Rinascita politica a Calvizzano? Si può e si deve fare

Calvizzano cade a pezzi: per farla risorgere occorrerebbe una riqualificazione urbanistica e politica
Ieri era il “25 aprile”. Ricorrenza della fine della Seconda Guerra Mondiale. A Calvizzano non abbiamo visto un rappresentante eletto dai cittadini commemorare l’evento. La politica fino a questo momento nel nostro piccolo paese ha fallito. La rappresentanza popolare è sospesa. Dopo la bruciante sconfitta per tutti noi, bisogna ripartire. Sconfitta, “merito” di quelle figure ridicole che da trent’anni passeggiano per il paese a due o a tre, sempre gli stessi, “costruendo coalizioni” sui marciapiedi, a loro non frega niente del benessere comune. Ma, guardando avanti, (l’unica cosa possibile da fare) dobbiamo analizzare il perché non ci sia una sana e rigenerante rinascita di una nuova classe politica che cambi le cose. Fino ad oggi, le proposte politiche per il governo del paese venivano fuori da capannelli in piazza, incontri al bar, convivi e serate a tavola. La politica ha bisogno di guide al di sopra della media, di persone che la considerano un volontariato. Il processo di rinnovamento e di crescita di una classe politica a Calvizzano deve somigliare a una rivoluzione del pensiero. Chi si è impossessato della scena politica di Calvizzano deve ringraziare l’atteggiamento colpevole di chi, era in grado di guidare la scena ma per una serie di limiti non lo ha fatto. Credete veramente che chi ha sulle spalle la storia amministrativa recente del paese era veramente all’altezza? Per passare per l’aggregazione di persone e idee, sono innanzitutto necessarie le sedi deputate, spazi aperti, incontri collettivi, lo scambio continuo di idee e proposte. Tutto questo però non servirà a niente senza un coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze che hanno dalla loro, cultura, istruzione, senso delle istituzioni. Senza la cultura, l’informazione, la conoscenza tecnica (anche di base), senza menti aperte, si avranno sempre formazioni politiche improbabili o peggio ancora inadeguate. La selezione delle figure politiche deve avvenire con la partecipazione delle istituzioni: la scuola, una biblioteca informatizzata e connessa al circuito nazionale di tutte le biblioteche del Paese. La comunità cattolica ed ecclesiale di Calvizzano catalizza intorno a sé grazie al validissimo lavoro svolto da don Ciro Tufo, nostro parroco, tanti giovani; La Pro Loco; i gruppi social dedicati alla vita del paese. Insomma, le elezioni devono essere il terminale del lavoro costruito nel tempo. Il ricambio generazionale c’è stato verso la fine degli anni ’90 ed ha prodotto solo delusioni, nonostante qualche caso che fa eccezione. Tutto questo perché i “giovani” di quegli anni, s’incanalarono dietro la classe dirigente matura che rispecchiava tutti i pregi (pochi) e i difetti (tanti) dello Status-Quo nazionale. Non ebbero la personalità e la forza intellettuale ma nemmeno la volontà di dedicarsi a una piccola rivoluzione mentre intorno al nostro paese molte novità e fermenti si facevano avanti. Oggi sul territorio cittadino abbiamo un solo partito strutturato e alcuni movimenti politici che si dedicano a varie iniziative. Ma non basta. Per attirare nuove forze, selezionare giovani leve, bisogna raccontare loro la verità, dire le cose come stanno, la politica è difficile, non si fa con i “selfie” insieme a leaders nazionali, né con  le discussioni sterili sui “social network”. Ci vuole scuola, progetti, percorsi addirittura didattici. L’aggregazione arriva sicura con la bellezza degli argomenti, la facilità del linguaggio, la forza delle idee buone, realizzabili. Calvizzano è distrutta. Tra le leggi europee recepite dal governo (Pareggio di bilancio) e sfacelo amministrativo locale anche sul piano regionale, è messo davvero male. Mi permetto un suggerimento: viabilità, pedonale e veicolare! Un disastro, la scuola e la sua funzionalità materiale, nonostante il grande lavoro di un dirigente scolastico molto in gamba, c’è ancora molto da fare. La tenuta dell’arredo urbano, case fatiscenti, zone periferiche abbandonate. Si dovrebbero creare degli incentivi fiscali per aiutare i privati a riqualificare proprietà e attività commerciali (allo sbando). Insomma. Si parte da un livello inferiore allo “zero”. C’è molto da fare, per prima cosa, tenere lontano quelli che vogliono fare la “carriera”. A noi calvizzanesi serve il volontariato politico. La grande e meritoria opera di sensibilizzazione della Pro-Loco con il seminario gratuito sulla Pubblica amministrazione è un grande segnale, ma è solo un inizio. Tutti i ragazzi devono partecipare, ascoltare chi ne sa di più e approfittare. Dobbiamo smettere di eleggere sempre le stesse facce, lamentarsi dopo, sarebbe troppo tardi e soprattutto inutile.

Enzo Salatiello


Visualizzazioni della settimana