Calvizzano al voto, “A cosa serve la politica…” Quel botta e risposta costruttivo tra gli scrittori Musella e Salatiello che infervorò il web a novembre 2017. Lo riproponiamo, poiché è un argomento di grande attualità




Dal nostro concittadino Pasquale Musella ricevemmo e pubblicammo


Non voglio fare in questa sede un trattato di Scienze Politiche, anche perché nella fattispecie, (amministrazione del Comune di Calvizzano) non c'entra niente la Politica. In un Comune come il nostro si tratta semplicemente di amministrate come un buon padre di famiglia.  Il buon padre di famiglia come prima cosa pensa al benessere della famiglia, quindi, in primis al benessere dei figli. Invece a Calvizzano il benessere dei ragazzi è totalmente trascurato. Abbiamo una scuola media dove per la rottura di una serratura, ripeto una semplice e banale serratura, i nostri ragazzi sono obbligati a fare rotazione. Inoltre, per due gocce di pioggia in alcune aule e laboratori c'è stata infiltrazione di acqua. 
A cosa serve la Politica?
A cosa servono il Sindaco, gli assessori i consiglieri, i dipendenti e i dirigenti Comunali?
A cosa servono tutti queste figure, quando i nostri ragazzi che rappresentano il futuro del nostro Paese, sono totalmente abbandonati.
La politica ha a che fare con gruppi di persone. Ha a che fare con l'interazione di speranze e timori, scopi e aspirazioni. Tuttavia agli amministratori e/o "politici" calvizzanesi mancano i principi elementari non solo della scienza politica, ma la conoscenza dei dettami della Carta Costituzionale in merito all'amministrazione della cosa pubblica. Ed intanto i nostri ragazzi al 17 di novembre dell'anno 2017 sono costretti a fare rotazione ed a studiare in aule e laboratori con infiltrazione di acqua. 


Pasquale Musella

La politica è volontariato a tempo determinato


Cultura, scuola, ambiente le parole d’ordine. “Calvizzano ha vissuto una stagione politica paragonabile al “berlusconismo””

Caro Pasquale (Musella Ndr), sono contento che la tua voce si levi a farsi sentire, il nostro Mimmo (Rosiello Ndr) fa opera meritoria e utile a dare spazio a tutte le voci compresa la tua. Mi va di contribuire col mio umilissimo parere sulle tue riflessioni a una discussione costruttiva e serena non scevra però da visioni critiche da parte mia ma mai “CONTRA PERSONAM”. La politica è servizio di volontariato a tempo necessariamente determinato, perché l’uomo degrada e peggiora secondo le leggi naturali, quindi a Calvizzano come in tutto il paese, di carrieristi di vecchia data, senza scopo né intelligenza proprio non se ne sente il bisogno. Esistono tuttavia le note più dolenti: i cosiddetti “giovani” che stanno con uno o con l’altro politico che nulla c’entra con la propria comunità o che si muovono come negli arcaici apparati dei partiti di cinquanta anni fa, sono l’altra amara faccia della stessa medaglia. Esistono figure politiche d’infimo livello a Calvizzano che per colpa di cittadini (migliori di loro di parecchio) non essendosi interessati alla vita del proprio paese, hanno fatto crescere e prosperare come “statisti”. Non ci prendiamo in giro, Calvizzano ha vissuto una stagione politica paragonabile al “berlusconismo”, e che nel bene e nel male ha lasciato la sua indelebile impronta. Il guaio grosso è che quando un leader locale come il compianto Peppino Salatiello, umanamente molto apprezzato, ma che la sua tattica politica lo portò ad affermarsi, determinando, però, a scapito del livello di chi lo ha circondato e di chi in molti casi lo ha combattuto, uno schiacciamento verso il basso della qualità politica dei soggetti interlocutori. Sia chiaro, non è una colpa da attribuire a lui. Il vuoto qualitativo che ha lasciato, lo notavi anche tu un po’ di tempo fa: è dovuto alla statura culturale e politica di chi s’impegnava in politica. Vengo a due proposte che s’inseriscono nel solco delle tue idee: 1) Chi si candida alla carica di sindaco, ma anche di consigliere comunale deve dimostrare di conoscere la Costituzione della Repubblica Italiana. Conoscere a fondo PRIMA DELLA CANDIDATURA il regolamento e lo Statuto comunale, le leggi dell’ambito regionale che riguardano gli Enti Locali e deve conoscere in particolare le leggi ambientali. L’ambiente che ci ospita sta scoppiando e tutti quelli che fanno parte della vita politica (si fa per dire) del nostro paese non sanno nemmeno da dove cominciare. 2) La scuola, questa parola deve essere impressa nella testa di tutti quelli (non solo del responsabile amministrativo del comparto in questione) che vogliono amministrare il paese. Migliorare le strutture delle nostre scuole a Calvizzano significa dare la possibilità ai bambini (che hanno non una ma più marce in più rispetto a noi) di venir fuori con basi solide, con conoscenze articolate e una coscienza tali da permettergli la facoltà di scelte consapevoli. I docenti delle nostre scuole calvizzanesi sono degli autentici eroi, parlo per esperienza diretta e davvero so che sono in prima linea, vanno aiutati e sostenuti con ogni mezzo. Il prossimo assessore alla Pubblica Istruzione dovrà essere una persona intelligente, dalla vasta cultura e dalle conoscenze di settore importanti! Il Comune, spesso va avanti col lavoro intelligente di dirigenti e impiegati di settore (non tutti!) non solo della macchina amministrativa, ma di tutto l’indotto che lo riguarda, se fosse per certe comiche figure che siedono là, staremmo freschi! In sintesi: “CULTURA AMMINISTRATIVA, SCUOLA, AMBIENTE.” Chi ha voglia di fare qualcosa deve mettere qualcosa di suo che non siano i voti di parenti e amici. Il “pacchetto di voti” fatto sui marciapiedi, diventa poi inevitabilmente il “pacco” ai calvizzanesi che non sono esenti da colpe, devono saper scegliere e possibilmente non tra il 99% di quelli che abbiamo visto finora, ho detto scegliere non votare, una volta candidati, è già troppo tardi. Tu caro Pasquale, di cultura non solo tecnico-amministrativa ne hai da vendere, continua a contribuire a un dibattito utile per la nostra comunità e in bocca al lupo a chi vorrà impegnarsi. Grazie di cuore a Mimmo come al solito.

P.S. il termine “candidarsi” significava nell’antica Grecia e Roma, rendersi candidi, puri, degni della fiducia dei cittadini, per un incarico pubblico al servizio della comunità temporaneamente per poi ritirarsi dopo aver portato a termine il compito.

Enzo Salatiello

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