E’ stato docente a Calvizzano e a Marano:
ha dedicato la poesia “Suona ancora” al suo ex alunno Luigi Passaro, sedicenne
di Marano deceduto agli inizi di aprile 2018 per una meningite fulminante
“L’animo nobile d’ artista di Nicola Frasca –
scrive nella prefazione il prof. Gennaro Amato – lo ha indotto a
ripercorrere i luoghi storici dei campi di concentramento tedeschi che, durante
la seconda guerra mondiale, sono stati teatro di un dramma ideato dai nazisti
che ha avuto per protagonisti circa sei milioni di ebrei, considerata razza
inferiore e deleteria per i tedeschi che li hanno deportati nei campi di
sterminio”
“E’ un dovere civile – aggiunge Frasca – divulgare
alle nuove generazioni gli eventi drammatici avvenuti e affermare a tutti
coloro che si ostinano a non credere che è accaduto realmente”.
Il testo è distribuito gratuitamente, non perché il
suo contenuto non abbia alcun valore, tiene a precisare Frasca – ma semplicemente
perché l’arte non ha prezzo.
Frasca, fin dall’età di dieci anni, ha iniziato a
studiare musica, canto e recitazione. Ha calcato le scene di vari teatri
campani sia come attore sia come cantante. Ma il suo talento artistico si è
espresso in molte discipline artistiche, tra cui la fotografia, la
cinematografia e la poesia.
"Suona Ancora" è la poesia che
il prof. Nicola Frasca, ha dedicato al suo ex alunno della media San Rocco Luigi
Passaro, sedicenne di Marano deceduto agli inizi di aprile 2018 per una
meningite fulminante.
“Luigi era un ragazzo d’oro, buono come
il pane e perbene – afferma ancora commosso Frasca –: amava la
musica e suonava la chitarra che aveva imparato da autodidatta. La sua
improvvisa e prematura morte ha scioccato tutti coloro che l’hanno conosciuto”.
Nel 2007, Frasca pubblicò il volume “Una penna
racconta”, due anni dopo si dedicò alla produzione del musical “Perdersi”.
Suona Ancora
Ripassa gli accordi e la melodia
meno forte, continua……
Accelera, il ritmo,
un po’ con più brio,
attenzione alla nota sul terzo rigo,
è RE in chiave di basso,
tieni costante, non rallentare,
lega le note, non le staccare,
fai meglio il mordente,
aumenta il volume,
è SI bemolle, no, naturale,
ripeti e completa la frase
ricomincia da capo sino alla fine.
Va bene così, può bastare,
riprendiamo ad aprile,
riposa le mani. Sono stanche!
Hai bevuto nel sacro calice
l’ambito sublime,
non sei mai stato sazio
del magico gioco del suono
fuso col ritmo, danza e canto
l’atavico universale linguaggio
senza limiti né barriere né confini: divino.
L’hai amata, giorno per giorno,
come una donna fedele al tuo fianco,
non ti ha mai mollato
nemmeno un momento.
Cosa è stato, che hai fatto,
ti sei nascosto, smarrito
o ti hanno rapito?
All’improvviso hai stracciato
il contratto firmato
con la tua agenzia di spettacolo,
l’abbiamo saputo,
è ormai confermato!
a suonare sei andato,
nell’orchestra dei santi
col coro degli angeli
diretti da Dio.
Chiaro e tondo
si è udito,
provenire dall’alto,
echeggiare nell’aria
una struggente armonia,
eri tu, suonavi,
suona ancora…
non ti fermare mai…
Luigi.
Nicola Frasca