Calvizzano, antica chiesa San Giacomo: la storia sepolta dal degrado. I resti sono ubicati in un’area al confine con Mugnano e Marano che andrebbe salvaguardata e valorizzata per l’immensa ricchezza archeologica
Versano in uno stato pietoso i resti della chiesa di San Giacomo Apostolo
Maggiore, forse la più antica (risalente al 951) del nostro territorio. Le
vecchie mura, riportate alla luce verso la metà degli anni 80 da alcuni esperti
di Villaricca, sono completamente coperte da erbacce che, ormai,
hanno raggiunto l’altezza di alcuni metri. Intorno all’area sepolta, c'è di tutto: cassette
della frutta, damigiane e altri rifiuti L’immagine che si presenta, a coloro che
percorrono via San Giacomo o via Raffaele Granata e puntano gli
occhi su quel pezzo di storia, è sgradevole e fa gridare alla vergogna. Perché
non si provvede a togliere tutta quella sterpaglia e a bonificare il sito, per
mantenerlo in uno stato più dignitoso? Anzi, a nostro avviso, sarebbe il caso
di recintarlo, illuminarlo e posizionarvi delle telecamere, in grado di
monitorarlo con continuità, anche per evitare gli “appetiti” dei soliti vandali
e predatori di cose antiche. Tra l’altro il proprietario dell’appezzamento di
terreno, dove sono ubicati i resti della vecchia chiesa, è la Curia
arcivescovile di Napoli (non più la parrocchia, come anni fa), per cui dovrebbe
esserci un interesse maggiore a far “risorgere” e preservare quello che rimane
di una delle chiese più antiche della Diocesi di Napoli.
Ma l’antica chiesa con annesso cimitero, non è l’unico reperto ritrovato in
zona: ve ne sono altri che, secondo gli esperti della Soprintendenza
Archeologica di Napoli, risalirebbero, con molta probabilità, al periodo
sannitico. Sebbene già in passato nei Comuni di Calvizzano e Mugnano, proprio a
ridosso del vecchio percorso dell’Alifana, operazioni di scavo (che in gergo
tecnico vengono definiti scavi di salvataggio) abbiano riportato alla luce
oggetti di notevole importanza, conservati ora nel Museo nazionale di Napoli,
non hanno trovato concretezza i progetti di riscoperta e valorizzazione della
storia e della cultura locale seppure questi siano stati annunciati dalle
amministrazioni comunali del territorio.