Calvizzano, diventa un caso politico la proposta di intitolazione della villa comunale a Francesco Davide






Ci siamo riservati quest’articolo il giorno della cena dei poveri in chiesa da don Ciro, il modo migliore per onorare la memoria di “Spellicchione”, “macchiata” da interventi pretestuosi e incoerenti. Francesco, dopo la farsa in Consiglio comunale di due giorni fa, si starà sicuramente rivoltando nella tomba nel vedere come viene trattato nella terra dove è stato sbeffeggiato e messo ai margini

Che non vi fosse la volontà da parte dell’amministrazione Salatiello e dei suoi fedelissimi della maggioranza (tranne qualcuno) di prendere in considerazione l’innovativa proposta della consigliera di minoranza, Angela De Vito, di intitolare la costruenda villa comunale a Francesco Davide detto “Spellicchione”, alla quale si sono associati anche gli altri due oppositori Biagio Sequino e Michele D’Ambra, era chiaro fin dall’inizio, quando il presidente del Consiglio, Antonio Mauriello, non per dimenticanza, ma per mera strategia politica, non inserisce la mozione d’indirizzo all’ordine del giorno del Consiglio comunale del 21 dicembre, ma si limita semplicemente a metterla come  integrazione. E i nodi e le contraddizioni sono venuti al pettine, proprio durante la discussione dell’argomento. Dopo la interessantissima relazione della consigliera De Vito, attraverso la quale ha chiarito le motivazioni che l’hanno indotta a sposare l’iniziativa lanciata dal nostro blog, ha preso la parola il consigliere di maggioranza Lorenzo Grassso, facendo un intervento, a nostro avviso, pretestuoso e incoerente (ha detto che sono arrivate altre proposte al Comune: non ci risulta affatto). Grasso ha rimarcato il fatto che una proposta del genere non andava portata direttamente in Consiglio comunale, ma doveva passare prima per la Commissione toponomastica da lui presieduta. Quante bugie: mentre parlava probabilmente gli si allungava pure il naso. Perché la proposta di intitolare l’aula consiliare alla buonanima di Cristofaro Agliata non è passata al vaglio della Commissione toponomastica? E quella dell’intitolazione del Palazzetto dello Sport alla campionessa di pattinaggio a rotelle Raffaella Paolone è stata discussa in Commissione toponomastica? A quest’ultima idea, pure lanciata da noi (parlano le carte), non hanno potuto fare a meno di boicottarcela, allora hanno fatto in modo che fosse presentata in Consiglio dalle fedelissime  di Salatiello Flora Del Prete e Marialuisa Ferrigno, poi  approvata all’unanimità. Con “Spellicchione, invece, non hanno potuto seguire la stessa prassi, perché sono stati anticipati da Angela De Vito. Secondo noi, le cose sarebbero andate così: Salatiello ha ordinato che l’intitolazione della villa a Davide non s’adda fare e non si farà. In primis, perché l’idea è stata proposta dal nemico Rosiello con il suo blog della “malora”; in secondo luogo, perché l’hanno sposata gli oppositori Angela De Vito, il “mugnanese” Biagio Sequino, e Michele D’Ambra; infine perché l’idea è stata sponsorizzata dall’ex sindaco di Marano Mauro Bertini che, attraverso un commento all’articolo apparso sul nostro blog, si è permesso di scrivere queste testuali parole: “E' un'idea assolutamente grandiosa, fuori degli stereotipi e dei luoghi comuni; se accolta sarebbe l' importante segnale di una città diventata plurale nella quale "l'ultimo" non solo ha a pieno titolo il diritto di cittadinanza ma viene assunto come l'emblema di una società di uguali”.
Non siamo qui – ha detto Salatiello – a prendere in considerazione il primo arrivato con il nome o perché ci è stata un’influenza di politici extracittadini…(il riferimento all’ex sindaco di Marano è palese, segno che Salatiello legge gli articoli del nostro blog e pure i commenti)”.
Condividono l’idea di intitolare la villa a Francesco Davide il presidente del Consiglio Antonio Mauriello e l’assessore Giuseppe Santopaolo che, sulla questione, ha fatto un ottimo intervento in Consiglio comunale: vi suggeriamo di ascoltarlo, in quanto è brevissimo.







Tra tanti politici, condottieri, scrittori, filosofi, inventori, santi, re, regine, principi e principesse, fiori, piante, fiumi e capitali europee, troviamo lo spazio per intestare la villa comunale a un uomo sfortunato, solo, morto povero e per amore. Quello che non aveva.

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