Tramontata l’antica tradizione agricola, “annegata
nel mare” dell’approssimazione la vocazione commerciale, Calvizzano guarda al
futuro cercando una nuova identità economica. Fortunatamente, Calvizzano non ha
subito il saccheggio edilizio e l’esplosione demografica dei paesi viciniori,
vedi Marano, Villaricca, Mugnano, Melito, Qualiano, nonostante tutto, dato che
l’agricoltura è diventata ormai un ricordo e il commercio non è in grado di
dare risposte, la città ha bisogno di trovare una nuova vocazione economica.
Chi se ne preoccupa? Su questo punto bisogna registrare un oggettivo ritardo da
parte dei soggetti politici ed economici della città. Al Comune, morto
Salatiello, gli interlocutori sono pochissimi, ma pensano solo ad azzuffarsi su
questioni più o meno marginali, senza muovere un dito per costruire lo sviluppo
della città. I partiti non esistono: c’è solo il Pd, ma non ci risulta che all’interno
della sezione di Corso Mirabelli sia stato avviato un dibattito del genere.
Manca, quindi, una vera discussione su un tema centrale: quale deve essere il
futuro dell’economia calvizzanese? Quale deve essere la nuova vocazione
economica della nostra città? Visto che non lo fanno i soggetti preposti,
siccome il nostro blog è anche una piattaforma dalla quale vengono lanciate
idee, continuiamo a sfornare proposte con la speranza che vengano recepite
dalla classe politico-dirigenziale che si appresta a governare la città nei
prossimi mesi o tra due anni, qualora il Comune dovesse essere sciolto per
infiltrazioni malavitose.