[Clermont-Ferrand, 19 giugno 1623 – Parigi, 19 agosto
1662]
“Gli
uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno
deciso di non pensarci per rendersi felici.“(Pensieri, 168)
Nel
2012, Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano “la Repubblica”, propose al
papa di beatificare Pascal
Lo
scienziato - Blaise Pascal,
figlio di un giudice della Francia del XVII secolo, fu un genio e una mente
luminosissima. Precoce studioso delle scienze matematiche e fisiche. I suoi
interessi lo portarono a formulare una serie di studi già dall’adolescenza nel
campo della fisica idraulica, della matematica e di conseguenza, del “Calcolo della probabilità” che oggi è
alla base delle Scienze sociali. Appena sedicenne pubblicò il trattato di
Geometria che analizzava il campo delle proiezioni e della prospettiva. Ancora
giovanissimo, fu introdotto in un consesso di grandi scienziati dell’epoca tra
i quali: Descartes, Galilei, Torricelli e altri. Inventò e costruì la “Pascalina”, un calcolatore aritmetico meccanico,
antenato degli attuali strumenti Informatici. Elaborò, il “Trattato delle sezioni coniche” in Geometria analitica. In
Matematica, ideò il “Teorema di Pascal”
che funge da base delle “Teorie delle
coniche” e il “Triangolo di Pascal”.
Sue le invenzioni della pressa idraulica
e della siringa. Oggetti questi che
funzionano in base a princìpi di Idrodinamica e Idrostatica. Formulò inoltre in
Fisica la “Legge di Pascal”, che
disciplina il comportamento dei fluidi (incomprimibili), contenuti in un
recipiente solido, se sottomessi a una pressione, esercitano una forza contro
le pareti dello stesso in senso perpendicolare a questi. In questo modo,
all’aumento della pressione, aumenta la gravità che finirà per provocare la
rottura del recipiente. Pascal fece questo esperimento immettendo attraverso un
tubo, dell’acqua in una botte di legno che si ruppe.
Il
filosofo - Il suo pensiero
filosofico cominciò a delinearsi dopo un incidente occorsogli in carrozza su un
ponte dove per poco non vi rimase ucciso. Da questa esperienza nasce il Pascal
“filosofo e religioso”. Egli curò la
raccolta di “Pensieri” che
costituisce il progetto mai terminato di una colossale opera apologetica del
cristianesimo dove fornire tutte le risposte ai detrattori della Religione ma,
purtroppo non ne ebbe il tempo per una prematura morte che lo colse a soli 39
anni. Se ne hanno solo dei frammenti. Egli
frequentò i seguaci di Giansenio, una setta di religiosi che si rifacevano all’insegnamento
di questo vescovo cattolico olandese. La
sua tesi voleva l’uomo profondamente caratterizzato da malignità e
dall’attinenza a peccare e a disobbedire alle leggi di Dio. L’uomo, per sua
natura è un soggetto fuori dalla “Grazia
di Dio” che costituisce il solo modo di salvarsi dalla dannazione eterna.
Inoltre, Giansenio è convinto che solo una parte degli uomini è destinata a
salvarsi, mentre agli altri vi è preclusa. Al centro di tutto il pensiero filosofico
pascaliano c’è “l’analisi della
condizione esistenziale dell’uomo”. Il centro propulsore del pensieri di
Pascal è l’esistenza dell’uomo metaforicamente immaginata come un mare aperto e
burrascoso senza punti fermi e in continua agitazione. L’uomo si dibatte in
questo mondo in continuo mutamento volto a lasciarlo in perenne precarietà.
