Si
è concluso il terzo degli incontri letterari con la presentazione del libro di
Maura Messina “Diario di una Kemionauta”. L’evento è stato introdotto dalla preside Armida Scarpa
Maura Messina |
Anche la terza serata degli incontri
letterari svoltisi nella biblioteca dell’Istituto Polo (plesso elementare Diaz)
è andata alla grande. Maura Messina, 29 anni, nata a Napoli nel quartiere Piscinola,
ma abita da molti anni a Villaricca, ha presentato la sua “storia fortunata”,
raccontata nel libro “Diario di una Kemionauta”, edito da Homo Scrivens. Una
storia che inizia nel 2012, quando le viene diagnosticato un linfoma (tumore
maligno del sangue): nel suo torace è concentrata una massa grande e ingombrante
che, grazie alla chemio e alla radioterapia, ha una remissione totale.
In prima fila ad ascoltarla, sempre con
attenzione e ammirazione, sua mamma, Rosalia Peluso (originaria di Piscinola), il
padre Angelo, pensionato delle Ferrovie dello Stato, e il fidanzato Eddy, un giovane di Mugnano.
“Sono stata tra quei fortunati – ha detto
Messina – che, attraverso le cure, possono dire di aver superato questo momento
difficile e di poterlo anche raccontare. Molti pensano che vada in giro per
dire se ce l’ha fatta Maura ce la fanno tutti. Non è questo il mio messaggio,
perché porto con me il ricordo di chi non è riuscito a superare questo momento
devastante che sconvolge totalmente una normale esistenza. Mi sento però di
dire che bisogna insistere nel credere nei propri sogni, perché se non ci
crediamo noi in prima persona non ci crederà nessuno”.
La malattia di Maura quasi sicuramente è
una conseguenza dell’inquinamento ambientale che dalle nostre parti, nel
cosiddetto triangolo della morte, è di proporzioni drammatiche. All’evento ha partecipato
anche Enzo Tosti, rappresentante del comitato della Terra dei Fuochi, il quale
ha descritto le battaglie che sono state fatte (concretizzatesi nella nuova
legge sugli “ecoreati”) e di quelle ancora da fare.
Messina ha iniziato a raccontare il suo
libro con un booktrailer, un mix di suoni, immagini e parole di grande impatto
emozionale. Noi, invece, vogliamo concludere l’articolo, riportando fedelmente
le parole che scorrono nel bellissimo videoclip.
“Bisogna stare attenti, attenti. La vita è
bella perché è troppa. Con il tempo dimenticherò questo assurdo Pianeta su cui
ho dovuto mettere piede…
e dell’indescrivibile patito resterà questa
indecifrabile forza d’animo da spendere giorno per giorno nel mondo reale”.
La scrittrice con la Preside Armida Scarpa |
Il pubblico |
Maura con il fidanzato Eddy |
Adesso tocca anche al Comune fare la sua
parte
La scuola calvizzanese, attraverso le iniziative che sforna in
continuazione, si avvia a diventare sempre più un vero e proprio Polo
culturale. Questo obiettivo, tra l’altro, se lo è posto fin dall’inizio della
sua avventura calvizzanese la dirigente scolastica Armida Scarpa: una scuola
mai più vista come ambiente formale con rapporto alunni classe, ma uno spazio
aperto al dialogo, alla cultura e allo scambio generazionale. E ci sta
riuscendo. Gli ultimi eventi (inaugurazione biblioteca, incontri letterari,
storie sotto gli ombrelli) vanno in questa direzione. Tutto ciò, però, non
basta se si vuole una vera crescita
sociale e morale della città. A nostro avviso esiste, dunque, la necessità di
costruire una rete diffusa sul territorio di agenzie culturali. In sostanza, la
cultura di un territorio la devono fare quelli che su quella zona vivono.
Promuovere agenzie culturali significa far fiorire un tessuto di associazioni,
di soggetti del privato sociale, attivare la rete scolastica, far nascere cioè
un tavolo partecipato con tutti i soggetti dove ognuno mette il suo. Il grande
progetto culturale di una cittadina deve per forza nascere mettendo in rete
tutte le energie e le risorse. La cultura, infatti, non è un'opera pubblica che
si progetta, si appalta, si realizza e si inaugura. La cultura è interazione,
scambio, partecipazione: o si costruisce insieme alla città oppure diventa
sterile programmazione di eventi fine a se stessa. Bisogna, dunque,
sperimentare il metodo della progettazione partecipata, come fece Marano
diversi anni fa, prima con il sindaco Bertini e poi con Perrotta, quando era
assessore alla Cultura Antonio Menna, oggi scrittore affermato. Furono messe scuole
e associazioni intorno ad un tavolo e fu detto "che vogliamo fare ?".
Vennero fuori idee: furono fatte iniziative sulla legalità, il cinema
all'aperto, le conversazioni sotto i portici. Lo stesso viene fatto a
Villaricca da anni. Il Comune, dunque, deve fare da direttore d'orchestra.
Questo è il ruolo di un ente locale per la promozione culturale del territorio,
anche perché la cultura non è un lusso, ma un bisogno primario che se fatto di
contenuti giusti può fungere anche da motore per lo sviluppo economico di un
territorio.