Al Comune giacciono ancora più di 900 fascicoli che potrebbero far introitare intorno
ai 5-6 milioni di euro. Per alcune pratiche gli interessi da pagare, al di
fuori degli oneri di costruzione, supererebbero i 50mila euro
L’amministrazione si affida a un consulente esterno
per recuperare i soldi degli oneri concessori (costi di costruzione) relativi alle
circa 900 pratiche di condono edilizio che giacciono ancora all’ufficio tecnico.
Si tratta di crediti che vanno assolutamente incamerati. In primis, perché le
casse piangono e serve denaro liquido per scongiurare tagli di servizi alla
collettività; inoltre per evitare che amministratori e funzionari incorrano in
responsabilità di tipo erariale. Il legale a cui s’intende conferire l’incarico
sarà scelto tra coloro che stanno aderendo alla manifestazione d’interesse che
scade il 20 marzo 2015.
L’incaricato dovrà avere comprovata esperienza in
recupero crediti, in quanto dovrà avviare anche la riscossione coattiva nel
caso ve ne fosse bisogno. La parcella dell’avvocato sarà interamente a carico
della parte debitrice e non dovrà superare il 6% dell’importo riscosso dal
singolo contribuente. Qualora le procedure di recupero dovessero concludersi
negativamente, il Comune corrisponderà al legale solo il rimborso delle spese
vive documentate.
L’incarico sarà conferito dal sindaco sulla base dei
curricula presentati.
Raccolte
circa duemila quattrocento domande relative ai tre condoni
Per completezza di informazione, ma anche per una
questione di trasparenza, l’amministrazione avrebbe dovuto informare la
cittadinanza su quante domande di condono sono state avanzate all’Ufficio
tecnico e quante ne sono state evase. Purtroppo, da queste parti, il ragguaglio
resta ancora un semplice accessorio. Allora proviamo noi a sfornare qualche
dato, sulla scorta di quanto acquisimmo alcuni anni fa, quando i nostri
rapporti con l’ufficio tecnico erano ancora accettabili.
Le domande raccolte in questi anni sono state circa duemila e quattrocento; 2087 riguardano
i due condoni del 1985 (1004 domande) e del 1994 (1083); 245, invece, le
domande dell’ultimo condono, quello del 2003. Stando ai dati in nostro possesso
(risalenti al 2008), per quanto riguarda il condono ’85 furono evase circa 700
pratiche, mentre per quello del ’94 intorno alle 750 pratiche. Nessuna
fascicolo del 2003 risultò evaso. Siccome in questi anni, da quello che ci
risulta, sarebbero stati in pochi ad aver regolarizzato la loro posizione, rimarrebbero
ancora più di 900 fascicoli pendenti per
i quali si stimerebbe un introito nelle casse del Comune che supererebbe i 5milioni di euro. Alcuni cittadini che
hanno costruito abusivamente interi palazzi, oltre agli oneri concessori,
dovrebbero versare interessi (maturati in base al ritardato pagamento) che si
aggirerebbero intorno ai 50-60mila euro.
Il
condono del condono varato dall’amministrazione Pirozzi fu un flop
Nel 2007, ai tempi di Pirozzi sindaco, fu varato il
condono del condono edilizio. Una sorta di sanatoria per coloro che dovevano
ancora versare nelle casse del Comune gli oneri concessori dei condoni edilizi
47/85 e 724/94. La sanatoria fu lanciata dal Governo dell’epoca e non
riguardava il condono del 2003. A Calvizzano, coloro che aderivano ottenevano
risparmi del 40% sulla somma da versare. Nonostante la fitta pubblicità
televisiva e una proroga, quello che fu definito “il condono del condono” si
rivelò un autentico flop, poiché all’ufficio tecnico arrivarono poco più di
sessanta domande.
Per
fortuna l’abusivismo edilizio si è quasi azzerato
Stando alle domande di condono pervenute al Comune, i
non abusivi a Calvizzano rappresentano un’eccezione. Sui numeri, infatti, non
si può non fare qualche riflessione: 2.400 domande corrispondono ad altrettanti
abusi edilizi, il che significa che tutte le amministrazioni che si sono
succedute dal 1985 alla metà degli anni duemila, hanno fatto ben poco per
fronteggiare il fenomeno dell’abusivismo edilizio. Fenomeno che, grazie
all’occhio vigile dei carabinieri e dei Poliziotti municipali (recentemente
hanno scoperto un capannone abusivo lungo la sponda dell’Alveo Camaldoli) oggi si
è quasi azzerato.