Sento di dover esprimere l’amarezza che ho provato
per la prematura scomparsa di Peppino Salatiello. Politicamente ho poco da dire, non vivendo la realtà
amministrativa di Calvizzano, però i risultati politici da lui ottenuti
dimostrano in maniera netta quanto il paese lo stimasse. Da più parti e
anche al di fuori del contesto calvizzanese,
vengo a sapere che era molto disponibile
con tutti e assai legato a Calvizzano. Ecco il segreto del suo
successo elettorale. Al funerale,
nell’aula consiliare, dove era stata allestita la camera ardente , ho letto sul
volto delle persone che gli portavano il loro ultimo saluto, sincera
commozione. In quella camera ardente vi
era l’essenza di una comunità che si
stringeva intorno non solo al suo sindaco ma anche ad una persona di
riferimento, ad un familiare caro. Si, perché nelle piccole comunità il sindaco,
se animato da buoni sentimenti ed è
sempre vicino ai problemi della cittadinanza e non è mosso unicamente da
personali ambizioni, diventa come un familiare; questo Peppino era per la sua
Calvizzano. Per la sua dinamicità per l’ impegno politico e la determinazione nel fare, mi ricordava il sen. Salvatore Frasca, calabrese di
Cassano all’Jonio, il mio primo ufficio. Socialista verace è stato protagonista per lungo tempo della
scena politica calabrese e nazionale per i tanti incarichi politici ricoperti, anche nell’ambito del
governo del Paese. Peppino, per quello che mi è parso di capire, ha svolto la sua attività di amministratore della cosa
pubblica con intelligenza senza mai
lasciarsi imbrigliare dai mille lacciuoli della burocrazia che, spesso, rappresentano un
freno per lo sviluppo dell’economia. Amministrare i comuni del Meridione ora più che mai è assai complicato per le esigue risorse
economiche di cui i sindaci dispongono . Gli antichi latini sul punto usavano
ripetere la massima “ summum jus summa
iniuria” che sta a significare che il rigoroso, talvolta ottuso modo di
applicare una legge, paradossalmente genera
un’ingiustizia.
Uscendo per un’ attimo dalla sua
funzione pubblica, ricordo che da ragazzo Peppino era un discreto terzino fluidificante e pare che avesse
attirato l’attenzione di Angelo Gala, assoluto grande intenditore di
calcio, di cui parlerò in un articolo sul calcio nostrano che,
quanto prima, preparerò. Mi piace
ricordare infine , quando un giorno di alcuni anni fa Peppino essendo venuto a Marano in Pretura per adempimenti amministrativi legati alla sua funzione venne a salutarmi nel mio ufficio. Non vi era tra me e lui un legame politico né alcun interesse
di sorta: venne a salutarmi semplicemente perché ero un calvizzanese. Lo presentai con orgoglio
ad alcuni legali napoletani presenti. Peppino,
all’epoca, era proprio giovanissimo: prendemmo assieme un caffè, poi,
teneramente, nel salutarci lo abbracciai. Purtroppo, lascia la moglie e due
figliuole, che con immaginabile sofferenza dovranno pur superare questo momento assai doloroso. Una delle due, Tea, in chiesa, con il dolore nel cuore, ma con piglio fermo e
deciso, ha letto una lettera da lei
scritta e dedicata al suo papà. Non ero presente, però ho saputo che quelle
parole e la sua voce smorzata dal dolore hanno toccato il cuore di tutti. A loro non
mancherà l’affetto dei loro cari e sono
certo di tutto il paese.
Peppino
Pezone