Marano, disposto lo sgombero dei locali confiscati alla camorra concessi in uso alla Comunità islamica: ammontano a 36mila euro i canoni locativi probabilmente non dovuti
Festa per la fine del Ramadan |
Lo sgombero dello stabile
di via San Rocco, assegnato alla
Comunità islamica maranese, stando a uno degli ultimi atti firmati dalla triade
commissariale, dovrebbe avvenire entro il 9 gennaio 2019. E’ probabile però che,
a breve, si trovi una soluzione, in quanto sia il sindaco Visconti che il
segretario comunale, Gerardo Rosania (persona seria e competente), hanno preso
a cuore l’increscioso problema. Un
inconveniente che si sarebbe sicuramente potuto evitare, se all’ufficio
Patrimonio, nel corso degli anni, avessero preso in considerazione la richiesta
di concessione dei locali confiscati, protocollata da Ibrahim Kkader , presidente
della Comunità islamica di Marano, nonché Imam di tutta l’area a nord ovest di
Napoli. Risiede da diversi anni a Calvizzano. Lo spostamento
del Centro con la moschea, gestito dalla comunità islamica di Marano (
inaugurato il 20 marzo 2012 negli ex locali di Poggio Vallesana, presi in fitto
dal Comune) in uno stabile confiscato alla camorra nel parco Annabella
di via San Rocco, avvenne il 30 novembre 2013: fu disposto dall’ex
Commissario straordinario, Gabriella Tramonti.
“Siamo molto grati al Commissario Tramonti – dichiarò all’epoca Khader
al periodico L’attesa – per aver compreso
le nostre esigenze. Noi chiedevamo solo uno spazio per continuare a pregare e
per proseguire la nostra attività culturale con i bambini. Nel concederci l’utilizzo
dei nuovi locali, il commissario ha dimostrato grande civiltà e rispetto per i
diritti delle minoranze”.
Bisognava, dunque, solo
firmare il contratto di comodato d’uso gratuito, cosa che, però, non è mai
avvenuta. Alla Comunità islamica,
dunque, come ci ha riferito un ex amministratore, non spetta il pagamento degli
affitti arretrati chiesti dal Comune (quantificati in 500 euro mensili), mentre
le spese di condominio sono a loro carico e vanno versate all’amministratore
del Parco.