Anche per l’immondizia, come è accaduto per l’acqua, i conti potrebbero non
quadrare. Per questo motivo, per alcuni esperti della materia, andrebbero riviste
le tariffe e rifatte daccapo le bollette. In questo modo si eviterebbero conseguenze
sugli equilibri di bilancio e probabili danni erariali. Ma il caos determinatosi
potrebbe essere la conseguenza di un cronoprogramma errato. Analizziamolo. La
maggioranza che sostiene il sindaco Salatiello, a luglio scorso, approva in
consiglio comunale il regolamento Tari nel quale viene abolita la tassa sui
rifiuti ai garage, alle cantinole, ai box auto
non allacciati alla rete idrica e fognaria. A settembre viene approvato
in giunta il piano economico-finanziario che stabilisce il valore della tassa
per le varie utenze. A dicembre arrivano nelle case dei contribuenti le
bollette del saldo tari, comprensive anche della quota relativa ai box auto, cantinole,
eccetera, nonostante la gabella su
questo tipo di pertinenze sia stata abolita. Molti utenti (ammonterebbero a circa 150) si recano all’Ufficio tributi a
protestare. Così vengono invitati a produrre domanda di sgravio parziale,
dopodiché il personale in servizio provvede ad horas a defalcare la somma non dovuta e a
ristampare la bolletta con il nuovo importo da pagare. Agli altri contribuenti
(circa 200 da quello che ci è stato riferito), quelli che non sono venuti a
conoscenza della disposizione amministrativa (tra l’altro poco pubblicizzata) e
hanno già onorato il loro debito verso il Comune, viene assicurato il rimborso.
Da premettere che alcuni giorni dopo la data di scadenza di pagamento del saldo
Tari, l’amministrazione fa affiggere dei manifesti, dove viene pubblicizzata
l’abolizione della gabella sui box auto e cantinole e che è stata mantenuta la
promessa elettorale. Ma il nodo centrale della questione è come verrà finanziata
la somma derivante dagli sgravi e dai rimborsi che ammonterebbe a diverse
migliaia di euro? Secondo gli esperti da
noi interpellati, l’unico modo possibile per uscire da questo “ginepraio” è il
ricalcolo della tariffa con conseguente emissione di nuove bollette. Così si
eviterebbe anche di far saltare l’equilibrio di bilancio relativo al capitolo
Nu, dove è previsto che le uscite (costi
sostenuti per garantire il servizio NU) debbano pareggiare con le entrate, esclusivamente
attraverso gli introiti delle bollette.
Per coloro che vogliono
approfondire la questione
Dal primo gennaio 2014, per il calcolo della tassa sulla spazzatura
(composta sia da una quota fissa che da una variabile) si tiene conto sia dei
metri quadrati che dei componenti del nucleo familiare (in virtù del principio:
“chi inquina di più deve pagare di più”). Il calcolo è molto complesso,
ma vige comunque sempre la regola di spalmare i costi (nel 2014 ammontano 1milione726mila euro) sostenuti
per il servizio NU sull’intera platea contributiva, tenendo conto anche dei
metri quadrati di superficie totale censita, tra abitazioni, negozi, studi
professionali, eccetera. Da qui il prezzo di 3 euro a metro quadro per la parte
variabile della tassa.
A questo punto sarebbe interessante capire se nel
calcolo della parte variabile sono state escluse o incluse le superfici relative
alle pertinenze non allacciate alla rete idrica e fognaria. Se sono state escluse, non si capisce perché
sono state inviate le bollette anche con la quota relativa ai box e ai garage. Al Comune non hanno pensato che nel caso di
specie, premesso che tutti si fossero recati a pagare, si sarebbero incassati più soldi di quelli previsti con probabile
indebito arricchimento dell’Ente? Viceversa,
se le superfici dei box e della cantinole sono state incluse nel calcolo, il
Comune, a seguito degli sgravi e dei rimborsi, si troverebbe ad appianare un ipotetico
buco di bilancio di diverse migliaia di euro. In questo caso, però, la cosa diventerebbe
un po’ complicata sotto tutti gli aspetti, poiché
i costi sostenuti per il ciclo dei rifiuti vanno obbligatoriamente
pareggiati solo ed esclusivamente con
gli introiti derivanti dal pagamento della tassa e non con soldi di altri
capitoli. Cosa avrebbe dovuto fare il Comune per evitare tutto questo caos? A
nostro avviso, già da settembre scorso, prima della redazione del Piano
economico-finanziario, attraverso il quale sono state stabilite le tariffe
della Tari, bisognava invitare tutti i possessori di box o
cantinole non allacciati alla rete idrica e fognaria a produrre domanda al
Comune. In questo modo si sarebbe avuta una fotografia reale delle superfici da
prendere in considerazione ai fini del calcolo della tassa e decidere,
attraverso un atto d’indirizzo politico, su chi far gravare i minori introiti
derivanti dall’abolizione della gabella per questo tipo di pertinenze. Siccome
le cose si sono svolte diversamente, al Comune rimane un’unica soluzione: rettificare
il ruolo, cioè rifare daccapo le tariffe ed emettere nuove bollette. Adesso,
tre ultime considerazioni. La prima: visto che permangono tutti questi dubbi,
perché non viene spiegato ai cittadini (attraverso manifesti, mediante il sito
istituzionale o qualunque altro mezzo) come stanno realmente le cose? Questa è
la vera trasparenza. La seconda: perché i due unici veri oppositori all’amministrazione
Salatiello, cioè Angela De Vito e Biagio Sequino, su questa questione non hanno
prodotto, almeno finora, alcuna azione politica? La terza. Adesso il Comune si
attrezzerà per effettuare i dovuti controlli su chi realmente possiede un box o
una cantinola non allacciati alla rete idrica e fognaria?