Cooperative, il “grande affare” degli anni ‘80

Si arricchirono un po’ tutti: politici, amministratori e perfino impiegati comunali e prestanomi



Il fenomeno delle cooperative ebbe il suo massimo splendore tra la metà degli anni ottanta- inizi anni novanta. All’epoca si rivelò un boom anche dalle nostre parti (Calvizzano, Marano, Villaricca, eccetera). Con questo sistema riuscirono a comprare casa anche coloro che non avevano un reddito alto. Molti di essi, purtroppo, per via di certi meccanismi truffaldini, furono costretti a comprare due volte la stessa abitazione. Insomma, un business con tanti zeri che permise di arricchire un po’ tutti: imprenditori, politici e perfino impiegati comunali e prestanomi. Alcuni di loro, stando ai rumors dell’epoca, avrebbero intascato dai 5 ai 10 milioni di vecchie lire. A Calvizzano, vennero marchiati come “i nuovi untori”. Ma come funzionava la cosa ? Alla base l’equivoco della formula cooperativa, che comportava agevolazioni fiscali, facilitazioni nell’acquisto dei terreni e nel rilascio delle licenze. Secondo la legge, tuttavia, le cooperative (che necessitano almeno di 9 soci) non potevano vendere appartamenti. In teoria, avrebbero dovuto usufruire dell’immobile solo i “soci”. Invece, molte coop, sorte come funghi in molti Comuni dell’hinterland giuglianese, risultarono delle vere e proprie holding affaristiche e commerciali. A gestire l’affare, un gruppo di persone dietro il quale, frequentemente, c’era un solo imprenditore. Lo stesso che dava vita alla società innanzi a un notaio. Così era la cooperativa ad acquistare i terreni a prezzi stracciati, a costruire gli appartamenti e, infine, con il trucco della rinuncia dei soci (quasi sempre messi dalla politica), a vendere a terzi le case, naturalmente a peso d’oro. Risultato dell’operazione: costi ridotti e incassi miliardari. Tutto questo, naturalmente nell’impunità più assoluta. Ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, poiché furono costituite anche tante cooperative con meccanismi limpidi, senza alcun problema per i soci. Molti acquirenti solo recentemente si sono resi conto di aver speso tanti soldi per comprare una casa con diritto di superficie. Oggi, nel caso specifico di Calvizzano, al sindaco Salatiello va ascritto il merito di essere riuscito a dare la possibilità ai possessori di case in cooperative di poterne acquistare la piena proprietà. Bisogna, però, “cacciare” altri soldi, come se non fossero bastati quelli già sborsati all’epoca.           

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