Il mostro alieno della paura… la storia che non verrà mai insegnata


Missile Jupiter nella base Nato di Spinazzola

Anche questa volta Gennaro GB Ricciardiello chi ha inviato una vera chicca, un articolo che mette insieme storia, cronaca, fantasia, racconto, realtà, cultura, politica, mistica e narrazione

Cosa succederebbe se domattina svegliandoci troveremmo il cielo invaso da centinaia di astronavi aliene, alcune immobili altre che sfrecciano…. Una ipotesi che abbiamo vissuto decine di volte tramite film o romanzi, quindi niente affatto del tutto strampalata, visto che molte volte quella che era fantascienza è divenuta realtà, soprattutto quando è verosimile… chi può escludere che non accada?
Quindi immaginiamo questo scenario: le forze di sicurezza si rendono subito conto che lo scopo degli extraterrestri potrebbe essere bellicoso e che la potenza distruttiva aliena è di gran lunga superiore alle capacità difensive umane, quindi se mai si riuscisse a trovare una lingua per intraprendere un dialogo, i nostri avversari non avrebbero nessuna convenienza nel trattare visto che possono avere tutto e subito. Il tempo che ci separa dall’attacco è indefinito ma non infinito.
Quale sarebbe la reazione del genere umano e come cambierebbe l’interpretazione degli equilibri fra le nazioni? Avrebbero più senso i confini, le dispute territoriali, le strategie geopolitiche per l’influenza sui bacini minerari? E a livello personale, si penserebbe più alla scalata in carriera, all’immagine personale legata al successo da ottenere a tutti i costi che a sua volta si misura con la capacità di spesa, insomma con la ricchezza?
E nel rapporto tra gli individui, che peso avrebbe il sospetto nell’altro, avrebbero ancora rilevanza problemi che oggi sembrano irreversibili come il peso fiscaleo magari quale sarebbe l’invasione più paurosa: quella dei migranti o quella degli alieni secondo voi?
Tutti questi che sembrano i mali del mondo all’improvviso svanirebbero, l’umanità sarebbe portata a misurarsi con il nuovo nemico, le forze di sicurezza delle principali potenze mondiali man mano si alleerebbero per fare fronte comune e trovare sistemi e risorse all’altezza del problema.
Non so come finirebbe la battaglia finale, ma nel frattempo i mali dei nostri tempi non esisterebbero più… e semplicemente perché nessuno li penserebbe più come tali, ergo: il male esiste perché noi lo pensiamo tale, perché noi lo vogliamo e lo creiamo, appena si configura una nuova idea di male l’essere umano la “brevetta” e la combatte, come un pugile che ha bisogno del suo saccone per sfogare i suoi pugni.
Ma se ciò che oggi a tutti sembra essere il  male può essere domani “non male” significa che il male non esiste,  forse non lo ha mai detto ma la citazione attribuita ad  Einstein  “Il buio non esiste, il buio è assenza di luce” qui calza a pennello.
L’essere umano si crea il problema per poi cercare di risolverlo,  la pace non è il termine della guerra ma viceversa, non ci sarebbe bisogno di ricercare la pace, visto che è la naturale condizione umana in cui è stato creato l’uomo, basterebbe non inventarsi la guerra.
Per una ancestrale e distorta concezione del mondo l’uomo ha bisogno di crearsi un nemico di cui aver paura e su cui all’occasione prevalere, in fondo Dio non fa altro che tentare di farci capire che non è così e che i nostri mostri non sono altro che le nostre paure.
L’attacco alieno sarà sempre solo nelle nostre teste.
Fantascienza? Mica tanto, la storia che segue è sacrosanta verità: Era il 1962,
esattamente 55 anni fa,  in questo giorno ed in queste ore, un tenete dell’aereonautica… certo Cecchetti Renato passeggiava nervosamente nei prati mentre guardava un altro ufficiale di pari grado americano a pochi passi da lui che faceva la stessa cosa, le loro vite (e poi capirete perché anche le loro morti) in quei giorni erano indissolubilmente unite, lo scenario è del tutto inverosimile ma drammaticamente reale,  siamo nelle Murge, aspro territorio tra la Basilicata e la Puglia, in quegli anni l’angolo più sperduto e arretrato d’Italia, uno di quei posti in cui non c’è bisogno che la guerra non cominci e non finisca perché di lì la storia comunque non passerà mai… e se mai passasse, come in quei giorni, nessuno mai la insegnerà nelle scuole. Il tenente Cecchetti portava appesa al collo una delle due chiavi (l’altra l’aveva l’omologo americano) con cui avviare la procedura di lancio di 30 missili Jupiter, ognuno armato con una testata nucleare da 50 megatoni, ognuna era centinaia di volte più potente di quella che fu sganciata su Hiroshima.
Tutti i missili erano puntati sull’Unione Sovietica e pronti al lancio, tutto dipendeva da un altro scenario lontano migliaia di chilometri ma in quei minuti le murge e Cuba erano sullo stesso palcoscenico. In quegli stessi attimi l’isola caraibica era circondata dalla flotta americana per ordine del presidente J.F. Kennedy che impose il blocco navale, ma le decine di navi sovietiche, cariche di materiale bellico, tra cui testate nucleari destinate proprio all’alleato cubano, non avevano la benché minima intenzione di rispettare il blocco e continuavano ad avanzare verso le rive di Cuba.
Il tempo che separava il mondo dall’inizio della terza (ed ultima) guerra mondiale, si riduceva di pari passo con le miglia marine tra le navi russe e quelle americane, Kennedy pronunciò un discorso alla nazione che in realtà fu una dichiarazione di guerra all’Unione Sovietica. La successione degli eventi era già scritta: la flotta e l’aviazione americana avrebbero bombardato le navi russe, atto che avrebbe innescato l’uso dei missili già istallati a Cuba sotto la pancia degli USA, a pochi chilometri dalla Florida, di conseguenza sarebbe stato impartito l’ordine di avvio di procedura di lancio alle testate fra Spinazzola, Alberobello e Gravina.
Cecchetti sapeva che girando quella chiave dopo pochi attimi sarebbe stato colpito dal fuoco (probabilmente nucleare) nemico, perché lui sapeva che quel sito, le Murge, era diventato il bersaglio numero uno dei sovietici e lo sapeva anche il presidente del consiglio Amintore Fanfani, che dopo essere stato il promotore dell’istallazione dei Jupiter in puglia, ora si rendeva conto che l’Italia sarebbe stata la prima nazione a scomparire dalle cartine geografiche, allora non fece altro che alzare il telefono e chiamare il presidente Kennedy, suggerendo l’accordo da proporre ai russi: “Se le navi sovietiche torneranno indietro, gli Stati Uniti si impegneranno a smantellare le trenta testate nucleari dislocate in Italia” (tutte tra la Puglia e la Basilicata, sito scelto perché poco popolato e da gente in gran parte analfabeta che non avrebbe protestato più di tanto anzi che in gran parte non si sarebbe nemmeno accorta di nulla.)
Kennedy chiamò Kruscev e la proposta fu accettata.
Molti atei ritengono che non è stato Dio a creare gli uomini ma viceversa, da credente penso che a noi riesce benissimo creare satana e poi tocca a Dio renderlo inoffensivo, come egli in effetti è… se non gli facciamo montare la testa.


Gennaro GB Ricciardiello


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