I ladri hanno divelto la saracinesca all'ingresso del Municipio: cambiate le due serrature |
Assumerebbe i contorni di una spy story
il tentativo di furto al Comune di ieri notte. Siamo sicuri che i ladri,
entrati nella stanza della segretaria comunale per aprire la cassaforte,
cercassero davvero le carte d’identità? Dalle indiscrezioni trapelate sarebbero
stati incendiati anche alcuni documenti. Se le voci dovessero trovare riscontro
e fondatezza, verrebbe anche da chiedersi per quale motivo sarebbe dovuta
sparire tale documentazione? Invece è più probabile l’ipotesi che cercassero davvero
le carte d’identità, poiché, recentemente, ne sarebbero state acquistate 500,
come risulta dalla determina 15 pubblicata ieri sul sito istituzionale.
Perlomeno così si capisce. Ecco quanto scritto: “…Vista la determina n.4 del 16-02-2017 con la quale è stata impegnata
la somma di 880 euro per l’acquisto di 2mila carte d’identità; ritenuto che si
rende necessario l’acquisto di una parte delle suindicate carte d’identità,
nella misura di 500, al costo di 220 euro Determina
per le motivazioni in epigrafe riferite che qui si intendono integralmente e
sostanzialmente trascritte; di liquidare l’importo di 220 euro per l’acquisto
di 500 carte d’identità” .
Ma perché negli uffici anagrafe dei
Comuni italiani si susseguono i furti di carte d’identità in bianco? Perché
sono facilmente falsificabili, ecco perché piacerebbero tanto ai criminali, come scrive in un articolo
Repubblica.it. Alcune carte d’identità rubate in Puglia, Campania e Lazio sono
state trovate in possesso di cittadini non europei fermati in Germania,
Irlanda, Grecia, Belgio e Italia. La polizia ha accertato l’ingresso, con quei documenti,
di cittadini siriani, albanesi, palestinesi, iraniani e afghani. Che questi
documenti in cartoncino, così facilmente falsificabili, possano dunque far gola
anche ai terroristi è una ipotesi non peregrina.