Quello che sta accadendo ai vecchietti del Centro
Anziani di Corso Mirabelli non è vergognoso: è scandaloso. Sono 26 giorni che nelle
loro stanze le luci non si accendono più. L’Enel ha staccato il contatore per
cessata fornitura. Al Comune dicono che si è trattato di un errore. Ma perché non si è provveduto a
rimediare subito? Di chi la colpa dei ritardi e delle disfunzioni? Sicuramente
di qualche dipendente distratto, ma perché i consiglieri, di maggioranza e di
opposizione, non fanno sentire le loro voci? Se questo episodio fosse accaduto
a Marano, i consiglieri di minoranza avrebbero protocollato perlomeno due
mozioni di censura. Andrebbe fatto la stessa cosa anche qui. Chi censurare?
Sicuramente l’assessora ai Servizi Sociali, Maddalena Trinchillo, e, nel
contempo, il sindaco, al quale i
vecchietti si sono rivolti incessantemente per risolvere la loro problematica.
Siccome da queste parti l’opposizione è un optional (e l’abbiamo trattata
bene), è come se non fosse accaduto niente. Se una cosa del genere si fosse
verificata in periodo di campagna elettorale, il contatore, tanto per usare un
eufemismo, non sarebbe mai scattato, neanche in caso di sovracorrente o di un
eventuale corto circuito. Sì, perché in quel periodo molti candidati sono
capaci di tutto: anche di trasformarsi
in maghi.
Ma, adesso, andiamo nello specifico. Sabato mattina abbiamo
chiamato il numero verde Enel 800900800, per sapere come stanno realmente le
cose. Il primo operatore, al quale abbiamo dovuto fornire codice fiscale e
numero del contatore, ci ha riferito che la richiesta di cessazione della
fornitura di diverse utenze intestate all’ente, tra cui anche quella relativa
al centro Anziani, è stata inviata dal Comune all’Enel il 16 marzo scorso. La
richiesta di riattivazione, invece, è stata inoltrata il 6 aprile. Perché tra
le due istanze è trascorso tutto questo tempo? E non è finita qui. Abbiamo
appurato che dal 2010 il Comune non paga le bollette Enel, relative all’utenza
in oggetto. Se le luci dovessero ritornare ad accendersi solo a debito saldato,
ai vecchietti non rimane altro che rassegnarsi, poiché il ritorno alla normalità
richiederebbe tempi ancora lunghi. Forse faranno prima a trasferirsi nei nuovi
locali promessi.