Nel nostro Comune la trasparenza è ancora un optional?


La legge prevede la pubblicità anche dello stato patrimoniale di assessori, consiglieri comunali e sindaci, ma a Calvizzano non è stata ancora applicata  
Al Comune di Calvizzano sarebbe stato ignorato l’articolo 41 bis della legge 174 del 2012, riguardante il Testo unico degli enti locali, ma sarebbe stata data un’interpretazione errata anche agli articoli 13 (c.1 lettera A) e  14 del D.lgs 33/2013, che prevedono una serie di obblighi sulla Trasparenza. In pratica, nei Comuni con popolazione superiore ai 10mila abitanti, il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali sono tenuti a presentare annualmente, all’inizio e alla fine del loro mandato una dichiarazione che contenga i dati reddituali e patrimoniali, incluse quote societarie, titoli azionari e obbligazionari, titoli di Stato o in altre utilità finanziarie detenuti anche tramite fondi di investimento, sicav o intestazioni fiduciari. I dati vanno pubblicati sul sito internet del Comune, nella sezione “Trasparenza Valutazione e Merito”.  Sul sito del Comune di Calvizzano, invece, gli assessori e  due consiglieri comunali (Michele D’Ambra e Roberto Vellecco) si sono limitati a dichiarare solo quello che percepiscono in relazione alla loro carica politica, basandosi, probabilmente, su una missiva del 6/12/2013, a firma della responsabile della Trasparenza, Margherita Mauriello. Nella comunicazione, infatti, si fa riferimento ai dati previsti dalla legge: atto di nomina; curriculum; compensi di qualsiasi natura connessa all’assunzione della carica; i dati relativi alle assunzioni di altre cariche; gli eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica. In pratica, manca il punto f, cioè quello dove è specificato che vanno pubblicati i dati patrimoniali del soggetto pubblico, ma anche quelli del coniuge non separato e dei parenti di secondo grado, qualora dovessero dare il loro assenso. Insomma, perché a Villaricca è stata recepita in toto la legge, mentre da noi no? Forse perché siamo in un’altra Repubblica?  Va aggiunto che, tra l’altro, è prevista una sanzione variabile da un minimo di 2mila euro a un massimo di 20mila euro, da comminare a coloro che si rifiutano di pubblicare i loro dati patrimoniali e reddituali. Tra l’altro, gli enti locali soggetti a questo obbligo, avrebbero dovuto approvare i regolamenti attuativi, cosa che a Calvizzano ancora non è stato fatto. E’ ovvio che la maggior parte dei politici, in particolare quelli che non vorrebbero far conoscere la loro posizione reddituale, manifestino un comune fastidio per l’innovativo provvedimento sulla trasparenza.


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