Reparto
modello all’ospedale di Giugliano, ma mancano posti letto per i ricoveri
Per
la solita politica del risparmio, nel giro di due anni è stato dimezzato sia il
personale medico che infermieristico, mentre sono più che raddoppiate le
richieste di prestazioni
Dall’esterno, il reparto (ubicato a piano terra di
una palazzina fatiscente di via Giovan Battista Basile, accanto all’ospedale di
Giugliano) si presenta molto male. Ma l’unità
di gastroenterologia funziona
benissimo, ma con prestazioni quasi dimezzate rispetto a qualche anno fa,
poiché è stato ridotto enormemente il personale paramedico e medico (sono
rimasti solo due gastroenterologi: dottor Luigi Morlando e dottor Gaetano Bruno).
Da quando, poi, è andato in pensione il dottor Francesco Guardascione, la
direzione del reparto è passata nelle mani del dottor Salvatore De Stefano, che
è di stanza all’ospedale La Schiana di Pozzuoli. La gastroscopia, che rimane
un’indagine invasiva, è diventata un’operazione di routine, dove il paziente
avverte solo un leggero fastidio quando viene sottoposto contemporaneamente
anche a biopsia.
“Ho fatto due gastroscopie – afferma il signor
Giovanni, 56 anni, all’ospedale San Paolo di Fuorigrotta, dove mi sono trovato
bene, anche se la fase di discesa del tubo è stata un po’ traumatica. L’altro
giorno l’ho ripetuta a Giugliano, ma non me ne sono proprio accorto: alla fine
mi sono complimentato con l’operatore”.
“E’ importante mantenere la calma – afferma un
infermiere del reparto gastroenterologia – il segreto è quello di concentrarsi
sulla respirazione: se si segue questa semplice regola, sarà tutto estremamente
più facile”.
Ma la gastroscopia è solo una delle tante attività
che vengono svolte in day hospital e ambulatorialmente a Giugliano, anche se
solo di mattina, a differenza di qualche anno fa, quando si lavorava anche di
pomeriggio. Si effettuano tante altre indagini e interventi tra cui:
polipectomia, legatura elastica delle varici, visite epatologiche e
gastroenterologiche, colonscopia, manometria esofagea,
esofagogastrododuenoscopia, endoscopia delle vie biliari con ERCP (dove si
interviene chirurgicamente sulle vie biliari per l’asportazione dei calcoli),
asportazione polipi, ecografia con mezzo di contrasto ed ecoendoscopia.
Nonostante il servizio funzioni bene, non mancano
gli intoppi: il reparto non è dotato di posti letto, per cui se dovesse
verificarsi qualche incidente di percorso durante il trattamento ambulatoriale,
il paziente viene ricoverato nel reparto di Medicina o in un altro dove
dispongono di posti letto o trasferito in un altro ospedale. E’ un vero
peccato, poiché dell’unità di gastroenterologia si servono diverse migliaia di
pazienti dell’area giuglianese, tutti contenti delle prestazioni. Purtroppo, va
registrata la nota dolente dei tempi di attesa: fino a qualche anno fa, prima
che andassero in vigore le nuove norme sul ridimensionamento di diversi
ospedali campani, per un’ecografia all’addome bisognava aspettare mediamente 14
giorni, oggi occorre perlomeno un mese, mentre per una gastroscopia bisogna
aspettare minimo tre mesi.
Nel 2009, il dottor Morlando, gastroenterologo, ma
anche esperto di medicina omeopatica, fece richiesta all’Asl, per l’apertura di
un ambulatorio di medicina omeopatica per la cura di patologie gastro-intestinali,
ma non è mai arrivata l’autorizzazione. Ma l’omeopatia, in accordo con i medici
del reparto oncologia (altro punto di eccellenza del nosocomio giuglianese)
viene praticata lo stesso
per ridurre gli effetti collaterali legati alla
chemio e radio terapia. La medicina omeopatica aiuta molto a curare sia le
dispepsie che le disfunzioni epatiche. E proprio in questo campo, da quello che
ci risulta, pare che il dottor Morlando abbia avuto risultati sorprendenti.
Laddove non ci sono state risposte positive alle cure tradizionali, a esempio
all’interferone e alla ribavirina, in caso di epatiti C e B, il paziente è
stato trattato con prodotti naturali e, nel 75% dei casi, i valori delle
transaminasi sono ritornati alla normalità.