Calvizzano, Osservazioni al riadottato piano urbanistico: il Partito democratico si fa interprete delle istanze dei cittadini



 In anteprima il documento che il segretario del circolo locale del Pd, Antonio Veneruso, protocollerà in questi giorni




Alla Commissione Straordinaria
del Comune di Calvizzano
L.go Caracciolo n. 1
80012 Calvizzano (NA)


Osservazioni al Piano Urbanistico Comunale di Calvizzano
Adottato con Delibera di Commissione Straordinaria n°93  del 15 novembre 2019

SPAZIO RISERVATO AL COMUNE
PROTOCOLLO

SPAZIO RISERVATO ALL’UFFICIO TECNICO

OSSERVAZIONE

N°_______  del ___________

Il sottoscritto VENERUSO Antonio, nato a …………………………………………….il ………………………………………… e residente ivi alla Via ………………………………………….
Codice Fiscale  ………………………………………………………….
In qualità di:
□ Privato/a Cittadino/a
□ Proprietario/a
□ Tecnico incaricato dalla proprietà
□ Rappresentante di Associazione e/o Ente
□ Legale Rappresentante di società
□ Segretario del Circolo locale del Partito Democratico, posto in Calvizzano alla Via Conte Mirabelli n. 124, unitamente ai cittadini di Calvizzano appresso allegati, che sottoscrivono il  presente documento per ratifica e condivisione dei contenuti, presa visione di tutti gli elaborati che compongono l’adottando Piano Urbanistico Comunale, al fine di apportare il proprio contributo alla formazione del nuovo strumento urbanistico del comune di Calvizzano, tenendo conto delle istanze della cittadinanza di cui attraverso il presente atto si fa portavoce presso le S.V.,  presenta le seguenti osservazioni.

Tipologia Osservazione (barrare la casella che interessa)
 Zonizzazione
 Carattere generale
 Elaborati normativi
 Errori e/o omissioni
  Servizi ed infrastrutture
  Vincoli di tutela ambientale e paesaggistica
  Altro (specificare)

Localizzazione dell’area oggetto dell’osservazione (obbligatoria nel caso di proposta di modifiche):
Elaborato di riferimento : norme di attuazione, planimetria generale,  regolamento edilizio.

