“Una volta si usava dire, scherzando sul
mondo dell'occulto, "se ci sei batti un colpo". Mi sembra la frase
più adatta per descrivere la situazione politica Calvizzanese. Non un colpo dai
consiglieri di maggioranza, proni dinanzi a Salatiello, per paura di essere
cacciati e perdere la polpettina. Codardi e ignoranti. Nessun colpo dai due
consiglieri di minoranza Pirozzi e D'Ambra. Eletti nella stessa Lista
tradiscono da tre anni il mandato elettorale e la fiducia di chi li ha votati.
Assenti e silenti per una precisa strategia, quella di guardarsi le spalle per
paura dei dispetti del solito Salatiello, fino a tre o quattro anni fa si
stracciavano le vesti per andare contro Granata, reo di non appartenere alla
cricca degli affaristi. Qualche colpo a fasi alterne da Sequino a De Vito,
giovani e inesperti. L'altra, Del Prete è saltata subito sul carro del
vincitore. Che dire. Meno male che c'è qualcuno, come l'autore del commento,
che fa una proposta intelligente quanto mai attuale. Per il resto qualche colpo
lo batti tu caro direttore, a cui secondo me dobbiamo cominciare a pensare per
un ruolo ben diverso. Pensaci”.
Quello sopra
riportato è un commento, seppur anonimo, che fa sicuramente elevare la qualità
del dibattito in tutti i sensi: politico, economico, sociale, amministrativo,
gestionale e chi più ne ha più ne metta. Senza nessuna ombra di dubbio. Vorrei guardare in faccia l’autore per
stringergli fortemente la mano, perché Calvizzano, di persone che sappiano in
maniera lucida e obiettiva descrivere
dettagliatamente la realtà che ci circonda, ne ha bisogno. Non di una, ma di
dieci, cento, mille. Forse potremmo iniziare a ragionare diversamente. Il
nostro compito, oltre a quello di informare, è far uscire allo scoperto nuove
figure, soprattutto giovanili, che s’impegnino per fare di Calvizzano una città
migliore, in tutti i sensi. Purtroppo, regna sovrano il clima di sfiducia e si
rischia seriamente di arrivare alla prossima tornata elettorale (ormai alle
porte) senza alternative al potere diarchico (politico e gestionale che,
insieme, potrebbero costituire un sistema). Di chi la colpa? Qui occorrerebbe
un’approfondita analisi sociologica dalla quale ci asteniamo perché
richiederebbe un lungo e approfondito dibattito. Attenzione, noi non siamo
contro Salatiello, contro Pirozzi, contro D’Ambra (ci mancherebbe altro, li ha voluti
il popolo), contro questo o quel dirigente (la maggior parte del personale è
stato messo lì per raccomandazione e non per preparazione e i risultati
negativi sono ben visibili) e lo dicono i fatti: basta andare a rileggersi le
diverse centinaia di articoli confezionati in questi circa dieci anni di
informazione partigiana (a favore dei cittadini), per rendersene conto. Le
stesse persone che critichiamo in continuazione quando operano male, le
elogiamo quando operano bene, secondo una visione sia oggettiva ma anche
soggettiva. Insomma, il dato di fatto è che allo stato attuale l’opposizione
non c’è e questo rappresenta un grave vulnus alla democrazia. Ma è ancor più
grave che ancora non spunti un soggetto che possa competere con lo strapotere
salatielliano. Dice bene l’autore del commento che qualche colpo lo battiamo
noi, denunciando fatti e misfatti della
vita pubblica. Ma lo facciamo unicamente per passione civile e anche con grandi
rischi per l’incolumità personale. Andiamo avanti, nonostante i rimbrotti di
alcuni personaggi che dovrebbero rappresentare l’intellighenzia della città, per
il loro grado di preparazione, che suonano così: “ma chi
ve lo fa fare”? E’ colpa soprattutto di queste persone se in questo paese prevale
la sudditanza. Caro commentatore, lei vorrebbe farmi pensare a un ruolo diverso
da quello che attualmente rivesto. La ringrazio sinceramente e infinitamente, come
direbbe “Cetto La Qualunque”, per la fiducia che ripone nella mia persona, ma
le poche forze disponibili le intendo utilizzare per fare il mestiere che,
probabilmente, mi riesce meglio: il comunicatore. Si è mai chiesto perché
Calvizzano non esce mai sui mass media, tranne per i fatti di cronaca nera,
poiché in quel caso le fonti sono le forze dell’ordine? La risposta è semplice
perché amministratori e burocrati hanno “PAURA” di parlare. Allora diventa ancora
più stimolante far sapere agli altri ciò che non trapela dal Palazzo, ma
soprattutto contribuire a schiarire le tantissime zone d’ombra.
Mi.Ro.