Marano, a gonfie vele le attività di volontariato alla “Casa della Gioia”



Il tam tam arrivò fino ai vertici nazionali della Caritas, che, nel 2010, vennero a Marano personalmente per rendersi conto dell’efficiente organizzazione che ruota intorno alla “Casa della Gioia”, la struttura di volontariato di via Padreterno che aggrega centinaia di giovani, voluta insistentemente da don Giovanni Liccardo, all’epoca parroco dell’arcipretura San Castrese. I funzionari della famosa organizzazione umanitaria, quando il 12 febbraio 2010 varcarono il fabbricato dei cancelli (che si sviluppa su tre piani), rimasero sorpresi da quello che videro: elogiarono l’operato di don Giovanni e dei volontari e, nel contempo, promisero di farsi portatori presso altre associazioni, del modello organizzativo maranese. Nel loro semplice discorso, vollero sovvertire il luogo comune che vuole l’equazione meridione uguale arretratezza. La struttura, ex proprietà dei padri Bianchi, fu comprata per un miliardo e mezzo di vecchie lire, dall’arcipretura San Castrese attraverso don Giovanni, il quale, per tale acquisto, utilizzò prevalentemente il ricavato della vendita di alcuni appezzamenti di terreno della zona residenziale Mugnano 2000, donati dall’ex sindaco di Marano Vincenzo Merolla alla chiesa di San Castrese.
Il complesso è dotato di un campo di pallacanestro, uno di pallavolo e un altro di calcetto. Al primo piano c’è la cucina e una piccola chiesa: ai piani superiori, varie stanze attrezzate, dove spicca un laboratorio musicale e una mini sala di incisione, nelle quali vengono svolte attività ludiche, culturali teatrali e musicali. Attività curate da un gruppo di volontari che gravitano nell’orbita della parrocchia  e rivolte a diverse decine di ragazzi, tra cui molti minori a rischio, distolti così dai tentacoli della delinquenza e della droga. Ma non è finita qui. Presso la Casa della Gioia risiede anche una sezione del Sermig (servizio missionari giovani) che fa capo alla sede di Torino (fondata da Ernesto Oliviero) e che si occupa di persone senza fissa dimora, meglio conosciuti come barboni o clochard. Marano, dunque, fa scuola nel campo del volontariato cattolico. 


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