Niente sorteggio: alla fine è prevalsa la volontà dei tre
componenti della commissione elettorale su quella del Commissario straordinario. Venerdì
scorso, infatti, alle ore 15 e 30, nella stanza riservata ai sindaci, davanti a
un nutrito pubblico, la nomina degli scrutatori per le politiche del 24 e 25
febbraio prossimo è avvenuta secondo il copione previsto. La proposta del vice prefetto aggiunto,
Ornella Vosa, cioè quella di effettuare il sorteggio (come aveva già fatto verbalizzare
in una precedente riunione) è stata
subito scartata dai componenti in carica
della commissione elettorale: Ivano
Migliaccio, Franco Cavallo e Michele D’Ambra. I tre hanno preferito scegliere i
loro trenta raccomandati (10 per ogni componente), tramite indicazione diretta.
I 10 nomi in quota Commissario, invece,
sono stati estrapolati a caso tra gli
studenti presenti nell’elenco degli aspiranti scrutatori. Fin qui i fatti. Adesso, la nostra opinione. E’
perfettamente legittimo, per carità, il criterio adottato dai vari Migliaccio,
Cavallo e D’Ambra, ma hanno perso, a nostro avviso, un’occasione importante,
per dare un segnale di cambiamento: hanno pensato solo ai loro interessi
elettorali e messo “sotto i piedi” i principi di trasparenza e di uguaglianza. Insomma,
se ne sono fregati altamente sia degli altri 1200 aspiranti scrutatori presenti
nell’elenco sia del ruolo istituzionale del Commissario, visto che la proposta
di sorteggio non è partita da un politico, ma da un rappresentate dello Stato. Cose
che capitano solo a Calvizzano? Ebbene sì e lo dimostra il fatto che a Giugliano e a Marano, due Comuni
dell’hinterland giuglianese pure commissariati, gli scrutatori sono stati
scelti tramite sorteggio. Perfino a Mugnano, è stato invertito il trend della
spartizione partitica: è stato deciso, infatti, di effettuare il sorteggio
pubblico.
Adesso, per amore della verità, un’ultima considerazione.
Ha fatto bene il partito democratico a cambiare idea (c’è sempre tempo) e a
portare avanti, ultimamente, la battaglia del sorteggio, poiché alcuni anni fa,
almeno gli iscritti eccellenti, non la pensavano così. E’ vero che l’allora
sindaco Granata, a maggio 2011, in occasione della nomina degli scrutatori per
il referendum, propose, in qualità di presidente della commissione elettorale,
il metodo del sorteggio, respinto, poi, dagli altri componenti della commissione,
ma non andò fino in fondo: alla fine indicò gli scrutatori in sua quota,
leggendoli dal bigliettino che si era portato
in tasca. Se fosse stato convinto della sua battaglia, i nomi da lui
indicati avrebbe potuto sceglierli a caso dall’elenco, proprio come ha fatto,
venerdì scorso, il Commissario straordinario.