Giovedì 29 maggio, la minoranza ha confezionato l’ennesima figura meschina.
Al Consiglio comunale non si sono presentati l’ex sindaco Pirozzi e Biagio Sequino, mentre Michele D’Ambra e
Angela De Vito (entrambi iscritti al Pd, anche se in consiglio ognuno
rappresenta se stesso) sono rimasti circa mezz’ora: fino all’approvazione del
terzo punto all’ordine del giorno. I due
esponenti del Partito democratico hanno aspettato che venisse votata la
Commissione Locale per il Paesaggio (hanno trovato pure l’accordo sulla
designazione di un loro componente), dopodiché sono andati via, lasciando
increduli sia i consiglieri di maggioranza che il numeroso pubblico presente. Praticamente,
i rappresentanti della minoranza hanno perso l’ennesima occasione per dire la
loro su importantissimi argomenti di valenza sociale, visto che l’ordine del
giorno contemplava i seguenti punti: approvazione del regolamento comunale sulla
rateizzazione dei tributi; concessione, in orario extrascolastico, della
palestra dell’elementare Diaz ad associazioni del territorio, per lo
svolgimento di attività sportive e motorie; approvazione dello schema di
convenzione tra i Comuni del circondario per il mantenimento dell’Ufficio del
Giudice di Pace; approvazione del regolamento IMU; modalità di gestione della
futura farmacia comunale; importanti novità sulla trasformazione del diritto di
superficie in quello di proprietà, che riguarda quasi la totalità delle case in
cooperative costruite sul territorio calvizzanese. Si è discusso anche di
Salute e Territorio, poiché al Comune continuano a pervenire richieste di
installazioni di ripetitori telefonici. Insomma, l’opposizione non c’è: e se
questo è l’andazzo, i seguaci di Salatiello, quelli doc e quelli acquisiti (tra
cui saltimbanchi e portatori d’interesse di ogni genere), come abbiamo già
scritto diversi mesi fa, possono dormire sonni tranquilli, perché adesso hanno la
certezza matematica che il loro “nume tutelare”, colui che ha cambiato i loro
destini, durerà a lungo sulla poltrona di Primo cittadino. Eppure, nei mesi
scorsi, c’era stato qualche timido tentativo, anche se solo da parte della De
Vito e di Sequino, di voler iniziare a svolgere seriamente il ruolo di
oppositori, anche per rappresentare degnamente gli altri circa 5mila cittadini
che non hanno voluto votare Salatiello.
Il confronto politico è il sale della democrazia e può avvenire solo se la
minoranza non sta a guardare. Se poi si vuole anche agire, bisogna studiare
(tanto, tanto, tanto…) per individuare i problemi e indicarne le soluzioni.
Anzi, a un leader forte come Salatiello (abile politico e profondo conoscitore sia
delle problematiche amministrative locali che delle rogne e degli eventuali
scheletri nell’armadio di tanti amministratori e politici del presente e del
passato) bisognerebbe opporsi senza fare sconti, stando su tutti i fatti e su
tutti gli atti amministrativi, in modo da rilevarne le criticità e svelarne
eventuali retroscena (di tutti i tipi: positivi e negativi). Lo strumento più
efficace che si ha a disposizione è quello delle mozioni (di indirizzo, di
censura, di sfiducia, eccetera) che, anche se non dovessero essere approvate
dal Consiglio comunale, poiché nel caso specifico di Calvizzano esiste una
maggioranza bulgara, potrebbero accendere le luci su diverse questioni e
richiamare l’attenzione degli enti preposti al controllo. Finora, purtroppo, nonostante
sia trascorso un anno dall’insediamento della nuova amministrazione, gli
esponenti di questa opposizione paesana
non hanno ancora utilizzato uno solo degli strumenti che leggi e regolamenti
mettono a loro disposizione. Si sono limitati ad affiggere timidi manifesti
contro alcuni provvedimenti amministrativi.
E’ mai possibile che tutti coloro che rappresentano a Calvizzano il Pd (primo in termini numerici e unico partito
organizzato sul territorio) non riescano a mettere a punto una mozione
d’indirizzo, un’interrogazione consiliare, una richiesta di convocazione di un
consiglio comunale su problematiche di interesse sia locale che intercomunale?