Trasformazione del diritto di superficie in piena proprietà, accolti alcuni nostri suggerimenti e quelli dell’oppositore Sequino
Ma c’è ancora qualche
punto da chiarire
Premessa. Dopo circa 15 giorni di interruzione, causata
da motivi tecnici, riprendono le pubblicazioni.
Parliamo ancora una volta di trasformazione del
diritto di superficie in quello di proprietà, poiché nel consiglio comunale di
domani mattina (lunedì 30 novembre, ore 10.00) verranno approvate alcune importanti
modifiche regolamentari nelle quali si tiene conto anche dei nostri
suggerimenti, tra l’altro fatti propri dal consigliere di minoranza Biagio
Sequino (vedi intervista del 3 novembre 2015).
E’ stato allungato il periodo di rateizzazione:
si passa da 18 a 60 mesi (5 anni). Alle somme da versare al Comune vanno, però,
aggiunti gli interessi legali. Una clausola che, a nostro avviso, a titolo di
maggior incentivo, potrebbe essere benissimo abolita, poiché non si tratta di
un debito nei confronti dell’ente (ad esempio per tasse e tributi non pagati),
ma di una libera adesione (opportunità e non un obbligo) del cittadino ad
acquistare il diritto di proprietà di una parte dell’area su cui insiste il suo
immobile. Inoltre, l’atto di convenzione può essere rogato anche dal segretario
comunale, per cui si vanno a eliminare le spese per la parcella del notaio. Per
quanto concerne il bonus, resta confermato lo sconto del 9% concesso a coloro che verseranno il corrispettivo in un’unica
soluzione, entro e non oltre il 31 dicembre 2015. Bisogna, invece, ancora decidere sul bonus da
applicare sia a coloro che comunicheranno l’accettazione e verseranno il 60%
del corrispettivo entro e non oltre il 31 dicembre 2015 (nel regolamento
precedente era del 6%) che a quelli che comunicheranno l’accettazione e
verseranno la caparra entro e non oltre il 31 dicembre 2015 (nel regolamento
precedente il risparmio era del 2%). Si tratta, a nostro avviso, di percentuali
irrisorie, visto che la durata del vincolo è ancora lunga. Il Comune, infatti,
diventerebbe proprietario della case in diritto di superficie tra circa 70
anni, a meno che non vi sia un rinnovamento della concessione delle aree per
altri 99 anni, come previsto dalla legge. Pertanto si potrebbe senza alcun problema concedere, ad esempio, un
bonus del 15% a coloro che decidono (magari anche tra due- tre anni) di aderire
alla convenzione e un bonus del 30% a coloro che entro il 31 dicembre 2015 verseranno una
caparra del 60% sulla somma da elargire al Comune.
Calcolo del corrispettivo: il valore venale non va
moltiplicato per 0,40 ma per 0,60
All’articolo 13 del regolamento viene specificata la formula secondo la
quale si determina il corrispettivo da versare al Comune, ai sensi del comma
48, art. 31 della legge 448/98, come modificato dall’art. 1 comma 392 della
legge 147/2013
Vt = (Va x 0,40) – (Oc x
IR) x Qm
Ove
Vt = Valore del corrispettivo della trasformazione del diritto di
superficie in diritto di proprietà
Va= Valore venale (valore commerciale) dell’area come determinato
dall’Agenzia delle Entrate
Oc = Oneri di concessione (area + urbanizzazione) corrisposti all’epoca del
rilascio della licenza edilizia
IR = Indice di rivalutazione Istat
Qm = Quota millesimale dell’abitazione oggetto della domanda
Secondo questa formula, il proprietario di un appartamento della
cooperativa “La Pineta 75” che detiene 15millesimi, in caso di adesione alla
convenzione, dato che il valore venale dell’area è pari a 1.425.000 euro e gli
oneri concessori rivalutati ammonterebbero a 130.000 euro, dovrebbe versare al
Comune: (1.425.000 x 0,40) – (130.000) x 0,015 = 6.600 euro
Se abbiamo interpretato bene la
legge, il valore venale, invece, va moltiplicato x 0,60.
Il comma 48 dell’art. 31 della legge 448/98 recita: il corrispettivo delle
aree cedute in proprietà è determinato dal Comune, su parere del proprio
ufficio tecnico, in misura pari al 60
per cento di quello determinato…
Ciò viene confermato anche nella relazione dell’Agenzia delle entrate :
“…il corrispettivo per trasformare il diritto di superficie in diritto di
proprietà è dato dal valore venale in comune commercio dell’area ad oggi, come
modificato dalla legge 244/2007 ridotto del 25%, con assunzione del 60% di detto importo…”
Nel caso dell’appartamento in oggetto, moltiplicando il valore venale per
0,60, si passerebbe, dunque, da 6.600
euro a 10.875 euro, di corrispettivo
da versare al Comune.
Si andrebbe dunque a pagare di più? No, perché al comma 392 dell’art. 1 (legge
147/2013) è scritto che il Comune ha la facoltà di abbattere il valore venale
fino al 50%. In questo caso, (ipotizzando
sempre in 130mila euro gli oneri concessori rivalutati) la cifra da versare al
Comune diventerebbe, se abbiamo fatto bene i calcoli, 4455 euro.
A questo punto, per abbattere
ulteriormente il corrispettivo da elargire al Comune, giocano un ruolo
fondamentale i rispettivi bonus, le cui entità vanno stabilite e approvate nell’assise
cittadina di domani mattina. Ricordiamo che il Consiglio comunale è sovrano.