Cogliamo
l’occasione per fare gli auguri di Buona Pasqua a tutti i nostri lettori
L’incontro organizzato dalla sezione locale del
Partito democratico, svoltosi il 16 aprile scorso nell’aula consiliare, ha
segnato lo spartiacque tra il prima e il dopo. Come abbiamo già scritto è stato
un buon inizio, perché, finalmente, si è parlato di idee e di proposte da
mettere in campo per costruire una Calvizzano migliore, in tutti i sensi. Adesso,
però, bisogna pensare al dopo, passando dalle parole ai fatti. Non importa se i
cittadini, alla fine, non saranno in grado di scegliere i loro amministratori, come
ha ricordato Peppe Anatrella, moderatore del dibattito del 16 aprile, facendo l’esempio
dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni malavitose, e
andranno a votare i soliti noti che non
hanno mosso un dito per lo sviluppo della città. Va ricordato che la politica
non è un lavoro, è una missione che va portata avanti 365 giorni all’anno, senza
mai scoraggiarsi, anche quando nepotismi, clientele
e favoritismi di ogni genere (Calvizzano docet) continuano a farla da padroni
e, ovviamente, a influenzare l’andamento del voto. Da queste parti, purtroppo, si è sempre badato alla
forma (indossare la fascia tricolore, conquistare uno scranno in consiglio o
portare a casa uno stipendio da assessore) e mai alla sostanza (un confronto
serio sullo sviluppo della città). Poi i cittadini si lamentano quando vedono
la loro città “morire”. Cosa fare in concreto? A breve, programmare un incontro
con i Commissari straordinari per discutere sul migliore utilizzo dei fondi
della Città Metropolitana che spettano a Calvizzano (poco più di un milione di
euro); aprire un dibattito sul reddito
di cittadinanza e sul Piano urbanistico per renderlo più funzionale ai bisogni
della città, sia attraverso le osservazioni (quelle vecchie sono state
annullate) che con proposte migliorative. Per quanto concerne la trasparenza, bisogna
lottare, e solo un partito strutturato come il Pd, l’unico in città, lo può
fare, per far sì che anche il sito
istituzionale di Calvizzano, come avviene quasi in tutti i Comuni dell’hinterland,
consenta ai cittadini di poter consultare gli atti degli ultimi cinque anni,
cosa fondamentale per i giornalisti che
intendono fare inchieste e approfondimenti. Inoltre, bisogna far luce, una
volta per sempre (non sono serviti a niente finora i nostri articoli), su “Citizen
on line”, il progetto di innovazione tecnologica finanziato dalla Regione. I cittadini hanno diritto di sapere perché non
è mai decollato e che fine hanno fatto i macchinari arrivati tempo fa al
Comune. E’ ancora recuperabile? Fuori le responsabilità politiche e
amministrative. Solo così si diventa credibili, perché si passa veramente dalle
parole ai fatti.