MOTIVAZIONE DELLE OSSERVAZIONI

Con le seguenti osservazioni si vuole portare all’attenzione dell’ Autorità amministrativa che attualmente esercita le funzioni dell’Amministrazione comunale,  e del tecnico redattore del piano, alcune doglianze molto diffuse nella cittadinanza, inerenti alcuni previsioni normative, contenute sia nelle norme di attuazione che nel regolamento edilizio, in base alle quali si vengono a creare delle situazioni di sostanziale ingiustizia sociale. Si tratta pertanto di osservazioni aventi ad oggetto questioni generali, non inerenti singoli lotti od aree di proprietà di singoli cittadini e/o proprietari.
Lo scrivente così come i molti cittadini che sottoscrivono hanno molto apprezzato lo sforzo dell’attuale Amministrazione Straordinaria di addivenire all’approvazione di un nuovo strumento urbanistico generale, che tanti contrasti ha portato in passato tra le forze politiche presenti in Consiglio Comunale. Sono ben 4  i progetti di PUC agli atti dell’Ente, presentati dai vari amministratori succedutosi negli ultimi 20 anni, mai portati a conclusione. In tal senso laddove l’iter dell’attuale proposta giunga a conclusione sarà certamente un bene per il paese, e motivo di vanto per chi riuscirà a conseguire questo importante risultato.
Analogamente merita un giudizio positivo l’aver ridotto sensibilmente le zone lasciate alla loro vocazione agricola, con forte riduzione dei vani da realizzare, soprattutto  attraverso la eliminazione dalla zonizzazione delle zone C previste nelle bozze dei precedenti piani, uniformando le previsioni progettuali alle disposizioni del PTCP, ed evitando la eccessiva consunzione del suolo e ove possibile la saldatura con i territori del Comuni circostanti.
Ciò premesso non può tuttavia non rilevarsi come alcune previsioni di carattere normativo appaiono non solo ingiuste ed inique, ma anche contraddittorie con alcuni dati oggettivi emergenti dagli stessi elaborati.
Il primo di essi è costituito dalla previsione nelle norme di attuazione relative alle zone B2 e B3 artt. 24, 25 della possibilità di realizzare i seguenti tipi di interventi “residenze esistenti, commercio, artigianato di produzione e di servizio, servizi alle famiglie e alle imprese …..” . Come si nota con evidenza è stata esclusa la possibilità di realizzare, nei lotti liberi ancora presenti all’interno del perimetro di tali zone, nuove residenze o abitazioni ad uso civile che dir si voglia. Per tali zone B2 e B3 si  individuano infatti degli indici fondiari, pari rispettivamente a 1.5 e 1.2 metri cubi per metri quadrato, ma si prevede soltanto la possibilità di poter “salvare” le residenze esistenti (quasi sempre costruite abusivamente), con la possibilità anche del cambio di destinazione d’uso dell’area edificata, ovvero di realizzare cubature finalizzate al cosiddetto terziario, escludendo a priori nuove edificazione ad uso residenziale. Questa previsione non solo contrasta con il calcolo tecnico dei vani assentibili operato dallo stesso progettista, pari a 1.021  vani (che a questo punto non si comprende dove potranno farsi), ma si viene a realizzare una grossa iniquità in danno di coloro che in oltre trenta anni, pur a fronte di un abusivismo edilizio diffuso, non hanno edificato abusivamente i loro lotti. L’applicazione di tali regole creerà infatti il paradosso che chi ha costruito abusivamente, e condonato l’immobile, può in futuro ottenere il cambio di destinazione d’uso del loro terreno, demolire e ricostruire l’immobile, e magari ampliarlo laddove ha ancora cubatura disponibile, mentre chi non ha costruito abusivamente in attesa del salvifico nuovo PUC, non potrà costruirsi una casa per se o per i propri figli, nonostante l’area di terreno si trova in zona  edificabile, come tale qualificata nel nuovo PUC, avendone tutti i requisiti.
Ma questa situazione di contrasto non è l’unica problematica. Poiché infatti è prevista la possibilità di realizzare nei lotti ancora liberi manufatti destinati al settore terziario, si potrà verificare molto probabilmente anche il fatto che i privati chiederanno il permesso per realizzare ad esempio uffici o studi, per poi riconvertire abusivamente le costruzioni in abitazioni, determinando nuove criticità e contenziosi legali con la P.A.,  per le inevitabili resistenze degli autori degli abusi, come statisticamente avvenuto in situazioni analoghe.       
Vi è poi un aspetto ancor più rilevante che non si è adeguatamente valutato, che darà luogo anche a contenziosi amministrativi ove non si adottino gli opportuni correttivi. Sempre in tali zone B infatti si trovano dei lotti inedificati già classificati come C nel vigente PRG (adottato nel 1972), che per effetto dell’edificazione abusiva degli altri lotti facenti parte delle stesse zone C, non si sono mai potuti edificare. Ebbene i proprietari di tali lotti, non solo hanno acquistato tali terreni spesso a prezzi elevatissimi, perché edificabili, non solo hanno atteso decine di anni senza poter costruire pur avendone i requisiti oggettivi, non solo hanno subito l’impedimento per effetto delle edificazioni abusive realizzate nei lotti adiacenti, ma oggi subiscono l’ennesima beffa di vedere i loro suoli qualificati come edificabili ma di fatto non usufruibili per le previsioni contenute nelle norme di attuazione, che escludono in tutte le zone  B nuove residenze.
Questo effetto sperequativo si realizza ancor di più per effetto delle previsioni dell’art.  23 relativo alle zone B1, dove non solo  sono presenti tutti i limiti delle zone B2 e B3, ma dove è esclusa qualsiasi tipo di edificazione, anche finalizzata al terziario.  Decisione francamente incomprensibile, avendo tali aree B1 le stesse identiche caratteristiche urbanistiche delle zone B2 e B3. Né può addursi l’incapienza dal punto di vista fondiario, poiché per consentire ai pochi lotti liberi ricompresi nella zona B1 di poter realizzare volumetrie abitative, in ossequi ai principi di equità e di giustizia pretermessi con le norme in contestazione, basterà ridurre di poco gli indici previsti per le zone B2 e B3.   
Si propone la previsione della possibilità di poter edificare anche nuove residenze per uso abitativo nei lotti rimasti liberi all’interno del perimetro delle zone qualificate come B1 – B2 e B3 .

