Marano, epoca Cavallo sindaco: venne affidato al consulente Amitrano il compito di mettere ordine nel settore idrico, ma l’ex assessore gettò la spugna dopo 4 mesi



L’ex assessore Alberto Amitrano venne nominato, dal sindaco Mario Cavallo, consulente a titolo gratuito del sistema di gestione del servizio Acquedotto. Appena ebbe il decreto di nomina (6 settembre 2011), Amitrano si mise subito al lavoro. Dalla sua, aveva la lunghissima esperienza da amministratore. Fu consigliere comunale dal 1993 al 2001; poi diventò assessore alla Polizia municipale con Bertini fino al 2006; tornò in Consiglio comunale con l’elezione di Perrotta nel 2006 e venne poi nominato assessore al Bilancio, carica dalla quale si dimise dopo pochi mesi per dissapori con il sindaco stesso. Alle amministrative del 2011 si ricandidò al Consiglio comunale con la lista civica “Marano futura”, a sostegno di Cavallo, ma non venne eletto. Negli anni di amministrazione Bertini, soprattutto nella prima fase, da consigliere comunale, si occupò attentamente di tributi, soprattutto delle banche dati degli utenti, contribuendo a costruire uno dei primi database dell’ufficio. Per l’ostinazione con cui incalzava l’amministrazione sul fronte della lotta all’evasione, l’ex sindaco bertini (con cui Amitrano ha avuto come tanti diversi screzi) lo soprannominò “l’esattore”. Nel 2011, dunque, Amitrano tornò come consulente per mettere le mani su uno dei punti critici del bilancio comunale, quello della risorsa idrica. Un vero nodo, da decenni. Purtroppo, la sua avventura si concluse dopo 4 mesi. Raccontò la sua avventura al periodico l’attesa con un suo breve diario che pubblichiamo.

Amitrano: “Le mie proposte tutte ignorate, forse erano troppo scomode”  

“Il 6 settembre 2011, il sindaco Cavallo mi nomina consulente per la verifica della fattibilità del progetto di riportare in house il servizio di gestione dell’acqua potabile. Accetto con entusiasmo l’incarico  perché ho lavorato convintamente all’elezione di Cavallo a sindaco della città e perché spero in un nuovo corso della politica a Marano, dopo cinque anni di grave degrado. Con la collaborazione dell’ufficio Acquedotto acquisisco i dati relativi agli ultimi anni della gestione Teleservizi/Publiservizi e, l’11 ottobre 2011, presento, al sindaco e alla giunta, il risultato del mio lavoro.
I punti salienti della mia analisi: (interessante leggerli: si capisce meglio perché il Comune poi è andato in dissesto, Ndr)
a)     Da maggio 2005 la gestione dell’acqua potabile a Marano è affidata a Teleservizi, che percepisce un aggio del 6,5% sul totale delle somme incassate.
b)    Nel 2011 il Comune acquista oltre 8milioni di metri cubi d’acqua, mentre la teleservizi (nel frattempo diventata Publiservizi) ne fattura, ai cittadini, solo 3milioni di metri cubi, pari al 36% dell’acqua acquistata.
c)     A settembre 2011, le famiglie anagrafiche a marano sono 19.967, ma, nella banca dati della Publiservizi, sono solo 12.612. Anche considerando che quasi duemila famiglie non sono servite dall’acquedotto di Marano, ma da Napoli (zona via Marano-Pianura) e un migliaio sono raggruppati in condominio, almento cinquemila famiglie non ricevano la bolletta dell’acqua.
d)    Nel periodo2005-2011, la Teleservizi ha emesso quattro fatturazioni per gli anni 2004/2005, 2006/2007, 2008/2009, 2010/2011, che si sono caratterizzate per errori (migliaia di fatture con importi bassissimi e tante con importi inverosimili), omissioni e doppie fatturazioni, penalizzando fortemente le casse del Comune e costringendo ai cittadini a continue proteste presso gli uffici Teleservizi.
e)     I consumi del 2011 sono stati fatturati in modo presunto, perché, stranamente, la ditta non ha effettuato le letture.
f)      Per il solo biennio 2010/2011, per l’approvigionamento  dell’acqua, per i costi del personale comunale e l’aggio Publiservizi, per il pagamento delle acque reflue e di depurazione, il Comune spenderà 11milioni392mila euro. Per lo stesso biennio, Publiservizi ha emesso fatture per solo 6milioni996mila euro. Cioè con una perdita prevista di 4milioni 396mila euro. Ma, visto che  negli anni si è passati dal 60% di riscossione (quando il servizio era gestito dal Comune) al 42% del biennio 2008/2009, la perdita secca per le casse del Comune per  il 2010/2011 sarà superiore agli 8,5 milioni di euro.
g)    Negli anni la riscossione coattiva della Teleservizi è stata pressoché nulla e le somme da recuperare sono diventate ingenti. Ci sono decine di condomini che devono al Comune molte centinaia di migliaia di euro, ma, complice la politica locale (notissimi esponenti politici locali abitano in alcuni di questi condomini), si minacciano tagli e ingiunzioni che finiscono sistematicamente nel nulla. La conclusione della mia analisi era l’evidente fallimento dell’esternalizzazione e la conseguente proposta concreta di riportare in casa la gestione dell’acquedotto.
Questa mia proposta era stata condivisa dalla signora De Vivo (all’epoca responsabile dell’Ufficio Acquedotto (Ndr).
La mia analisi si concludeva con un quadro sinottico in cui venivano elencati il personale richiesto: quello già presente nell’organico comunale (male o per niente utilizzato) e quello da acquisire o da appaltare all’esterno, e le risorse tecniche (software e mezzi) da acquistare.
Mi ero addirittura spinto a contattare aziende operanti nel settore (tra cui un’azienda maranese leader nazionale nella lettura dei contatori del gas), le Poste e alcune ditte operanti nel campo dell’informatica applicata al servizio acquedotto, per sostanziare la mia proposta anche con dati economici.
Ma, dopo la presentazione al sindaco e alla giunta, sulle mie proposte è calato un silenzio gelido. Il sindaco, per problemi di salute, ha ignorato il problema. L’assessore Granata ha dimostrato un forte scetticismo, legato anche alla volontà di evitare una responsabilità di cui voleva liberarsi. La nuova dirigente dell’area Economica (dottoressa Claudia Gargiulo, Ndr), che avevo cercato di sensibilizzare fornendo tutta la documentazione prodotta a cui avevo segnalato l’anomalia della mancata consegna di tutta la banca dati da parte della Publiservizi (nonostante il bando di gara lo prevedesse espressamente), si è lavata le mani come Ponzio Pilato.
Risultato finale: con delibera del 16 gennaio 2012, il Sindaco e la Giunta decidono di prorogare ancora per un anno l’appalto alla Publiservizi e raccomandano alla dirigente dell’area economica di “adottare gli atti e provvedimenti necessari all’indizione di gara d’appalto per l’affidamento del servizio da gennaio 2013 e per anni quattro”.
Non mi è restato altro, così, di prendere atto delle decisioni e di rassegnare le dimissioni.
E’ l’amara conclusione di un’esperienza di consulenza breve, gratuita, professionalmente interessante, ma, forse, molto scomoda per chi gestisce attualmente il Comune di Marano.
Alberto Amitrano
           

Visualizzazioni della settimana