Le casse comunali ridono, ma non è tutto oro
quello che luccica
Soldi a go-go per enti, per associazioni, per sponsorizzazioni
di manifestazioni e chi più ne ha più ne metta. L’amministrazione Salatiello,
in questi primi sette mesi di gestione, si è data alla pazza gioia sul fronte
delle spese, elargendo denaro a destra e a manca. Il Comune sembra essere ridiventato
una sorta di luogo di beneficenza stile Prima Repubblica, quando le richieste
di aiuto economico venivano quasi tutte esaudite, perché portavano consenso,
specialmente agli amministratori che ambivano al salto di qualità, mirando a
mete politiche più prestigiose. Ma da dove vengono attinte tutte queste risorse,
visto che i precedenti sindaci si sono sempre lamentati del fatto che le casse
del Comune erano perennemente asciutte?
“Il nostro
Comune – ha dichiarato Salatiello nell’ultimo consiglio comunale - da maggio scorso
è un ente virtuoso che non sta in anticipazione di cassa. Abbiamo 500mila euro
che possiamo direttamente immettere nel circuito dei consumi. Stiamo rivedendo
e rivalutando tutta la situazione economico-finanziaria”.
Probabilmente al nostro Primo cittadino sfugge il
concetto di ente virtuoso. Allora sarebbe opportuno che il ragioniere capo del
Comune, persona a detta di molti preparata, glielo spiegasse, dicendogli a
chiare lettere che un ente diventa virtuoso quando raggiunge un “saldo obiettivo” pari a zero” e che Calvizzano
è ancora lontano da questo traguardo, non avendo rispettato tutti i parametri
previsti dalla legge. Non è accaduto per il 2012 e non accadrà, stando alla
lettura delle carte contabili, neanche per il 2013. Pertanto bisognerà lavorare
sodo perché ciò avvenga in un prossimo futuro, stringendo i cordoni della borsa
ed evitando spese allegre. Insomma, serve meno populismo e più rigore sui conti.
Salatiello, inoltre, da vecchio volpone, conosce alla perfezione la differenza
tra cassa e competenza. Sa bene che con 500mila euro in cassa, ma con un’ enorme
mole di debiti, si riescono a risolvere a malapena i problemi impellenti, ma si
corre anche il forte rischio di cadere nel baratro del dissesto
economico-finanziario, se non si corre subito ai ripari con le dovute
contromisure. Certo, avere una cassa florida è sicuramente un fattore positivo,
poiché evita al Comune di pagare cospicui interessi al gestore della tesoreria
comunale, ma questo non giustifica le magnanime elargizioni avvenute in questo
periodo. Ma a chi va ascritto il merito di non essere andati mai in rosso da
sette mesi a questa parte? A Salatiello? Al nuovo ragioniere capo? Secondo noi
hanno avuto sicuramente il loro grande peso le
due boccate di ossigeno arrivate con il decreto “spalma debiti”. La Cassa Depositi
e Prestiti, infatti, a maggio scorso ha provveduto a rimpinguare le casse
comunali con un milione175 mila euro, corrispondente alla prima tranche dei
2milioni350mila euro accordati al nostro Comune dal Ministero dell’Economia e
previsti dal fondo nazionale, nato per assicurare liquidità agli enti locali.
La seconda quota, pari sempre a 1.175.000 euro, sarebbe dovuta arrivare a
maggio 2014, ma è ci è stata anticipata a novembre scorso. Questi soldi non sono a fondo perduto: si
tratta, in pratica, di una sorta di prestito agevolato (al tasso del 3,3%) che
i Comuni devono restituire, secondo un piano di ammortamento venticinquennale
che prevede rate mensili, comprensive sia della quota capitale che della quota
interessi. Servono unicamente agli enti locali per far fronte ai debiti certi,
liquidi ed esigibili, maturati al 31-12-2012. I creditori del nostro Comune
(tutti e non solo i soliti privilegiati), dunque, hanno potuto tirare
un sospiro di sollievo, poiché, non devono più aspettare i soliti tempi lunghi
per essere liquidati. Soldi che hanno fatto cessare l’ansia anche a
diversi rappresentanti dell’amministrazione comunale, perché con un bilancio
meno ingessato si son potute distribuire con più facilità le altre risorse
disponibili e accontentare le varie parrocchie.