Con le seguenti osservazioni si lamentano altresì criticità inerenti alcune disposizioni regolamentari inerenti soprattutto le norme disciplinanti le modalità costruttive, le distanze minime, i volumi tecnici.
Si è stabilito infatti che il lotto minimo per essere edificabile deve essere esteso almeno 500 mq. . Si è poi stabilito che laddove sia preesistente nel lotto adiacente un fabbricato costruito al confine, non solo non si potrà costruire in aderenza, ma nell’edificare il lotto si debba lasciare una distanza pari all’altezza del fabbricato costruito sul lotto confinante. Ebbene per effetto di questa limitazione si verificherà certamente che nella stragrande maggioranza dei casi non sarà possibile costruire per la mancanza della distanza utile, soprattutto per i lotti piccoli. Ancora una volta chi ha costruito abusivamente determinerà un danno per chi invece ha rispettato  la legge vigente, che gli impediva di costruire se non abusivamente.
Si propone pertanto di voler eliminare la previsione normativa delle norme di attuazione  e del regolamento edilizio che impedisce la costruzione in aderenza ai fabbricati costruiti dai confinanti a confine della loro proprietà. 
Stante inoltre il ridotto indice di urbanizzazione previsto per le zone B, si richiede inoltre di voler rivedere la norma del regolamento secondo la quale costituiscono cubature valutabili ai fini della determinazione dei volumi assentibili le casse scala e i volumi fuori terra dei piani seminterrati. Gli uni  le altre non hanno alcuna rilevanza sul carico urbanistico, trattandosi di volumi tecnici. Del resto la stragrande maggioranza dei regolamenti edilizi vigente qualifica come volume tecnico le scale e le cubature fino ad un metro di altezza fuori terra del piano seminterrato, avente funzione di aereazione  e di illuminazione.
Infine sempre in ordine al regolamento edilizio ed alle norme di attuazione si richiede di voler definire con maggiore chiarezza l’ampiezza del lotto agricolo minimo per poter realizzare un nuovo intervento in zona agricola. Nelle norme di attuazione viene fatto un richiamo alla normativa regionale in proposito, che prevede il lotto minimo di 5.000 metri quadrati, ma analogamente viene previsto in altra norma il riferimento ad un lotto di almeno 10.000 metri quadrati. La previsione di una specifica espressa previsione consentirà sicuramente  l’evitarsi di dubbi interpretativi sulla disposizione da applicare in concreto.

Con le presenti osservazioni si vuole altresì evidenziare come la previsione dell’adottando piano urbanistico comunale presenta una viabilità di progetto abbastanza carente, nel senso di prevedere una progettazione stradale insufficiente a superare quelle croniche criticità presenti nella esistente viabilità.  In questo senso la previsione delle strade di progetto da realizzarsi in futuro con l’adozione del nuovo piano costituisce un arretramento rispetto alle previsioni contenute nelle bozze di piano in precedenza approvate. Al fine di voler fornire un contributo nella formazione del nuovo piano, si allega una cartografia con la indicazione in rosso delle strade che con la presente osservazione si propone di realizzare ovvero di ampliare, al fine di consentire migliori collegamenti stradali, soprattutto con le principali arterie di comunicazione intercomunale, e per i collegamenti con le periferie.

Infine si richiede di voler operare una modifica nella zonizzazione inerente il quartiere delle cosiddette cooperative, nella zona indicata nel grafico allegato, costituente un’area di snodo fondamentale per l’intera zona, densamente abitata e interessata dalla presenza di scuole e uffici pubblici. In proposito si premette che con la osservazione in esame non si richiede come solito la trasformazione di una zona in edificabile, ma al contrario di eliminare la edificabilità per trasformarla in zona destinata ad attrezzature pubbliche. E ciò in quanto l’area si trova in un punto strategico del territorio comunale, in un’area già iper edificata (anche per effetto della realizzazione in sopraelevazione di piani abusivi ai fabbricati in zona PEEP), costituente l’unica ancora destinabile a servizi dell’intero quartiere. Non a caso in passato tale area era destinata a tale destinazione di attrezzature pubbliche, destinazione modificata in Consiglio comunale per scelte opache dettate da interessi clientelari. Ed infatti sul punto vi sono stati in passati  forti dibattiti tra chi voleva riportarla alla originaria destinazione e chi  avversava tale decisione. Che comunque fu accolta all’unanimità con la destinazione ad attrezzatura pubblica. Nella previsione attuale tale sofferta decisione è stata nuovamente rivista, con la previsione per tale zona della  possibile  edificabilità.  Si richiede di voler riportare nuovamente la destinazione di tale area, meglio specificata nel grafico allegato, ad attrezzature ad uso pubblico con la espressa previsione di in edificabilità della stessa.
Sicuramente è il frutto di una svista di carattere tecnico l’aver classificato l’attuale area di proprietà comunale, posta in Via Aldo Moro, quale area parzialmente edificabile. La stessa è già un’attrezzatura pubblica, ed in questa classificazione si chiede venga riportata.
Nella speranza di aver offerto un utile contributo nello sforzo di raccogliere e portare all’attenzione delle S.V. le istanze della maggioranza dei cittadini che, nel rispetto delle scelte tecniche adottate nel superiore interesse di una sana pianificazione territoriale, per un ordinato sviluppo del territorio, chiedono la modifica di quelle norme nel senso richiesto con le presenti osservazioni, la cui formulazione attuale determinerebbe una sperequazione tra i cittadini, vedendo soccombere coloro che in tanti anni hanno scelto di attendere, rispettando la legge, a favore di coloro che invece la legge l’hanno violata costruendo abusivamente, oltre a situazioni di contrasto oggetto di innumerevoli ricorsi giudiziari.
Con ossequi
Calvizzano, addì
                                                                            In fede   





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