Calvizzano, per l’abbattimento del capannone abusivo di via De Filippo chiesta anticipazione di 69mila294,04 euro alla Cassa depositi e prestiti
La
valutazione tecnico-economica dell’intervento venne approvata in giunta 8 mesi
fa. Il manufatto fu sequestrato dalla Polizia municipale a novembre 2014
Aggiunto un altro
tassello al mosaico relativo all’abbattimento del capannone abusivo di via
Eduardo De Filippo in proprietà alla società Cesarano Trasporti Funebri s.r.l.
con sede a Marano. Con la determina 110 del 22 settembre scorso (pubblicata all’albo
pretorio online ieri) a firma del responsabile del Settore tecnico, ing.
Lorenzo Tammaro, si dà il via all’assunzione con la Cassa Depositi e Prestiti
S.p.A. di un’anticipazione di 69mila294,04
euro per far fronte agli oneri relativi all’operazione di demolizione del
manufatto. Il penultimo atto, relativo alla vicenda abbattimento, risale al 16
gennaio scorso, quando la giunta (la delibera venne pubblicata all’albo
pretorio online il 13 febbraio 2017) approvò la valutazione tecnico-economico dell’intervento
(in pratica i soldi occorrenti per l’abbattimento del manufatto), redatta
dall’ufficio tecnico del Comune. Adesso, un po’ di cronistoria. Il capannone
venne sequestrato dalla Polizia municipale di Calvizzano il 26 novembre 2014;
con ordinanza del 22 gennaio 2015, a firma del capo dell’Ufficio Tecnico,
Lorenzo Tammaro, ne fu disposta la demolizione in quanto in contrasto con la
normativa urbanistico-edilizia vigente (zona agricola); con verbale dell’11
maggio 2015, il Comando di Polizia municipale constatò l’inottemperanza
dell’ordine di demolizione; con ordinanza 2245 dell’ufficio tecnico del 13
gennaio 2016, l’opera abusiva fu acquisita al patrimonio comunale; l’11 marzo
2016 la proprietaria del manufatto presentò ricorso al Tar volto
all’annullamento previa sospensione dell’atto, mentre il Comune, per la sua
difesa, incaricò l’avvocato Enzo Napolano (pare che il giudizio sia stato
dichiarato estinto per rinuncia al ricorso della parte ricorrente); con
delibera consiliare del 25 marzo 2016 fu dichiarata l’inesistenza di prevalenti
interessi pubblici sull’opera acquisita e fu stabilito di procedere alla sua
demolizione a cura dell’ufficio tecnico e a spese del responsabile dell’abuso.