Si
tratta di un prestito a breve termine che va restituito man mano che le entrate
dell’Ente vengono riscosse. Si fa ricorso per far fronte a pagamenti urgenti e
indifferibili, quando il Comune non dispone di liquidità in cassa. Maggiore è
il prestito chiesto più cospicui sono gli interessi da pagare alla
tesoreria comunale, il che si riflette negativamente sulla collettività
Se fino a pochi mesi fa il sindaco si vantava di non aver mai fatto ricorso alle
anticipazioni di tesoreria, da quando lui amministra la città, adesso non lo
potrebbe fare più. E’ di questi giorni, infatti, la pubblicazione di una delibera
di giunta nella quale si autorizza il responsabile del Servizio finanziario del
Comune, Salvatore Sabatino, a poter ricorrere ad anticipazioni di cassa, fino a
un massimo di un milione di euro e a imputare la spesa relativa agli interessi
passivi sul bilancio 2015.
Ma cos’è l’anticipazione di tesoreria o di cassa e
quando vi si ricorre? Trattasi di un esercizio che l’amministrazione può
attivare nel momento in cui le entrate effettive, cioè i soldi che sono
materialmente in cassa, non sono sufficienti a poter assicurare l’ordinaria
amministrazione: stipendi dei dipendenti, ammortamento dei mutui e prestiti,
spese dovute in base a contratti (servizio
raccolta dei rifiuti, servizio idrico, eccetera). In questo caso diventa una
necessità reperire liquidità. Ad anticiparla è la tesoreria comunale, nel caso di
Calvizzano la Geset, che ovviamente applicherà i dovuti interessi, alla fine pagati da noi cittadini o
attraverso l’aumento delle tasse o sotto forma di decurtazione dei servizi. Ma
qual è il massimo scoperto a cui può ricorrere un’amministrazione? Si prende a
riferimento l’ultimo rendiconto di gestione (bilancio consuntivo) approvato, in
questo caso quello del 2013. Si sommano i primi tre titoli delle entrate:
quelle tributarie (Imu, addizionale irpef, tasi, immondizia, imposta sulle
pubblicità, ecc.) che per Calvizzano
ammontano a 5.262.607,00 euro; quelle
relative ai trasferimenti statali che ammontano a 777.511,00 euro; quelle extratributarie (bollette dell’acqua, rette
dei servizi offerti dal Comune tra cui quelli a domanda individuale, come ad
esempio il soggiorno anziani, ecc.) che ammontano a 967.360,00 euro. L’anticipazione massima possibile per legge,
dunque, è pari ai tre dodicesimi di 5milioni562,607,00 euro, cioè un
milione751mila.869 euro. In pratica, il nostro Comune si è mantenuto sotto
al limite massimo di circa 752mila euro.
Si spera ovviamente che l’anticipazione di cassa sia
un fatto isolato, perché se questa tendenza dovesse continuare negli anni a
venire diventerebbe segno di un’inadeguata programmazione dei flussi di entrate
e di spese, il che potrebbe comportare danni erariali. D’altronde la Corte dei
Conti ricorda che la carenza permanente di liquidità finisce col compromettere
gravemente l’ordinario funzionamento dell’ente, sotto l’aspetto della
solvibilità, ovvero dell’erogazione dei servizi indispensabili e costituisce
uno degli indici sintomatici di una situazione di dissesto.