Il decreto di scioglimento del Comune di Calvizzano ha certificato il fallimento di una intera generazione politica: ripartire coinvolgendo i giovani
Dall’avvocato Franco Sabatino (già
amministratore comunale) il 26 aprile 2018 ricevemmo e pubblicammo una interessante missiva. La
ripubblichiamo data la sua attualità, poiché per l’agone elettorale circolano i
soliti nomi
L'avvocato Sabatino durante i funerali di Revenaz |
Egregio Direttore,
Il Consiglio dei Ministri, su proposta
del Ministro degli Interni ha decretato lo scioglimento del Consiglio Comunale
di Calvizzano, per infiltrazioni camorristiche.
Non sfugge alla Sua attenzione, la
gravità del provvedimento.
Calvizzano, nella sua storia, non ha mai
subito un provvedimento politico-amministrativo, così umiliante. E’ stata
scritta una brutta pagina.
Il 30 settembre 1971, fu avanzata una
formale proposta di revoca dell’allora Sindaco Revenaz, la quale, però, non
ebbe seguito “per insussistenza dei motivi addotti”. Così decretò l’Autorità
adita.
Quantunque l’irrilevanza della
fattispecie, si verificò una mobilitazione generale.
I cittadini, con appartenenza e non,
divennero partecipi e protagonisti di quei giorni convulsi. Si pretendeva la
verità. Pubblica, che avvenne. Era in discussione la dignità morale e politica
di Calvizzano e della sua classe amministrativa.
Il sintetico richiamo a quel periodo ha
una rilevanza storica, politica e sociale importante. Oggi, come allora, è in
discussione il prestigio e l’identità di un intero Paese.
Bisogna recuperare e ricreare la stessa
coscienza critica di quegli anni, capace di controllare e gestire gli eventi
difficili.
L’attuale classe politica, nel rispetto
dei principi democratici che intercorrono tra eletto ed elettore, ha il dovere
di dare risposte chiare e puntuali su quanto accaduto.
Alla cittadinanza non interessa leggere
le motivazioni portate nel decreto di scioglimento del Consiglio. Né tantomeno
ritiene che possa assumere pregio politico un ipotetico ricorso (se sarà
proposto), perché atto di mero rilievo amministrativo.
Il decreto di scioglimento ha
certificato il fallimento di una intera generazione politica. E’ inutile
nasconderlo. I fatti contestati, se non smentiti da future indagini, sono di
plastica evidenza. E’ stato vissuto un periodo oscuro. Molte ombre hanno avuto
libero accesso nelle stanze del potere.
Spetta ai soggetti destinatari del
provvedimento provare di aver gestito la cosa pubblica nel rispetto delle norme
di diritto, e non solo. Se dovessero emergere circostanze e comportamenti di
rilievo penale, allora la cittadinanza avrà il diritto di promuovere una
rivisitazione dell’intera vicenda, perché nessuno possa dire: ”io
non c’ero!”.
I cittadini hanno il diritto di
conoscere la verità dei fatti contestati.
Noi speriamo che questo
processo amministrativo si risolvi in tempi brevi e dignitosamente per tutti.
Il popolo perdona ma non giustifica.
Ecco perché è da evitare il ricorso allo scandaloso quanto subdolo scarico di
responsabilità su chi non può più rispondere, né difendersi.
Sarebbe una seconda sconfitta, atteso
che la gestione della cosa pubblica è istituto collegiale ed i provvedimenti
vengono approvati o respinti con il voto di ogni singolo consigliere comunale.
La nostra comunità non merita di essere
ulteriormente umiliata.
Signor Direttore, tutte le libere
coscienze devono uscire dal silenzio “assordante”, che ha indirettamente
contribuito al degrado della politica Calvizzanese.
Ciò posto, mi pregio chiederLe di
promuovere e moderare un pubblico dibatto, avente ad oggetto: “presente e
futuro di Calvizzano”. Quanto accaduto non può e non deve passare sotto
silenzio, nell’indifferenza generale.
Il ricorso alle solite giustificazioni
liturgiche, non trova più ingresso nella moderna dialettica politica. Il
“domani” esige una analisi più approfondita. E’ indispensabile coinvolgere
tutti i settori della società civile. Soggetti che mettono a disposizione
competenza, specializzazione, meritocrazia, cultura. E’ su questi temi che si
gioca il futuro di una collettività, con particolare riferimento al futuro dei
giovani. Diversamente, saremo perdenti perché non competitivi. Il mercato del
lavoro è cambiato. Ha bisogno di creatività, di conoscenza. Coinvolgiamo,
Direttore, i giovani a progettare il loro domani. Diamo loro fiducia.
Stimoliamoli allo studio di altre realtà. Non bisogna temere il confronto. Il
“recinto” culturale è stato la negatività del progresso. Purtroppo, bisogna
registrare con rammarico, che la politica locale non ha creato grandi spazi. Si
è chiusa in se stessa, in un sistema autoreferenziale. Autolegittimandosi quale
depositaria della verità. La sua.
Grazie per l’ospitalità, cordialmente
Franco Sabatino
(già amministratore comunale)
Avv. Franco Sabatino
e-mail: fransabatino@libero.it
La nostra risposta
Egregio avvocato Franco Sabatino,
condivido quasi in toto quanto da lei scritto, ma mi preme sottolineare un
passaggio della sua missiva che ritengo fondamentale: “Il popolo perdona ma
non giustifica. Ecco perché è da evitare il ricorso allo scandaloso quanto
subdolo scarico di responsabilità su chi non può più rispondere, né
difendersi…”.
Infatti, non bisogna commettere
quest’errore: tutti coloro che hanno rappresentato il popolo nella massima
assise cittadina, chi in misura maggiore, chi in misura minore, hanno le loro
colpe e devono assumersi le proprie responsabilità di questo fallimento. In
questi circa cinque anni di consiliatura solo noi di calvizzanoweb, purtroppo,
abbiamo parlato, in tanti hanno taciuto di fronte alle molte “ombre, come lei
asserisce, che hanno avuto libero accesso nelle stanze del potere”.
Lei mi chiede di promuovere e moderare
un pubblico dibattito e suggerisce anche il titolo, a mio avviso calzante a
pennello: “Presente e futuro di Calvizzano”, affinché non passi sotto
silenzio e nell’indifferenza generale quanto accaduto. Accetto volentieri la
proposta, ma colgo l’occasione per ricordarLe che sul nostro portale il
dibattito è quotidiano, anche se su questi argomenti c’è poca partecipazione, segno
che buona parte del popolo calvizzanese deve ancora svegliarsi dal
torpore che li rende immobili da anni. Forse ai tempi di Revenaz sindaco,
quando lei rivestiva la carica di amministratore, il senso di appartenenza alla
cosa pubblica era più spiccato?
E’ indispensabile, come lei conclude,
coinvolgere tutti i settori della società civile, in particolare i giovani:
soggetti che mettano a disposizione competenza, specializzazione, meritocrazia
e cultura, perché su questi temi si gioca il futuro di una collettività. Lei ci
invita a nozze, poiché su questi temi, in particolare quello della cultura,
abbiamo costruito la nostra storia e sono diventati parte integrante della
nostra mission, tant’è che, proprio recentemente, dal nostro portale abbiamo
lanciato l’idea di una scuola di formazione amministrativa, un laboratorio
sociale aperto ai giovani per dar loro uno spazio civico di condivisione e
progettazione collettiva. Noi, come Lei, vogliamo costruire una Calvizzano
migliore.
Mimmo Rosiello