Addio ad Alfonso Melluso, grande imprenditore e grande servitore di Dio



Si è spento a ottantatré anni Alfonso Melluso, pastore evangelico per oltre quarant'anni e fondatore nel 1945 del calzaturificio omonimo (sede storica ubicata in viale della Resistenza a Calvizzano), destinato a diventare una delle più solide e apprezzate realtà imprenditoriali italiane del settore. 

I funerali si sono tenuti il 29 marzo nella Chiesa cristiana evangelica delle Assemblee di Dio in Italia (Adi) di Napoli in via Carafa. Alla solenne cerimonia, presieduta dal pastore della chiesa Adi di Napoli, Davide Di Iorio, hanno partecipato oltre mille persone, provenienti da ogni parte d'Italia. Il presidente delle Adi, Felice A. Loria, ha predicato la Parola di Dio. Sono intervenuti il pastore Sergio Chiribiri, successore di Alfonso Melluso come pastore della chiesa di Secondigliano, e il pastore Renato Mottola, segretario del Comitato di Zona Campania-Molise, che ha tracciato un breve profilo biografico del pastore scomparso. Presenti molti membri del Consiglio generale delle chiese Adi e una cinquantina di pastori. 

Locale di culto gremito non solo per la partecipazione evangelica, ma anche di molti che hanno avuto o hanno un legame di lavoro con la famiglia Melluso. Toccanti le preghiere rivolte al Signore perché consoli l'animo della moglie Caterina, dei quattro figli, dei fratelli e della sorella e dei numerosi nipoti e pronipoti. 

Di umili origini, Alfonso Melluso era nipote di Salvatore Anastasio, il pioniere del movimento pentecostale napoletano. A seguito di una personale, intima, esperienza spirituale, si convertì anch'egli all'Evangelo nel 1943, all'età di quindici anni. Ha vissuto gli anni difficili della guerra, eppure, insieme ai suoi fratelli riuscì ad avviare quella piccola attività di produzione di calzature che sarebbe diventata nel tempo una vera e propria azienda industriale, simbolo di qualità italiana. Ma ebbe anche un ruolo centrale nell'opera delle Chiese cristiane evangeliche delle "Assemblee di Dio in Italia": gli fu affidata, come pastore, la comunità Adi di Secondigliano, un territorio con notevoli problematiche sociali in cui Melluso ha svolto una intensa opera di evangelizzazione predicando con franchezza la Parola di Dio. 

«Un uomo - racconta chi lo conosceva - che, nonostante la sua posizione sociale ed economica, si è distinto per la sua nobiltà di sentimenti, per la semplicità, mettendo in pratica quel noto versetto biblico che dice: "L'umiltà precede la gloria"». Un uomo che non ha mai amato la mondanità e preferiva andare tutte le sere nella sua chiesa a Secondigliano, tra i suoi confratelli, per predicare l'Evangelo e pregare, piuttosto che frequentare i salotti buoni della società napoletana e del mondo industriale. E in questo senso si è speso molto per la sua famiglia: marito devoto per sessantadue anni, con quattro figli e circa trenta tra nipoti e pronipoti. 



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