Calvizzano è una città che dimentica facilmente i suoi figli illustri
In ricordo di Peppe Barleri instancabile tessitore di memorie locali
Questo mese ricorre il nono anniversario della sua morte: cogliamo l’occasione  per proporre alla Commissione toponomastica, presieduta dal consigliere comunale Lorenzo Grasso, di dedicargli una strada

Peppe Barleri era sicuramente uno dei più profondi conoscitori della storia di Marano e di Calvizzano. Ha abitato con la sua famiglia a Calvizzano, fino al giorno della sua morte, sopravvenuta per un tumore allo stomaco.  Era di casa sia al Comune che alla biblioteca calvizzanese, poiché andava alla ricerca della novità storica per inserirla nei suoi numerosi libri che ci ha lasciato di cui tre su Calvizzano. Barleri era uno studioso onesto, meticoloso e sorprendentemente rivoluzionario. Come storico, aveva le doti che prescriveva Erodoto: il vero storico è quello che pubblica le proprie indagini, cioè documenti e fonti. E “indagini” erano le pubblicazioni di Barleri, volutamente non erano “conclusioni”.
“Mi limito a far parlare i documenti – era solito affermare anche in alcune sue prefazioni -, perciò nei miei libri ognuno è libero di scegliersi il percorso storico che vuole, e approdare a verità magari diverse da quelle alle quali approda chi sceglie un’altra via, un’altra angolazione: la storia è un diamante con moltissime sfaccettature, tutte ugualmente brillanti”.
Infine, Peppe era un rivoluzionario, perché, nel pubblicare tanti libri ricorrendo a sponsor pubblici o privati, è riuscito a regalarli a chi, di volta in volta, glieli ha chiesti: ricchi o poveri, acculturati o semplici curiosi, professionisti o operai. Quindi ha creato opere per tutti (la storia cittadina è di tutti) e, soprattutto, fruibili veramente da tutti perché gratuite. E questa è una lezione della quale dobbiamo tener conto. Sarebbe bello poter ricavare qualche sala all’interno del Comune, dove poter organizzare simposi culturali e poterla chiamare Sala Barleri, così come a Marano hanno ricavato sotto gli ex porticati del comune Sala Cavallo e Sala Chianese, in ricordo di due grandi artisti del posto. Oppure dedicargli una strada, magari al posto delle inutili via Basilicata, via Campania, via Molise, via Roma, eccetera.
Intanto, dopo di lui a Calvizzano si è creato una sorta di vuoto culturale: nessuno più si è cimentato a raccontare la storia del nostro paese, il quale vanta una lunga tradizione di storici, vedi Raffaele Galiero, il sacerdote Di Maria e lo stesso Barleri.

Antiche famiglie di Calvizzano

Fu uno degli ultimi libri scritti da Barleri. Nel volume, conservato nella biblioteca di Calvizzano, lo storico passa in rassegna l’origine e lo sviluppo delle famiglie calvizzanesi, partendo dal Concilio di Trento, quando iniziò la sistematica registrazione degli eventi salienti come la nascita, il matrimonio e la morte di ogni cittadino.  Barleri (di padre maranese e mamma calvizzanese), attraverso uno studio meticoloso, raccolse notizie scritte e visibili, per offrire alla sua comunità una pagina importante della propria storia, assicurandole una futura identità  

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