Nessuno scoglio, nessun appiglio è in grado di dare all’uomo un po’ di serena
condizione. L’uomo è posto ineluttabilmente tra i due punti: “Infinito” E “Nulla”. L’infinitamente
grande e l’infinitamente piccolo sono
ancora due elementi che schiacciano l’uomo durante la sua esistenza. Egli
soffre stretto dalla dualità dello Spirito,
quindi eterno e Materia, cioè finito
e temporale. Ecco com’egli codifica l’uomo in un suo pensiero: “Che
cos'è l'uomo nella natura? Un nulla in confronto all'infinito, un tutto in
confronto al nulla, un qualcosa di mezzo fra nulla e tutto...” (Pensieri,
72). Il grande filosofo francese non assegna all’uomo nessun ruolo civile,
sociale e antropologico, egli, contrariamente alla scuola classica della “Sofistica” nell’antica Grecia che
prevedeva per l’uomo una collocazione in
un contesto civile e politico e gli riconosceva la capacità di inserirsi in un
sistema condiviso di regole, lascia all’uomo, il ruolo duplice di “bestia” e “angelo”. Pascal disegna l’uomo come un mistero che racchiude in sé
dignità e debolezza e conclude il suo studio proponendosi di elevarlo quando questi e prostrato e di abbassarlo quando invece si spinge verso
l’alto nell’intento di vantarsi, lui contraddice sempre l’uomo per
sottolinearne la natura mostruosa e contraddittoria. Un altro punto
fondamentale del pensiero è il “Divertissement”
dell’uomo, non inteso come puro divertimento e svago ma, dal latino: “Divertere” deviare dai concetti
esistenziali della condizione umana e dei suoi grandi interrogativi. L’uomo
preferisce occuparsi in tutt’altre faccende che lo portano a “distrarsi” dalle
questioni legate alla sua condizione e fa di tutto per non restare solo coi
suoi pensieri. Egli lo considera un misero e patetico tentativo di fuggire la
propria condizione umana da parte dell’uomo. Pascal condanna, da cristiano ogni
forma di divertissement poiché così
non risolve affatto il problema, perché appena ci si ferma e si resta soli con
noi stessi, il nulla si fa di nuovo spazio nella nostra coscienza. Oggi,
aggiungiamo noi, è più che mai visibile questo elemento e magari anche caricato
del significato corrente che esprime pochezza, squallore ed edonismo nella vita
degli uomini moderni, così le cose effimere ci allontanano dalla dimensione
interna riempita dall’amore per Dio. La vita che conducono gli uomini attuali,
come e peggio di quelli del passato, determina un progressivo svuotamento
dell’animo umano e l’insorgere della condizione di vuoto assoluto. Dio ha creato l’uomo con due scopi: quello
dell’amore infinito verso egli
stesso, e quello rivolto verso gli
stessi uomini. Al di fuori di questa condizione non si è più in sintonia e
armonia con l’Eterno. Pascal traccia un solco ben preciso della soluzione nella
salvezza, che passa attraverso l’amore incondizionato e illimitato che riempie
il vuoto illimitato della condizione umana che nel frattempo ha perso il primo
dei due amori con il “Peccato originale”.
Solo spogliandosi del proprio misero vuoto esistenziale e rimettendosi
esclusivamente alla volontà del Dio dei cristiani si può recuperare tale
condizione. Pascal, è un uomo vissuto nel XVII secolo, in piena tempesta riformista e controriformista cristiana, mirabile
matematico e studioso di Fisica e delle Scienze in genere. Le sue tesi
cristiane, non devono ingannare per una loro apparente “semplicità”. Egli
formula l’aspetto interiore dell’uomo arrivandoci attraverso un’analisi
introspettiva nei recessi più bui e primordiali dell’uomo. La soluzione
pascaliana verte sul recupero del rapporto armonioso con Dio esistente prima
del peccato originale. Egli polemizza anche col grande Descartes, che intendeva
raggiungere la “Verità” attraverso l’esclusivo esercizio della ragione. Per
Pascal, il “Dio dei filosofi”,
proprio del ragionamento cartesiano, non è riconoscibile in quello autentico
dei cristiani. Pascal conclude così: “Scommettere sull’esistenza di Dio
prelude, in caso di scommessa vinta al pieno premio, se invece non esiste,
l’uomo, perdendo la scommessa, non perde nulla!”. Quest’ultima frase è un po’
ostica da digerire ma noi ci soffermiamo volentieri di fronte a uno dei più
grandi geni della storia dell’uomo, che influenza ancora oggi la società e il
comportamento di milioni di individui. Pascal, grande scienziato e matematico,
visse tutti i tempi dell’uomo, poiché vi fece un lungo viaggio in ognuno di noi
per divenire un filosofo, il filosofo di Dio! Nel 2012, Eugenio Scalfari, propose al papa
di beatificare Pascal, per compiere un radicale passo a favore della modernità.
Ne sarà contento lui, fino ad ora, dal Vaticano, nessuna risposta.
Enzo Salatiello
Giorni fa abbiamo chiesto a
Enzo di descriverci in chiave elementare il grande scienziato e il grande
filoso Pascal, data l’attualità del suo pensiero. Lui, come sempre, pur non
conoscendo il personaggio, ha accettato ben volentieri e se lo è andato a
studiare: ne è venuto fuori, a nostro avviso, un ottimo lavoro. Grazie Enzo,
soprattutto a nome di tutti quelli che leggeranno questo breve ma coinciso
trattato.