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Da sinistra: Angellotti e Carandente Giarrusso |
Luglio 2011: estate terribile per i lutti nel mondo
della politica. Nel giro di pochi giorni morirono Gianfranco Scoppa, Castrese Angellotti
e Giuseppe Carandente Giarrusso, tre esponenti di primo piano della vita
pubblica locale. Di Scoppa ne parliamo dettagliatamente in un altro articolo.
Angellotti e Giarrusso sono stati due rappresentanti importanti del Partito
comunista a Marano. Angellotti è stato tra i fondatori di Rifondazione; prima
ancora militava nel Pci e sostenne la sorella Flora nell’elezione del consiglio
comunale nel periodo 1985-1990. Poi, dal 1993 in poi, si è candidato in prima
persona, risultando sempre eletto, fino al 2006, anno nel quale, già provato da
una faticosa malattia, decise di non ricandidarsi. Per un breve periodo (nel
200-2001), ha ricoperto anche l’incarico di assessore in una delle diverse giunte
Bertini. E’ stato tra i comunisti più attivi e radicati sul territorio; uno dei
pochi “maranesi veraci” del gruppo di Rifondazione che ha governato la città
per tredici anni e che, per molta parte, era composta da giovani e da cittadini
con origini non locali. Castrese Angellotti è stato, così, una sorta di ponte
di collegamento tra la Marano storica e la Marano nuova, dentro un partito che,
tra alti e bassi, e pur con qualche contraddizione, ha comunque segnato una parte
della storia della città. Angellotti è stato uno degli esponenti più attivi,
sia nell’organizzazione della Festa dell’Unità (prima) e Rossodisera (dopo),
sia nelle battaglie politiche. Sempre in prima fila, nel 1999 fu anche vittima di
un’aggressione nel corso della campagna elettorale per le Provinciali: durante
l’ultima sera prima del voto, nel momento in cui sostenitori dei partiti
attaccavano gli ultimi manifesti, fu colpito violentemente alla testa dagli
attacchini di un partito avversario. Rimediò alcuni punti di sutura ma, il
giorno dopo, era già nei seggi a testimoniare la sua fede politica. Ricordato
da tutti come una persona semplice, umile, e generosa, Angellotti ha
interpretato lo spirito più genuino della militanza politica in un piccolo
centro e per questo è sempre stato premiato dagli elettori. Ancora oggi viene
ricordato con nostalgia: anni fa gli fu anche dedicata una sede partitica.
Giuseppe
Carandente Giarrusso ha avuto un’altra parabola. La sua stella
politica si è eclissata proprio a metà degli anni Novanta, quando si è aperto
il ciclo Bertini. L’avvocato (chiamato così da tutti per la sua brillante
carriera come penalista) ha fatto politica a Marano per tutti gli anni Sessanta
e Settanta. E’ arrivato a metà degli anni Sessanta, a diventare sindaco comunista
di Marano e, per un breve periodo, anche di Calvizzano. E’ stato anche il primo
maranese a sedere, per poco tempo, nel Consiglio regionale della Campania e ha
sfiorato, negli anni Ottanta, l’elezione alla camera dei Deputati. Memorabile
la sua rivalità negli anni Settanta, nel Pci di Marano, con Tommaso Sarracino.
Esponente di primo piano della vita pubblica locale, Giarrusso è stato
consigliere comunale del Pci anche negli anni Novanta e si è infine candidato a
sindaco nel 1993 con la lista civica “Insieme per Marano”, senza però arrivare
al ballottaggio. E’ entrato nel Consiglio comunale e ci è rimasto fino al 1996,
anno in cui ha detto addio alla politica attiva. Da osservatore, però, non ha
fatto mai mancare il suo contributo a dibattiti e discussioni e si era parlato
spesso di un suo ritorno. Provato, però, da una lunga sofferenza al cuore,
lentamente aveva diradato la sua presenza in città. Tanto Angellotti quanto
Giarrusso hanno lasciato un vuoto nella città di Marano, soprattutto in quella
parte della sinistra che oggi appare in crisi e che ieri, invece, illuminata
anche da esempi di così grosso spessore umano, rappresentava ancora una
speranza.