Ha destato
grosso clamore il nostro articolo sulla questione lettura dei contatori
dell’acqua. La notizia non è sfuggita a un arguto osservatore di fatti e
misfatti della politica maranese e dell’hinterland giuglianese come Mauro
Bertini: così l’ex sindaco di Marano l’ha ripresa e sviluppata in maniera più
articolata su l’Altramarano, il blog da lui concepito e diretto. La novità non è passata inosservata neanche al
noto sito Internapoli. Il nocciolo della
questione è che l’Idro-tech, la ditta vincitrice della gara per la lettura dei contatori dell’acqua,
a Marano ha praticato un prezzo (0,79 euro a lettura) di circa 4volte inferiore
di quello che percepisce (circa 3 euro a lettura) a Calvizzano per lo stesso
servizio. Ma al di là dei sospetti avanzati da Bertini (che, tra l’altro, ha
pure colto l’occasione per rimarcare che un episodio del genere, se fosse
accaduto a Marano, ma a posizioni invertite, l’avrebbe indotto a coinvolgere la
Corte dei Conti e Procura della Repubblica), ci sarebbero tutte le condizioni
per far arrivare nelle case dei calvizzanesi bollette più leggere, relative ai consumi
idrici.
“Lo scarto di
2,19 euro a lettura – scrive Bertini sul suo blog - moltiplicato per le 10.000
letture (due all’anno) previste a Calvizzano, porta nelle casse del Sig.
Liccardi la bellezza di un surplus assolutamente non giustificato di 21.900
euro”.
Di fronte a
questa marchiana evidenza, a un sindaco che ami davvero la sua città e rispetti
i suoi concittadini (ma soprattutto perché lo richiede la legge sulla spending
review) non rimane altro che convocare il “signor Idro-tech”, per accordarsi su
una considerevole riduzione del canone annuale di 453mila euro. La rinegoziazione del contratto, tra l’altro, è
necessaria anche sulla scorta di un ulteriore elemento non meno importante di
quello della lettura dei contatori. Ai contribuenti, infatti, viene fatta
pagare una quota fissa di 15,40 euro annui (pagata trimestralmente in rapporto
ai giorni di consumo), a nostro avviso, ingiustificata. Questa voce comprende, come è scritto nella parte sinistra della
bolletta, “la spesa di manutenzione del contatore, la spesa per le stampe e recapito
bollette e il nolo del contatore”.
Ma
dall’analisi dei costi (allegata al capitolato d’appalto) si evince che la voce
stampa e recapito
bollette
è quantificata in 32mila euro: ciò significherebbe che la ditta vincitrice
dell’appalto, nel
compenso
(399.120 euro annui più iva) che gli paga il Comune, sarebbe indennizzata anche
per
questi
servizi. Se il nostro ragionamento, dunque, non fa una piega, sorge spontanea
la domanda:
perché
far pagare ai contribuenti due volte la stessa prestazione?
La
cosa strana è che i partiti, la cui mission è quella di tutelare gli interessi dei
cittadini, continuino
a
ignorare del tutto una questione così importante. Stessa cosa si potrebbe dire
dell’Associazione
consumatori,
rappresentata dalle nostre parti dall’avvocato Salvatore Nasti, visto che,
finora, non ha
ancora
preso in considerazione la possibilità di un’azione collettiva, mirata a
difendere l’interesse
degli
utenti?