Come si fa a non dedicare uno spazio, anche se su
un piccolo blog come Calvizzanoweb, al nuovo ma grande libro di Antonio Menna,
“Il Mistero dell’Orso Marsicano Ucciso
come un Boss ai Quartieri Spagnoli”. In primis, perché Antonio è amico mio sincero
dal 1990: tra l’altro mi ha anche insegnato i primi rudimenti del giornalismo.
In secondo luogo, perché il bravo romanziere dopo Marano, ha vissuto, insieme
alla sua compagna, per qualche anno anche a Calvizzano. Dopodiché è andato a
vivere ai Quartieri spagnoli, dove tuttora risiede e dove è ambientato gran
parte dell’ultimo suo capolavoro. Nel
terzo suo lavoro, “Se Steve Jobs fosse
nato a Napoli”, Menna ha provato a mettere in fila i fattori che bloccano i
giovani talenti del Sud: mancato accesso al credito, burocrazia,
condizionamenti ambientali, corruzione, camorra. Poi è arrivato “Tre terroni a zonzo – Lasciare
Napoli o restare?”, dove ha parlato sempre dei giovani del Sud, ma
da un’altra angolazione, quella, appunto, della migrazione. Nel Mistero dell’Orso...,
invece, traspare il suo amore verso una Napoli a ruota libera. Una città, come ha dichiarato al
noto periodico Gioia, che si smentisce continuamente, alternando la luce al buio,
senza dare mai punti di riferimento. Una metropoli dove non esistono codici
condivisi: ciascun abitante ha il suo. Il fatto che l’ingranaggio collettivo
bene o male continui a vivere ha qualcosa di magico. Questo la rende
affascinante e nello stesso tempo spaventosa.
Tanti Auguri
di pieno successo, Antonio.
Mimmo Rosiello