Certo sono lontani i tempi in cui in città c’erano
addirittura due Centri Trovamici. Il più importante era allocato in
alcuni locali di via Isonzo, presi in fitto dal Comune. Voluto fortemente
dall’amministrazione Bertini verso la fine degli anni ’90, ebbe il suo massimo
splendore agli inizi del 2000, quando Antonio Menna (il noto
scrittore-giornalista) ricopriva il ruolo di assessore ai Servizi sociali.
Veniva portato avanti da un comitato di autogestione ed era frequentato da
circa 200 persone che giocavano a carte, a tombola e ballavano. Per i locali comunali
di via Borsellino (dove anni fa erano ubicate le pompe idriche che servivano a
innalzare la pressione dell’acqua nelle case del quartiere cosiddetto “48”), la
bolletta dell’acqua e dell’energia elettrica è a carico del Comune, mentre i
frequentatori si autotassano per pagare la pulizia del locale. Ma somiglierebbe
più a un circolo privato che a un vero e
proprio “Trovamici”.