Marano, la voce appassionata di Pina Giarmanà


Continuare a portare in scena il suo spettacolo di successo "Io Te Vurria Cantà" e allestirne un altro con il noto artista Raffaello Converso (ne parliamo in un articolo a parte), i prossimi obiettivi di Pina Giarmanà, 45 anni, attrice e cantante maranese (vive con il marito a via Adda). 
"L’amore per il teatro e per la musica è l’eredità più bella che mio padre potesse darmi”. Parla così del rapporto con suo padre Aurelio, direttore del teatro della chiesa San Ludovico, che definisce il suo più grande sostenitore.
La sua carriera, che l’ha portata a calcare i palchi delle maggiori capitali europee, è iniziata proprio nel teatro diretto dal padre, a quindici anni, quando un gruppo di ragazzi organizzò uno spettacolo di beneficenza per aiutare il parroco a comprare una nuova automobile, perché gli era stata rubata.
Queste sono le mie prime radici – dice -, la mia prima identità, per fortuna, sono riuscita a non perderla mai”.  
Il grande debutto avvenne nel 1999 con “La gatta Cenerentola” di Roberto De Simone, grande regista e musicologo napoletano con cui intraprese un tour europeo che toccò città come Londra, Parigi e Barcellona. Il 2002 invece fu l’anno del successo con “Scugnizzi”, il musical di successo scritto da Claudio Mattone, in cui Pina interpretò la “scugnizza”più grande, quella più protettiva nei confronti degli altri ragazzi.
Poi, nel 2004, in seguito a un’operazione che le paralizzò una corda vocale, l’attrice affrontò un lungo periodo di riabilitazione, che però è stato una sorta di incentivo a continuare a cantare.
Prima di quell’avvenimento – racconta – non sapevo ancora cosa avrei fatto da grande; il dramma invece si è trasformato, prima, in uno sprone e, successivamente, in una conferma: ho pensato che, se ho rischiato seriamente di perdere la voce e poi sono riuscita a cantare di nuovo, allora la mia strada è proprio questa”.   
 Dopo quel tragico evento, Pina Giarmanà ritornò in piena forma sul palcoscenico, prima, con la “Compagnia dei fratelli Gallo” , dopo, con l’applauditissimo “Io speriamo che me la cavo” con Marurizio Casagrande. Nel 2007, fu la volta del teatro cantato con “L’Inferno di Dante” di Domenico Maria Corrado, ambientato nel suggestivo scenario delle grotte di Pertosa (lì si è incontrato con l’attore Antonio Ferrara con cui sta portando in scena “Io te Vurria Cantà"), in cui interpretò la tragica parte di Francesca, narrata nel quinto canto dell’inferno della Divina Commedia.  Recentemente ha preso parte a diversi concerti, memorabile quello al San Carlo, il Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini di Roberto De Simone.
La mia è una vita semplice – prosegue – ispirata ai valori cristiani e alla tutela delle mie origini. Amo vivere qui in periferia anche se all’inizio il passaggio da Napoli fu un po’ traumatico, ora mi sono ambientata perfettamente. L’unica cosa di cui mi rammarico è che da queste parti si dia poco spazio agli artisti locali; credo che si dovrebbe partire proprio da qui, per diffondere un po’ di cultura per una sana educazione al ben pensare e al bel vivere”.       


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