che la Regione non riconoscono più le
cooperative di medici. Attualmente, 26 medici di Medicina Generale di Marano
sono ancora consorziati tra loro: la cooperativa è presieduta dal dottore
Giuseppe Aprea, stimatissimo medico, ma soprattutto una persona perbene e
garbata: da uomo di sinistra ha una mentalità aperta, è stato consigliere comunale di Rifondazione comunista, dal 1996 (la prima
volta che venne eletto: aveva 36 anni) al 2006, durante la consiliatura
Perrotta.
L’ex presidente Neola,
buonanima, invece era uomo di destra: i due, però, nonostante avessero idee
politiche opposte, si stimavano a vicenda e andavano anche molto d’accordo sul
piano professionale.
La cooperativa, con sede al Corso Europa, è molto attiva: organizza corsi di
aggiornamento, convegni, dove vengono trattate tematiche di grande attualità,
affidate ad esperti delle varie branche della medicina. Recentemente, il dottor
Aprea ha inviato una missiva al direttore del Distretto sanitario maranese,
Antimo Silvestre, dichiarandosi disponibile a una collaborazione per fare
prevenzione sul territorio, anche alla luce di questa ondata epidemica
Covid-19, che ha colpito fortemente Marano.