La
gestione commissariale è intervenuta sui principali fattori di criticità
realizzando una politica di razionalizzazione della spesa corrente e di lotta
all’evasione
A Marano si è speso a briglie sciolte, senza
preoccuparsi di andare a recuperare le risorse occorrenti per onorare i debiti.
Da qui nascono tutti i mali dei bilanci di previsione e dei conti consuntivi finiti
nel 2012 sotto la lente della magistratura contabile, che rilevò vizi storici e
procedure consolidate nel tempo a partire dal 2000. Dalla
deliberazione 225/2012, adottata dalla Corte dei Conti, emerse una fotografia
impietosa sulle irregolarità contabili e sugli squilibri strutturali degli anni
antecedenti. Furono riscontrate una serie di anomalie sulle quali bisognava
intervenire tempestivamente per evitare il crack. Eccone alcune: risultato negativo della gestione di competenza; ripetuto ricorso ad anticipazioni di tesoreria (ricorso allo
scoperto bancario con lievitazione in maniera esponenziale degli interessi
passivi, ndr), bassa riscossione delle
entrate proprie dell’Ente, consistente
mole di debiti fuori bilancio. Il Commissario straordinario dell’epoca,
dottoressa Gabriella Tramonti (Prefetto di Rimini fino a luglio scorso) dovette
varare un piano di risanamento finanziario, oggetto di continuo monitoraggio da
parte della sezione regionale della Corte dei Conti. Insomma, la magistratura
contabile dell’epoca non avrebbe avviato l’iter per la deliberazione dello
stato di dissesto, forse perché ritenne
un commissario prefettizio più affidabile della classe politica che, presa da
un’eterna campagna elettorale, probabilmente non sarebbe stata capace di
avviare quel rigoroso piano di risanamento, indispensabile per tirare fuori l’Ente
dal baratro finanziario. Anche la triade commissariale attuale ha lavorato bene,
realizzando una politica di razionalizzazione della spesa corrente e di lotta
all’evasione.
“L’Ente vive una
lunga e grave crisi finanziaria – è scritto nella relazione di fine mandato
– evidenziata dal fatto che già nel 2014
è stato necessario il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario
pluriennale. Infatti, il disavanzo da ripianare al 31/12/2013 risultava essere
pari a 16milioni225mila904,99 euro.
L’attività successiva all’adozione del piano pluriennale di riequilibrio faceva
inoltre emergere una importante mole di debiti fuori bilancio da riconoscere e
finanziare, quantificati in circa 7,8
milioni di euro (deliberazione Commissione straordinaria 137 del 31 luglio
2018) e un contenzioso in essere per un valore di circa 17,3 milioni di euro (rendiconto
2017)”.
A tali fattori di criticità si vanno a sommare una
bassa capacità di riscossione delle entrate tributarie e in particolare della
tari (tassa rifiuti) nonché il mancato adeguamento nel corso degli anni delle
tariffe relative al servizio idrico, gestito ancora direttamente dall’Ente con
un costo di circa 7milioni di euro e una copertura di circa il 55%.
“L’emissione
delle fatture relative al servizio idrico – continua – era inoltre ferma al secondo semestre 2012 (arretrato pari a 4 anni) e
gli archivi disponibili erano incompleti ed imprecisi. Scarse erano le entrate
dai tributi minori e dalla gestione del patrimonio”.
La gestione commissariale è intervenuta su questi
principali fattori di criticità, adottando provvedimenti di riforma e
realizzando con i bilanci di previsione 2017 e 2018 una politica di razionalizzazione
della spesa corrente. In particolare sulle entrate si è intervenuti con i seguenti
provvedimenti: “Piano normalizzazione del servizio Acquedotto che prevede un
piano di fatturazione delle annualità pregresse con allineamento della
fatturazione nel 2019, nonché misure di lotta all’evasione ed ai prelievi
abusivi”; “Aggiornamento tariffe acquedotto 2018/2019 con copertura del cento
per cento del costo del servizio”; “Riforma della riscossione TARI con l’introduzione
dell’avviso di mora per dimezzare i tempi di riscossione e aumentare la
percentuale della stessa”; “Piano finanziario Tari con nuovo calcolo
inesigibilità e copertura cento per cento costo del servizio”; “Addizionale
Irpef al massimo consentito (0,8%)”; “Abolizione esenzione passi carrabili”; “Attuazione
piano dismissioni immobiliari, con la pubblicazione dei bandi di vendita per
gli immobili non strumentali; “Riforma regolamento acquedotto”; “Approvazione
Carta dei Servizi Sil”; indirizzi per la definizione delle pratiche di condono
edilizio; “Trasformazione del diritto di superficie in quello di proprietà
comparti PEEP (Piano edilizia economica popolare)”. Inoltre, per potenziare
ulteriormente la gestione delle entrate e contrastare elusione ed evasione, è
stato programmato l’affidamento in appalto del servizio di supporto in ambito
tributario e acquedotto. La gara è stata bandita con determina 128 del 5 luglio
2018 ed è in corso di pubblicazione presso la SUA (Stazione Unica Appaltante)-
Provveditorato interregionale Opere Pubbliche.