Premessa.
Con quest’articolo non intendo colpevolizzare nessuno, in particolar modo chi
lavora dignitosamente per portarsi a
casa uno stipendio. Il mio è solo un semplice tentativo di fare chiarezza su
qualche cono d’ombra che avvolgerebbe la questione sacchetti della differenziata.
Il
fatto. Essendo un cittadino rispettoso delle regole, ogni
volta che il Comune avvisa pubblicamente la cittadinanza del ritiro dei sacchetti per
la plastica e la carta, osservo sempre le date previste dal calendario della
distribuzione. Questa volta, però, distratto dal tran tran quotidiano, mi è
sfuggito il temine ultimo del 15 ottobre. Siccome tengo particolarmente alla
raccolta differenziata, il 16 ottobre mi sono rivolto a un dipendente della
L.R.S (la ditta che, oltre a curare la raccolta dei rifiuti e lo spazzamento
delle strade, si occupa anche della distribuzione dei sacchetti della
differenziata), chiedendogli se stavo ancora in tempo per ottenere quelli di
mia spettanza. Mi ha consigliato di rivolgermi al Comune, dove aveva depositato
la rimanenza delle confezioni: circa una trentina. Nulla da eccepire sul suo
comportamento, anzi va pure elogiato poiché ha cercato di accontentarmi,
mettendo a disposizione i suoi sacchetti ritirati da cittadino-utente di
Calvizzano. Gli ho risposto “no grazie” ed è comprensibile il motivo. Al
Comune, dove mi sono recato, però, non ne sapevano niente. Allora, dopo alcuni
giorni ho incontrato di nuovo il dipendente dell’LRS , facendogli la stessa
richiesta e lui, a malincuore, mi ha fatto intendere che i sacchetti,
purtroppo, non li potevo più avere perché terminati. Fin qui i fatti. Sono in
difetto l’ammetto, anche perché sul manifesto che pubblicizza i giorni della
distribuzione dei sacchetti c’è sempre scritto a chiare lettere: “…coloro che non avranno ritirato i
sacchetti entro le date previste si riterranno rinunciatari”.
Riflessioni
E’
così che s’intende incentivare la differenziata? Ma chi li scrive questi strani
annunci ? In altri paesi civili chi, per un motivo o un altro, non riesce a
procurarsi i sacchetti della differenziata, viene interpellato telefonicamente
e, se non può recarsi sul luogo della distribuzione, glieli portano fino a
casa. Io, comunque, continuerò a fare la differenziata a costo di riempire di
plastica e di carta le buste della spesa per poi andarle a depositare fuori al
parco dove risiedo nei giorni prestabiliti per il ritiro; anzi colgo l’occasione
per rammentarli a chi ci legge: il lunedì la plastica, il mercoledì la carta. Ma
c’è chi, trovandosi nella mia stessa situazione, potrebbe fregarsene del menefreghismo
di chi ci amministra e deporre tutto nella busta dell’indifferenziato. La
giaculatoria continua: se gli utenti calvizzanesi censiti ai fini della Tari sono
5mila, c’è da immaginare (purtroppo gli atti di gara pubblicati sono sempre
incompleti, da qui l’immaginazione) che siano stati commissionati altrettanti
sacchetti per la differenziata alla Napoletana Plastica, la ditta che si è
aggiudicata, attraverso una procedura negoziata, la fornitura per un anno, con
distribuzione trimestrale, per un importo di 39mila342,42 euro, al netto del
ribasso dell’1,10%, oltre iva.
Insomma,
i miei sacchetti dove sono andati a finire?